E’ famoso per il presepe più grande del Molise, con visitatori da tutta Italia, Bagnoli del Trigno si distingue anche per la solidarietà che si è fatta ancora più presente in questo periodo di emergenza.

L’Associazione Gruppo Volontariato Bagnolesi, che opera sul territorio ormai da 10 anni, non ha mai fatto mancare il proprio contributo alle iniziative locali e non solo. Ha sempre agito per la promozione del territorio. Ma soprattutto non ha mai fatto sentire soli gli anziani del posto.

Tanto da attivarsi in prima linea dopo le restrizioni del governo volte a fronteggiare il contenimento del contagio del coronavirus.
I volontari dell’associazione, infatti,  hanno deciso di non restare a guardare. Si sono attivati e messi fin da subito a disposizione. Aiutando così il borgo ad affrontare l’emergenza e a reagire.

Il gruppo di volontariato poi ha un settore specifico e un protocollo per le emergenze, già applicato nel corso degli anni come durante la nevicata storica del 2012 o le emergenze sismiche del centro Italia.

Emanuele Ianiero, presidente dell’Associazione ci ha spiegato che in questo periodo stanno raccogliendo quotidianamente le richieste di aiuto da parte dei cittadini del paese, evitando così di farli uscire da casa. Si tratta in particolare di anziani o persone immunodepresse.

Sono stati forniti dei numeri di telefono dove si ricevono le chiamate. Si contatta lo staff per la spesa e per le medicine. Così quotidianamente, una persona dell’associazione, a turno, fa il giro delle consegne.

E’ poi attiva anche la pagina facebook dove si possono ricevere le segnalazioni ma anche comunicare informazioni utili e aggiornate come gli orari dei negozi o della farmacia. “Inoltre – ci spiega ancora Emanuele – questo collegamento virtuale è utile anche per creare un contatto con i bagnolesi emigrati che restano in collegamento con quello che succede qui. Soprattutto in questo periodo di emergenza, per conoscere anche in tempo reale, quella che è la situazione in paese”.

Ben organizzati anche nel rispettare al massimo le prescrizioni. “Ogni giorno esce una persona diversa dello staff.  Fa il giro della spesa e poi delle consegne, naturalmente sempre protetta da masterina e guanti. Tra una lezione online e l’altra, essendoci tra noi molti studenti universitari e non solo, insieme con gli altri volontari, siamo contenti di fare qualche sforzo in più sicuri così che queste persone rimarranno a casa”.

Un gruppo di volontariato che vanta iscritti di ogni età. Se i giovani si adoperano per uscire e fare le consegne. I meno giovani dello staff lavorano da casa, continuando l’attività dell’associazione. “Stanno portando avanti tutti i progetti di volontariato che si possono fare da casa. Ma ci aiutano anche rispondendo al telefono, prendendo le prenotazioni che arrivano dal paese”.

Un lavoro che può contare anche dell’aiuto dell’amministrazione comunale. Ha messo, infatti, a disposizione delle mascherine e la stampa dei moduli delle autocertificazioni. Nel caso poi ci fosse necessità c’è anche la disponibilità del mezzo comunale.

“Non vogliamo correre nessun rischio – ha detto ancora Emanuele – e preferiamo portare avanti questa iniziativa. La nostra popolazione è fatta soprattutto di anziani che per primi devono stare attenti. Tra l’altro tanti di questi anziani vivono soli e c’è anche la componente della solitudine in questi giorni. E’ molto difficile convincerli a rimanere in casa e a rinunciare alla vita di tutti i giorni. Per loro è difficile rinunciare alla possibilità di stare all’aria aperta e a contatto con la natura e la campagna. Il nostro impegno, però, è di far sì che almeno per il momento tutto ciò venga trascurato facendo capire l’importanza dell’emergenza. Cerchiamo in continuazione di stare in contatto con loro anche via telefono e soprattutto di fornirgli tutte le informazioni necessarie legate all’emergenza”.

Dunque anche in questo caso, così come succede nella maggior parte dei paesi molisani, soprattutto quelli più piccoli è come essere tutti una grande famiglia. Nipoti che si prendono cura di nonni, anche se non sono i propri. Per loro poi parole di conforto per alleviare quella solitudine che si accentua in questo momento difficile. E la premura è tanta, perché preservare queste persone più fragili significa conservare un importante patrimonio umano di saggezza e di insegnamento.