In merito alla situazione emergenziale legata alla diffusione del coronavirus, in Molise, dove i cittadini si dicono spaventati da un ipotetico picco previsto in questa settimana, così come annunciato dagli esperti, il presidente della regione Donato Toma e il Direttore generale dell’ASReM, Oreste Florenzano, sostengono di avere la situazione sotto controllo.

Il Molise, lo ricordiamo, è stata una delle ultime regioni ad essere coinvolta dal contagio quando nel resto d’Italia il numero delle persone risalutate positive al Covid-9 era molto alto. Non saremmo stati immuni e probabilmente si poteva lavorare in largo anticipo.

Il presidente della Giunta regionale, tra le righe dà la colpa al Governo nazionale che “ha sottovalutato tutto, le notizie che ci pervenivano non erano così. Noi abbiamo organizzato tutto dal 27 di gennaio”.

Un’organizzazione che, per fronteggiare l’emergenza con un picco di casi, prevede la disponibilità di 50 posti letto di rianimazione in totale. “Eventualmente dovessero servire più posti in rianimazione – ha assicurato Toma – attrezzeremo ulteriori spazi. Lo spazio in Molise non manca”.  Posti che verrebbero recuperati facendo uno spostamento di reparti nell’ospedale Vietri di Larino e nel SS Rosario di Venafro.

Un ottimismo che però sul piano emergenziale potrebbe non rassicurare i tanti cittadini alle prese con una situazione sanitaria regionale, al quanto precaria.

Secondo il piano emergenziale, dunque, in Molise la struttura avanzata per far fronte a questa situazione è l’ospedale Cardarelli di Campobasso. E’ il nosocomio dedicato al covid-19. Le altre situazioni sanitarie saranno garantite principalmente nei nosocomi di Termoli e Isernia. In questi ospedali, però qualora la situazione legata al coronavirus, dovesse peggiorare, si individuerebbe un altro centro per il covid-19.  I pazienti, con altre patologie non gravi da gestire, invece verrebbero spostatati a Larino e Venafro.

Allora ci si chiede: con quali attrezzature si andrà a gestire la situazione sanitaria in quelle strutture che fino ad oggi erano case della salute e non ospedali ordinari e quale personale sarà impiegato?

Per quanto riguarda le attrezzature il Presidente Toma ha garantito che è già partita la richiesta per i macchinari e altre attrezzature necessarie. L’incognita riguarda invece il personale. Infatti il governatore, seppur voglia mostrare ottimismo un dubbio lo palesa.

“Le assunzioni– spiega – ci saranno compatibilmente con la disponibilità dei medici. Noi vogliamo assumere e dobbiamo trovare medici che si fanno assumere, ma  se non ci dovessero essere medici disponibili non so. Certo si potrà ricorrere a medici militari, ci sono le precettazioni che si possono fare, ma poi la cosa andrebbe in mano alle prefetture”.

Nella giornata di oggi 16 marzo, l’ASReM pubblicherà il bando per il reclutamento di personale. Il Direttore Generale Florenzano ha parlato di contratti di natura privatistica. Inoltre si stanno richiamando i pensionati e si sta facendo di tutto per reperire medici. Oltre a questo poi è previsto un piano per l’utilizzo di medici di discipline affini. “Abbiamo carenze di infettivologi e anestesisti e tra le affinità di queste specializzazioni  – ha spiegato il numero uno dell’ASReM – noi stiamo già individuando per incrementare i medici da mettere in determinati settori”.

Il quadro che ha prospettato il Direttore Generale dell’ASReM è chiaro.

“Abbiamo stilato un piano operativo e ci siamo prospettati un quadro quanto più complicato possibile per poter affrontare magari quello che non accadrà o che accadrà solo in parte”.

Ha assicurato che se si dovesse aggravare la situazione le misure sono già programmate e già previste e si attueranno con immediatezza. “Questo è il modo di affrontare la situazione. Da qua a pochi giorni si riapre l’ospedale di Temoli, dopo la sanificazione dell’intera struttura. Con la riapertura si istalla la tenda del pretriage, come già è stato fatto presso il Cadarelli e il Veneziale. Inoltre presso il nosocomio di Campobasso si sono individuati altri spazi per il Covid e quindi, se dovessero arrivare i pazienti è già pronto e siamo già pronti per poterli gestire”.

Inoltre per completare il piano dell’emergenza è prevista anche, per il tramite della Protezione Civile, l’istallazione  di ospedali da campo o moduli di terapia intensiva in strutture prefabbricate.

Ma non è troppo tardi?

Florenzano ci risponde di no, perchè il piano emergenziale è stato fatto. “Stiamo operando per far funzionare in maniera intelligente e ottimale quello che abbiamo, perché così si affronta un’emergenza. Dobbiamo misurare le nostre forze. Abbiamo fatto una previsione epidemiologica per vedere quale potrebbe essere la nostra esigenza se ci dovesse essere un picco incredibile di contagi e siamo attrezzati per sostenerlo tanto è vero che stiamo dando una mano alle regioni in difficoltà”.

Il Molise infatti si è messo a disposizione per aiutare le regioni dove ormai gli ospedali sono saturi. All’ospedale Cardarelli di Campobasso, nel reparto di terapia intensiva sono state ricoverate due persone provenienti dalla Lombardia. Questi si aggiungono ai 3 già ricoverati nello stesso reparto, ad un altro paziente ricoverato in malattie infettive e ai 12 in isolamento domiciliare. Si registra poi il primo decesso per Coronavirus in Molise. Si tratta di un uomo di 83 anni di Termoli ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Cardarelli e le cui condizioni si sono poi aggravate.

Una situazione che pare essere sotto controllo. Potremo constatarlo, però, soltanto tra qualche giorno sperando di non dover affermare che era troppo tardi e si poteva agire in largo anticipo.