di Alessandro Matticola

Scendo dalla macchina. Oggi nonostante il sole non è stata una giornata molto calda. Eppure siamo a giugno, a ridosso del Corpus Domini. Non ricordo che ci sia mai stata una sfilata dei Misteri col freddo, tranne per i 300 anni dalla nascita di Paolo Saverio Di Zinno, nel dicembre del 2018. Magari con la pioggia, ma sempre col caldo. Di sicuro, non ricordo un’estate, neanche durante gli anni dell’università a Siena, che sia iniziata senza i Misteri, la marcia del Mosè di Rossini, l’allegra confusione delle bancarelle al “Vecchio Romagnoli”, l’odore dei panini, della scapece, delle noccioline… quest’anno non ci saranno. Non sembra vero eppure è così.

Mi prende un attimo di nostalgia, ma ripasso le domande da fare e cerco di non pensarci. Salgo le scalette che giungono al portone del palazzo, in cortile ci sono dei bambini che giocano col pallone e le biciclette. Sembra che il virus qui sia andato via.

È proprio Antonio col suo sorriso ad aprirmi la porta. Ci conosciamo da una vita e non ricordo di averlo mai visto imbronciato, sempre allegro e di compagnia, pronto a darti il buonumore anche in una giornata no come questa, dove il sole c’è ma manca ancora l’estate.

Mi fa accomodare in cucina, ci sono anche i suoi genitori Fernando e Loredana. Il calore che manca fuori lo ritrovo in questa famiglia, in questa casa. Poso la borsa della macchina fotografica di fianco al tavolo sul quale vi sono due album. Sono tutte le foto di quando Antonio è salito come figurante sui misteri, alcune delle quali gli ho scattato anch’io. E prima di lui ci sono state sua madre Loredana e sua zia Amelia. E prima ancora la nonna Rita. E ancora prima il bisnonno Michele. Ben 4 generazioni di una famiglia che ha rappresentato i misteri, sugli ingegni e nell’organizzazione.

Ne apro uno a caso, cerco un punto da dove iniziare. La prima foto è di quando Antonio era piccolo.

Questa dovrebbe essere la prima volta in cui sei salito sugli ingegni del Di Zinno. Quanti anni avevi, cosa ti ricordi di quel momento?

Avevo 7 anni, era il 2000 e in realtà ricordo molto poco proprio perché ero piccolo. Ma ricordo perfettamente che ero emozionato da morire. Qui ero su San Rocco, ci sono tornato di nuovo 7 anni dopo quando ero già più grande”

Loredana invece ha buona memoria.

Di quella prima volta ricordo tutto. Vederlo salire e vestirlo è stata un’emozione unica che non si può descrivere. Antonio era una statua di marmo, non fece una smorfia per tutta la processione. Ha accennato ad un timido saluto ogni tanto ma per il resto non si è mosso di una virgola. E poi ricordo la gran confusione durante la vestizione, un’atmosfera frenetica ed eccitante tanto da farti quasi dimenticare dov’eri”

Da quello che ricordo, i Misteri li hai “girati” quasi tutti, sia da figurante sia al loro seguito nel servizio d’ordine.

“Si, San Rocco è stato il primo nel 2000 e come ti ho detto ci sono salito di nuovo nel 2007. L’anno dopo, nel 2001, è stata la volta di San Crispino e poi nel 2002 San Gennaro, l’anno del temporale!! Anche su Sant’Antonio Abate sono salito 2 volte, nel 2003 e nel 2005, mentre nel 2004 è stata la volta dell’Assunta. Poi sono “sceso” per qualche anno e mi sono dedicato al servizio d’ordine durante la processione. Fino al 2016, dove sono salito su Sant’Isidoro ben 70 anni dopo il mio bisnonno Michele!! Per tutto questo devo ringraziare la famiglia Teberino, che mi ha dato la possibilità di essere parte della tradizione più importante della nostra città in tutti questi anni”

Diamine, la processione del 2002 me la ricordo bene! Era una giornata splendida poi verso mezzogiorno si scatenò il diluvio universale. Resta memorabile la foto con i portatori sotto al mistero.

