Il «decreto Rilancio» è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale la sera di martedì 19 maggio ed è entrato immediatamente in vigore. Il testo integrale è composto da 266 articoli. Le risorse mobilitate per contrastare la profonda crisi economica scatenata dall’emergenza coronavirus sono di oltre 55 miliardi e contengono misure a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese.
Tra le misure ci sono i anche tanti bonus, da quello per la baby sitter a quello per la bici, al bonus autonomi le cui richieste vanno fatte online tramite il sito dell’Inps.

Officina vi spiega quali sono i documenti e i codici necessari per accedere al servizio, come richiederli e come inoltrare le domande per i vari bonus.

Bonus 600 euro Inps. Il cammino della misura procede su tre strade:

Da una parte ancora alcuni non hanno ancora ricevuto i soldi del bonus relativo a marzo (pagati per la maggior parte ad aprile) e la richiesta risulta in attesa in esito: nel decreto Rilancio di maggio è stata prevista copertura anche per questi casi;

Dall’altra il bonus 600 euro viene rinnovato in automatico a maggio per chi ne aveva fatto richiesta ad aprile.

Lo stesso Decreto Rilancio prevede un nuovo bonus 600 euro per nuove categorie di lavoratori (non previsti nel Decreto Cura Italia, come gli autonomi senza partita Iva) che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro.

Le domande possono essere inoltrate all’Inps e, per i professionisti, alle casse previdenziali private professionali dal primo aprile 2020. Inps ha spiegato che è possibile richiedere il bonus indennità da 600 euro anche attraverso un PIN semplificato.

Come ottenere il pin semplificato

Per accedere ai servizi online dell’Inps si deve essere in possesso di uno dei seguenti codici o documenti: il codice Pin personale, le credenziali SPID, la Carta di identità elettronica 3.0 (Cie) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Come ottenerli e a cosa servono. Per accelerare i processi è stato pensato a il Pin semplificato che va richiesto tramite portale o Contact Center (numero verde 803.164, gratuito da rete fissa; o numero 06 164.164 da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante). Appena compilati con i propri dati gli appositi spazi, si riceve via sms o e-mail un Pin di otto cifre che basterà per la compilazione e l’invio delle domande online.

Spid, come ottenere il Sistema pubblico di autenticazione

Per avere lo Spid, il sistema pubblico di autenticazione, di fatto una password per accedere ai servizi Inps, Inail e ad altre amministrazioni pubbliche, è necessario avere un documento di riconoscimento in corso di validità, la tessera sanitaria con codice fiscale, un indirizzo di posta elettronica funzionante e un numero di telefono. Ci si registra, a scelta, sul sito di uno degli 8 gestori di identità digitale accreditati: Aruba, Infocert, Poste, Sielte, Tim, Register.it, Namirial, Intesa. Il sistema Spid è dotato di tre livelli di sicurezza, che vanno definiti al momento dell’attivazione del servizio, o aggiunti in seguito. Il primo livello permette di accedere ai servizi online attraverso un nome utente e una password scelti dall’utente. Il secondo livello, necessario per servizi che richiedono un grado di sicurezza maggiore, permette l’accesso con nome utente e password scelti dall’utente, più la generazione di un codice temporaneo di accesso.

Carta di identità elettronica 3.0, come ottenere la Cie

I cittadini italiani in possesso di una Carta di identità elettronica 3.0 (CIE) possono accedere ai servizi della Pubblica amministrazione direttamente dalle loro abitazioni attraverso il telefonino. L’elenco delle Pubbliche amministrazioni che hanno integrato l’accesso con la Cie ai propri servizi sono in costante aggiornamento. In Italia, sono oltre il 90% dei Comuni a essere in grado di erogare la Carta d’identità elettronica (basta recarsi all’ufficio anagrafe).

Per utilizzare la app CieID, per prima cosa bisogna scaricarla da Google Play. Dopo averla avviata, nel caso della prima volta, bisogna registrare la propria Carta d’Identità elettronica inserendo il Pin di otto cifre la cui prima metà è stata consegnata dal Comune in occasione della richiesta del documento d’identità, la seconda metà invece alla consegna dello stesso.

Completata l’operazione, accedendo tramite browser Chrome sul sito dell’ente d’interesse si potrà facilmente autenticarsi tramite la Carta d’identità selezionando la voce «Entra con CIE». Cliccandoci sopra si aprirà automaticamente l’app CieID. Per identificarsi sul sito online di una P.A. con la Carta d’identità elettronica e l’app CieID ci sono tre possibili diverse modalità: 1) tramite smartphone; 2) tramite il computer utilizzando lo smarphone come una smartcard contactless; 3) tramite il computer con un lettore di smartcard contactless (per chi ne è in possesso).

La misura spetta a:

Liberi professionisti con partita IVA attiva alla data del 23/02/2020 e titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS (articolo 27 DL 18/2020)

Lavoratori autonomi iscritti alla Gestione speciale dell’AGO articolo 28 DL 18/2020);

Lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato il rapporto di lavoro involontariamente nel periodo compreso tra il 1^ gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 purché non titolari di redditi da lavoro dipendente alla data del 17/03/2020 (articolo 29 DL 18/2020);

Lavoratori agricoli operai a tempo determinato che abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo nell’anno 2019 (articolo 30 DL 18/2020);

Lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dei lavoratori dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo, cui deriva un reddito non superiore a  50.000  euro purché non titolari di reddito da lavoro dipendente alla data del 17/03/2020 (articolo 38 DL 18/2020). Con il nuovo decreto questo cambia così: “ai lavoratori iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 15 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo, cui deriva un reddito non superiore a 35.000 euro, e non titolari di pensione, è riconosciuta un’indennità per i mesi di aprile e maggio pari a 600 euro per ciascun mese”. Sono esclusi i dipendenti.

