Il cosmo ha il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte. Il momento che stiamo vivendo fa pensare. E come. Fa pensare al mondo, alle relazioni, a chi ha usato e abusato, alle discriminazioni, ambiente, al lavoro, ai valori.

In un momento storico di ordinario disordine ideologico e politiche denigratorie – basta pensare all’Europa con la Brexit, la gaffe della Lagarde, a casa nostra con Meloni e Salvini – con forti richiami ad un passato disonesto è corretto moralmente, arriva un virus che blocca tutto e ci fa sperimentare l’ebrezza di esser noi quelli discriminati, quelli calpestati nella dignità, quelli rinchiusi, quelli a cui dare tutte le responsabilità di ogni male. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

E Milano che impone a tutta l’Italia ritmi di lavoro frenetici, senza orari e flessibilità, arriva come un fulmine a ciel sereno lo stop. Proprio in un momento dove si è tanto social quanto soli. In un momento di allontanamento dai valori della famiglia, amicizia, amore e in generale di rispetto tra persone. E così noi ora abbiamo l’obbligo di fermarci.

Fermarci per un qualcosa di più importante del denaro: la vita. Quella che non sappiamo più gustare nella sua essenza. E siamo fermi a casa a ripercorrere le tappe che ci hanno portato a essere una società indegna.

In un momento in cui il virus attacca maggiormente gli adulti, questi ora sono costretti a casa e alla cura dei propri figli. Ci costringe, ed è quasi assurdo, a rifare famiglia. Quella che un intervistato – forse anche di più – su quattro non vorrebbe aver voluto. Quelli dell’aperitivo altrimenti “vali zero”. Quelli dei suv per percorrere due chilometri al giorno di strada. Ed è un alternarsi di controsensi, ma in queste settimane abbiamo capito come agisce il covid-19.

Si insinua in una fase sociale e politica in cui si è dediti a curare il proprio orticello. Il virus ci invita a capire che l’unico modo per uscirne è il senso di appartenenza, di responsabilità condivisa, di rispetto.

E se tutti avessimo la capacità di riappropriarci del nostro tempo, potremmo trovare spazio per riflettere e imparare da quel che sta accadendo.

Riflettere e imparare dai nostri errori. Perché tutto questo è un debito che abbiamo accumulato in anni di vandalismo economico e morale. E ce lo sta spiegando molto bene il virus, a caro prezzo.