“Esatto, è stata un’annata molto particolare dove ci fu un parapiglia generale!! Quell’anno il comune era in ristrutturazione e venne deciso di far dare la benedizione dal Vescovo, che allora era Armando Dini, di fronte alla Cattedrale in Piazza Prefettura, come si faceva nelle prime processioni. Alcuni Misteri tra cui San Gennaro dov’ero io erano già arrivati quando iniziò a piovere ma la maggior parte era ancora per strada. Quando si scatenò il temporale fu il panico totale. Molti misteri non arrivarono mai in piazza, proseguirono per Via Pietrunto e tornarono direttamente al museo, altri invece percorsero Via Roma per cercare di raggiungerlo prima. Altri invece si fermarono per Corso Vittorio Emanuele. Non saprei dirti quali fossero in piazza durante il temporale, io di sicuro ero lì!!

Però l’edizione più emozionante in assoluto per te, da come ho capito, è stata quella del 2016.

“Si, come dicevo esattamente 70 anni dopo il mio bisnonno Michele sono salito su Sant’Isidoro, era il 29 maggio del 1946. Ho impersonato lo stesso ruolo che lui ha ricoperto per tanti anni, è stato un momento molto importante per me e per la mia famiglia”

Sfogliamo gli album fino a quando non troviamo delle vecchie foto in bianco e nero, con Michele Oriente splendido nelle vesti di Sant’Isidoro insieme alle figlie Rita e Maria. E mi emoziono anch’io quando quasi per caso, in una di queste foto, rivedo mio nonno Riccardo. Qui la parola passa di nuovo a Loredana.

Nonno Michele è salito diversi anni sui misteri. Ha sempre rappresentato Sant’Isidoro e San Crispino. Non so dirti di preciso in quale anno ha iniziato, ma prima dell’ultima guerra mondiale era già salito diverse volte sugli ingegni. Poi si è portato con sé anche mamma (Rita) e zia Maria. Lui e Cosmo Teberino, che si è sempre occupato della custodia degli ingegni, erano grandi amici ed hanno figurato insieme tante volte sul Mistero di Sant’Isidoro. Le collane d’oro che portava al collo erano tutte vere e andava in giro da conoscenti ed amici a chiedere in prestito gli ori da indossare quella mattina. Era molto sentita come cosa.”

Anche tu Loredana sei salita sui Misteri da bambina!

Si, sia io che mia sorella Amelia. Io sono salita sull’Assunta, su San Crispino e su San Gennaro, mia sorella invece sul mistero di Maria Maddalena”

Ed immagino che le cose oggi sono completamente diverse da allora.

Tanto per cominciare, il museo naturalmente ancora non esisteva. Gli ingegni erano costuditi da Cosmo Teberino come ti ho detto ed erano riposti nella palestra della scuola elementare Francesco D’Ovidio. La vestizione avveniva li fuori, nel piccolo cortile davanti all’ingresso, poi il resto del percorso è rimasto lo stesso. Non era il massimo come posto e gli ingegni erano un po’ abbandonati a sé stessi, non era possibile dargli la stessa cura di oggi. Poi con la nascita del museo e dell’Associazione “Misteri e Tradizioni” da parte della famiglia Teberino agli ingegni è stata data la giusta importanza e la giusta cura. Per quanto riguarda la vestizione, io sono salita sui misteri all’inizio degli anni ’70 quando le imbracature e i cuscini di gomma erano già presenti. Naturalmente non c’erano le stesse misure di sicurezza di oggi, ma non era come agli inizi. Ricordo che una volta scesi dal Mistero con le gambe coperte di graffi e mio padre Francesco, Cecchino come lo chiamavano tutti, si arrabbiò come un matto minacciandomi di non farmi più salire, mentre io già pensavo all’anno successivo perché volevo tornarci di nuovo!!”