In più, con il nuovo Decreto Rilancio è riconosciuta un’indennità per i mesi di aprile e maggio, pari a 600 euro per ciascun mese, a nuove categorie di lavoratori (non previsti nel Cura Italia) che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro:

lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel medesimo periodo;

lavoratori intermittenti, di cui agli articoli da 13 a 18 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020;

lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del c.c. e che non abbiano un contratto in essere alla data del 23 febbraio 2020. Gli stessi, per tali contratti, devono essere già iscritti alla data del 23 febbraio 2020 alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, con accredito nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile;

incaricati alle vendite a domicilio di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, con reddito annuo 2019 derivante dalle medesime attività superiore ad euro 5.000 e titolari di partita IVA attiva e iscritti alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, alla data del 23 febbraio 2020 e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Il denaro del bonus indennità 600 euro Inps non sarà tassato e non farà reddito. Le misure non possono essere tra loro cumulabili, non possono essere erogate a chi percepisce pensione. Non sono esclusi quelli che percepiscono prestazione di invalidità.

Bonus autonomi: come si fa la domanda

Dopo essere entrati nel sito dell’Inpse aver inserito le proprie credenziali (codice fiscale e gli otto caratteri del pin, o le credenziali Spid o il proprio Cns o la Cie), si accede al Menu del portale:
Domande di prestazioni a sostegno del reddito > Indennità Covid 19 > Invio domanda > Avanti.
A questo punto bisogna inserire i dati; la mail e il cellulare (che è consigliato ma non obbligatorio) > Avanti.
Fare clic sulla spunta in alto nel campo “Richieste” > scegliere il tipo di indennità > Categoria di indennità > selezionare la propria categoria.
Nel secondo menu a tendina > selezionare il Tipo di qualifica corrispondente all’attività lavorativa svolta > Avanti.
Sempre dal menu a tendina > selezionare la Modalità di pagamento. Aggiungere l’Iban se si sceglie accredito su conto corrente.  Spuntare a destra la Dichiarazione di responsabilità in merito alla veridicità dei dati inseriti. Aprire la ricevuta per salvarla in pdf o stamparla.

Bonus baby sitter: a chi spetta

Il decreto Rilancio ha portato l’assegno da 600 a 1.200 euro, che sono saliti a 2.000 per medici, infermieri, tecnici sanitari e ricercatori impegnati nella guerra al virus, e per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Il bonus è rivolto alle famiglie (anche affidatarie) con figli di età non superiore ai 12 anni. L’agevolazione riguarda il comparto dei lavoratori del settore privato, gli iscritti alla Gestione separata e gli autonomi (compresi dunque quelli che versano i contributi nelle casse professionali).

Bonus baby sitter: come si fa la domanda

La domanda per ottenere il bonus baby sitter può essere presentata avvalendosi di una delle tre modalità previste:
1) Tramite l’applicazione web, disponibile sul portale dell’Inps (clicca);
2) Tramite il Contact center integrato: numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
3) Tramite i patronati: attraverso i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.

Bonus bici: a chi spetta

Il decreto Rilancio ha introdotto la novità del «bonus mobilità», ovvero un incentivo che copre il 60% della spesa per l’acquisto di biciclette (anche a pedalata assistita), veicoli per la micromobilità elettrica (monopattini, hoverboard e segway) o per l’utilizzo dei servizi di sharing mobility. Il valore massimo del bonus è di 500 euro ed è valido per gli acquisti avvenuti a partire dal 4 maggio scorso e fino al 31 dicembre 2020. E può essere richiesto una sola volta. Possono usufruire del bonus tutti i cittadini maggiorenni residenti nei Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti. Ma anche quelli dei capoluoghi di Regione con popolazione inferiore a 50 mila abitanti (ne è esempio Campobasso), delle Città metropolitane e dei capoluoghi di Provincia.

Bonus bici: come si fa la domanda

Per ottenere il «contributo mobilità» basterà conservare il documento (la fattura) che giustifichi l’acquisto. Non appena sarà on line il sito istituzionale e in alternativa l’app che il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo (entro 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale), bisognerà accedere tramite credenziali Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e il buono verrà caricato su una sorta di borsellino online.
Alternativamente alla procedura a rimborso, una volta che l’applicazione sarà operativa il buono mobilità potrà essere fruito attraverso un buono spesa digitale che i beneficiari potranno generare sull’applicazione web. In pratica, basterà indicare sulla piattaforma il mezzo o il servizio che si intende acquistare e la piattaforma genererà il buono spesa elettronico da consegnare ai fornitori autorizzati (insieme al saldo a proprio carico) e ritirare il veicolo o godere del servizio individuato.

Bonus colf e badanti: a chi spetta

Il decreto Rilancio finalmente ha assegnato un bonus ai lavoratori domestici. Nella prima tornata di aiuti e sostegni per l’emergenza causata dal Covid-19, infatti, badanti e colf non erano stati considerati. Ora, invece potranno richiedere un bonus fino a 1.000 euro per i mesi di aprile e maggio 2020 e verrà accreditato in un’unica soluzione. Secondo il decreto, avranno diritto all’indennizzo coloro che al 23 febbraio 2020 hanno uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali. Ma c’è un paletto, per avere il bonus i lavoratori domestici non dovranno essere conviventi con i datori di lavoro. Sono esclusi dall’aiuto anche chi usufruisce di altri sostegni e chi percepisce il reddito di cittadinanza.

Bonus colf e badanti: come si fa la domanda

Il bonus dal valore massimo di 1000 euro verrà erogato dall’Inps in una unica soluzione. La richiesta deve essere fatta per via telematica sul sito dell’Istituto, ma per la modalità si è in attesa della circolare Inps con tutti i chiarimenti.