di Lucrezia Cicchese

Stamattina mi sono svegliata nell’ormai angosciante realtà: in Molise si muore e non per coronavirus. In Molise, negli ultimi mesi, persone care, conoscenti e chi non ho mai incontrato sono morte. E quindi oggi mi prendo il tempo di buttare giù le tante cose che ho visto, ho ascoltato, ho toccato con mano soprattutto in questa settimana di sgomento per la scomparsa di una persona. Il tema di cui devo parlare è “perché in Molise la sanità non trova soluzione”.

Quello che ho visto si traduce in cifre, in soldi. Si, il Molise ha un debito sanitario che pende sulla testa di 300mila abitanti. La domanda che mi pongo è  perché c’è il debito in Molise? Il Commissario Giustini a più riprese sta dicendo che tutta la politica locale è implicata con responsabilità penali, come asserito dallo stesso Paolo Maddalena, non solo politiche. E che si fa? Il Governo conosce bene la situazione del Molise, siamo da tempo una regione commissariata, di miglioramenti non ve ne sono stati e il virus ha reso ancor più evidenti tutte le problematiche. Covid permettendo a giugno, quello che ho ascoltato, si dovrebbe giungere alla modifica non del commissario ma del sistema di commissariamento (così affermava il capo di gabinetto di Speranza mesi fa). Decideranno e useranno la modalità “commissari di scopo” tipo come per il ponte di Genova. E mentre si aspetta che ciò avvenga si perde letteralmente tempo e la situazione è sempre meno chiara. Quel che è chiaro è che la riorganizzazione del sistema sanitario molisano deve ottenere dal Governo l’azzeramento del debito per ripartire su basi più solide dove non si gioca ogni giorno al manca il medico e si chiude il reparto. Sarebbe finalmente poter  ambire ad avere un Molise come le altre regioni di Italia? Mi spiego, oltre a irrobustire l’ordinario si potrà avere una sanità migliore anche per l’emergenza? In linea teorica è ciò che potrebbe accadere.

La verità cari molisani è che c’è chi tutto questo non la vede come priorità. Il Presidente della Regione Molise che cosa fa? Andrà tutto bene, come ci siamo abituati a sentire, e invece di avvalorare l’ipotesi dell’azzeramento del debito, avere così nuove risorse per drenare la sanità pubblica spera di usare i soldi dell’emergenza per coprire le magagne nuove e passate? I molisani vedranno quei soldi usati per l’ordinario?

E torniamo sempre al punto di partenza. Giustini su scorta del Governo procede ligio alle regole, il DG ASReM Florenzano se pur esaustivo nella dovizia di dettagli glissa su alcuni perché, Toma pensa che è tutto sotto controllo, i cittadini non ricevono cure e si rivolgono al Ministro Speranza tramite il Sindaco di Campobasso.

Quel che è noto che anche nelle migliori “famiglie” se mancano i soldi il cortocircuito prima o poi arriva.

Oreste Florenzano, in questi mesi di emergenza da coronavirus, ha affermato che non ci sono soldi (ecco che tornano sempre i quattrini) e interroga noi cittadini: se ci sono i debiti, un altro ospedale covid a alta intensità di cura come lo manteniamo?

E noi cittadini chiediamo (in realtà a Toma): ma se non ci sono soldi perché continuare a darli al privato anche in piena emergenza? Un ospedale covid non si sarebbe attrezzato con la cifra data ai privati in questi tre mesi?

Politica locale che ci rappresenti a Roma dove sei? Dove sei stata in tutti questi anni di battaglie? Si va tutti dal Ministro Speranza che in realtà sembra appeso a chi, il Movimento 5 Stelle, condivide l’ospedale unico e sta così tra color che sono sospesi e che non hanno la forza di sostenere una linea a favore dei cittadini? Il solo Sindaco cosa può fare?

E mentre tutto questo accade, mentre scrivo e cerco di ripercorrere le magagne politiche, sanitarie, le accuse, alle 5.51 di oggi mi ricordo che una settimana fa una persona moriva. E ripenso.

Sapere qual è l’entità del debito e le cause che lo determinano è la via. Una volta arrivati a questo si potrà andare tutti da Speranza e dire a gran voce del perché si deve azzerare il debito sanitario e stabilire così nuovi equilibri nella distribuzione dei fondi tra pubblico e privato.

Non sarà Toma commissario – come paventato mesi fa-, la modifica della legge Balduzzi – già soggetto a revisione per regolamento interno ogni quattro anni -, non sarà chiudere reparti, non saranno manifestazioni di facciata, non sarà la tac “rilassante”, non saranno nuove fratture a salvare la salute dei cittadini.

E mentre si litiga, si sfogano i migliori animi resta un unico grande affair: i soldi.