Sono 136 i comuni molisani e più della metà non raggiunge neanche mille abitanti. In questi, poi la maggior parte sono anziani e molto spesso hanno i famigliari lontano, anche in altre regioni.

Poche le attività commerciali, non sempre la farmacia c’è e l’ufficio postale dove è presente è aperto solo alcuni giorni a settimana. In quasi tutti non manca, però, un negozio di generi alimentari che almeno garantisce i beni di prima necessità.

Dunque per chi vive la quotidianità in questi posti, avere solo il minimo necessario è la normalità. Non si hanno troppe pretese e solo per acquisti straordinari ci si reca nel centro più grande e più vicino.

Ora però il nuovo decreto emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, impone che è vietato lo spostamento anche da un comune all’altro.

“Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, – si legge nel documento – è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

Quindi per quegli acquisti straordinari, che potrebbe essere semplicemente una lampadina dal ferramenta o le batterie per il telecomando della televisione, è più difficile muoversi.

Ma anche in questo caso ci si adatta.

Isabella Di Florio, sindaco del Comune di San Biase, che conta solo 165 abitanti, ci ha raccontato che si è adoperata affinché l’unico negozio presente in paese, potesse rifornire qualcosa in più di quello che solitamente vende. Ha chiesto all’ambulante della frutta di confluire i prodotti presso il negozio di generi alimentari dove le persone possono fornirsi. Si evita in questo modo l’assembramento e le persone escono soltanto una volta. Non si creano poi troppi spostamenti all’interno del paese.

Anche per quanto riguarda la farmacia, che garantisce il servizio tutti i giorni, “con il medico di base – ci ha spiegato ancora il sindaco –  sono stati presi accordi affinchè potesse passare direttamente le ricette alla farmacista, online. Se poi qualcuno ha difficoltà a recarsi in farmacia faccio io le consegne se necessario”.

Quello che manca è una macelleria. Di solito si è abituati a fare delle scorte, ma “qualora qualcuno dovesse aver bisogno – ha assicurato il sindaco – vorrà dire che mi metterò in macchina e andrò io per soddisfare questa esigenza”. 

In un piccolo paese, si sa ci si sente come in una grande famiglia e quindi anche  le persone più fragili, hanno sempre qualcuno disposto ad aiutarle. A San Biase dunque, partendo dall’esempio del primo cittadino ognuno fa la sua parte. Si rispettano le regole e ci si adopera anche per preservare i più anziani dal contagio. “La maggior parte – ha detto Isabella Di Florio con un senso di premura – sono fragili e significherebbe seppellire il paese”.

L’unica difficoltà è stata il reperimento delle mascherine. “Trovarle è diventato un’impresa. Ci stiamo organizzando anche con altri comuni in modo che raggiungiamo una certa quantità da poter distribuire alla popolazione”.

Poi c’è Provvidenti, altro comune in provincia di Campobasso che conta solo 109 abitanti. In questo borgo non c’è neanche un negozio che fornisce i generi di prima necessità.

In questo caso il Governo chiarisce che se non c’è la possibilità di fare la spesa nel proprio comune “ad esempio perché il Comune non ha punti vendita, o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati”.

Il sindaco di Provvidenti, Salvatore Fucito, ha spiegato che nel paese c’è soltanto un forno e la difficoltà è reperire altri beni di prima necessità, oltre al pane. “Noi solitamente ci spostiamo a Casacalenda, distante 4 chilometri”. Intanto in questo periodo di emergenza è attivo un servizio di volontariato. L’Associazione Provenza di Provvidenti si sta adoperando per fornire i cittadini di medicinali e generi di prima necessità.

La popolazione ha risposto bene, rispettano le regole, “siamo una piccola comunità in un borgo dove non facciamo entrare persone e stiamo tranquilli. Anche per gli anziani siamo sempre a disposizione. Siamo già abituati a situazioni del genere e lo stesso le persone. In particolare gli anziani del posto che hanno come punto di riferimento l’amministrazione comunale per ogni esigenza”.

Il sindaco spiega che già dallo scorso 3 marzo si sono attivati con la protezione civile per quanto riguarda il servizio di deambulazione di cibo e di qualsiasi cosa di cui le persone possono avere bisogno.

La situazione è simile anche a Castelpizzuto dove ci sono 179 abitanti. “Qui – ha spiegato il sindaco Carla Caranci – ci sono le poste aperte tre volte a settimana, ci sono ambulanti che forniscono pane e frutta, per il resto ci spostiamo a Longano”.

Situazioni molto simili  che fanno capire quello che è il senso di comunità dei piccoli comuni del Molise. Soprattutto in una situazione come quella che si sta vivendo in questo periodo. Ci si sente tutti una famiglia e si agisce per il bene di tutti.

Così come ci hanno raccontato i sindaci, i cittadini rispettano le regole. Gli anziani hanno capito la difficoltà del periodo e si affidano ai volontari o agli amministratori che sono in prima linea per non far mancare ai propri cittadini tutto ciò di cui hanno bisogno.

Probabilmente per chi vive in un piccolo paese, in questo periodo di emergenza è più semplice doversi adattare perchè lo fa quotidianamente, anche in una situazione ordinaria. Non sempre ha a disposizione ciò di cui ha bisogno. Il senso di comunità poi è più forte e questa può essere una marcia in più, per sentirsi vicini anche se distanti fisicamente.