I paesi delle aree interne sono caratterizzati solitamente dalla carenza di servizi. In molti borghi non ci sono più le scuole, le attività produttive sono carenti e i servizi sanitari mancano. Sono dunque marginali e svantaggiati, lontani dai principali servizi quali sanità, istruzione e mobilità.

Ma allo stesso tempo dispongono di importanti risorse quali quelle ambientali e culturali.

Per sopperire a quelle che sono le mancanze, nel 2012 nasce la Strategia Nazionale Aree Interne, con lo scopo di identificare in relazione alla distanza quelle che sono le aree interne della Penisola.

In totale in Italia ne sono state individuate 72. Le aree-progetto individuate per il Molise sono quattro: Medio Sannio, Fortore, Matese e Mainarde – per un totale di 70 Comuni (più del 50% del territorio regionale).

Ogni area è caratterizzata da una classificazione di comuni. Ci sono i poli, cioè i comuni più grandi caratterizzati dai servizi essenziali. Poi ci sono poi i comuni cintura, quelli periferici, e quelli ultra periferici.

Lo scopo è ridare voce a questi territori che la voce l’hanno persa.  Anche a causa dei processi di urbanizzazione che hanno portato a un esodo delle aree interne dal dopoguerra a oggi.

I dati infatti lo confermano. Il Molise è una di quelle regioni dove il fenomeno dell’emigrazione, a cui hanno contribuito diversi motivi, quali, per esempio il lavoro, la carenza di infrastrutture, l’aspetto economico.

Dietro la SNAI si celano quelle che vengono definite le filiere cognitive. Un lavoro coordinato, in base alle tematiche, che ha permesso di individuare le strategie locali, per costruire il futuro delle comunità del territorio. Ridare dunque valore ai servizi, quali sanità, istruzione, turismo, produzione.

Un lavoro che ha però dovuto fare i conti anche con alcune criticità, come per esempio il problema delle infrastrutture. Le strade del Molise sono precarie. Si deve fare i conti con la difficoltà nel percorrerle. Ma anche per arginare questo problema sono previsti interventi che riguardano la mobilità. Questo per consentire che le strategie introdotte possano svilupparsi senza impedimenti marginali.

L’obiettivo della SNAI è invertire la rotta, ma con delle azioni concrete, che vanno a interessare la sanità, istruzione, turismo, ma anche produzioni autoctone.

Rispetto alle altre regioni però in Molise siamo in ritardo. Altri territori hanno già visto concretizzarsi le varie strategie introdotte. Gli esempi virtuosi a cui il Molise e chi lavora in questo campo guarda sono la Valchiavenna e la Valtellina che hanno già finito il loro ciclo di programmazione. Nella nostra regione ancora non si inizia.

L’Accordo di Programma Quadro per il Matese è stato firmato, per il Fortore il progetto è finito, ma la fase di attuazione è ancora lenta.

La Strategia dell’Area pilota del Matese, insiste su diversi ambiti di intervento: accessibilità e mobilità turistica, accompagnamento alla creazione di impresa, uso del patrimonio agro-forestale, gestione e fruizione del patrimonio culturale e archeologico, sanità di prossimità e nuove figure professionali per l’assistenza territoriale, educazione al territorio, servizi ICT ed efficientamento energetico, animazione territoriale.

 

L’area del Matese, partendo dalle sue criticità ha avanzato proposte per ripristinare i servizi di base con il fine ultimo di arginare lo spopolamento e rilanciare il territorio. Salute, istruzione, sviluppo locale, mobilità, gli asset degli interventi previsti.  FOR CARE – Ambiente, Salute, Welfare questo il titolo della Strategia

Vivere nelle aree interne significa ad ogni modo proiettarsi in un futuro diverso dal modello urbano centrico che ha caratterizzato gli ultimi anni. Puntando su quella che è la cultura del localismo. Tutto ciò che contraddistingue un territorio. A farla da padrone poi in queste aree c’è la solidarietà che supera di gran lunga la competizione. Anche in questo senso la solidarietà intercomunale potrebbe dare una spinta in più a questo territorio che potrebbe risentire ancora dei disagi legati allo spopolamento e alla mancanza di servizi. Una solidarietà che potrebbe essere necessaria  per decollare.