Ma qual è il momento più bello della processione?

Antonio:Per me i momenti più belli sono l’uscita, quando vedi le persone che fremono fuori dal cancello perché vogliono essere i primi a vedere i misteri e quella foga ti da la giusta carica per affrontare tutto il percorso e poi il passaggio nel centro storico, da Porta Sant’Antonio Abate a San Leonardo, dove vivono i campobassani veraci affacciati ai balconi che lanciano le caramelle ai bambini e i vicoli stretti dove mi chiedo ancora adesso come facciano a passare!!”

Loredana: Anche per me il momento più bello è l’uscita dal cancello del museo, ma un altro momento altrettanto emozionante è quando il mistero viene alzato. Il vuoto d’aria che si prova è da brividi ed è un’emozione unica !!”

E non avete mai avuto paura?

Antonio: “Io no, mai. Certo quando ti alzano e cammini un po’ di tensione c’è ma fa parte del gioco!”

Loredana:Neanche io ho mai avuto paura, solo un po’ di tensione. Anche se devo ammettere che il momento in cui posano il mistero a terra per l’ultima volta al rientro mi incute un po’ di timore. I portatori sono stremati dopo un’intera mattinata!!”

Ecco, il momento del rientro non lo conosce quasi nessuno se non i figuranti e gli addetti ai lavori. Cosa succede quando i misteri “tornano a casa”?

Antonio:Si effettivamente è così, pochi sanno quello che succede dopo la processione. La cosa più brutta è che il tempo della processione, per chi è sul Mistero, vola. Un momento prima eri pronto ad uscire e quello dopo sei già sceso, pensi già a voler salire di nuovo. Il museo è una baraonda dopo la processione, bisogna dare sfogo a tutta la tensione accumulata durante il percorso. Infatti non può entrare nessuno, per i bambini è concessa la presenza di un solo genitore. Poi scesi tutto viene rimandato tutto al lunedì, quando la festa è finita. Gli ingegni vengono portati fuori, sul piazzale, vengono puliti e viene pulita anche l’ala del museo che li accoglie. Sono i figuranti ed i parenti dei figuranti insieme al personale del museo a pulire tutto, è una questione di appartenenza. Mentre alla pulizia dei costumi pensa il Museo. Finito ciò, si aspetta con trepidazione l’anno successivo”

Antonio, ma tu come ti senti quando sei sul Mistero?

 E’ un’emozione incredibile, sembra di stare su una nuvola! C’è un po’ di timore come ti ho detto ma è normale, fa parte della scena. Ma quando sei li in alto e vedi le persone emozionate intorno è spettacolare!”

E quando ti alzano invece?

“Quando ti alzano è da brividi, è qualcosa che non si può descrivere. Hai un vuoto d’aria, una piccola fitta allo stomaco e poi ti ritrovi in cielo, quasi non te ne rendi conto!”

La processione è tutta bella, non si può negarlo… ma qual è il tuo momento preferito, quello che aspetti più di tutti?

Il momento top per me è l’arrivo davanti al comune per la benedizione del Vescovo. Hai la città riunita ai tuoi piedi, c’è gente ovunque, fotografi, bambini a bocca aperta, la villa di fronte al comune che straborda di gente e il caos delle bancarelle a pochi passi di distanza. Quello è sicuramente il momento più bello. E poi c’è un mio momento, una cosa solo mia che mi godo la mattina del Corpus Domini. Il ritrovo al museo è per le 6 del mattino, io ci vado a piedi. Mi avvio da casa verso le 5 e mezza, attraverso la città deserta, la vedo ancora addormentata prima della festa. Lo faccio anche per scaricare un po’ la tensione, tanto quando dovrò vestirmi tornerà a salire più di prima !!”

L’anno prossimo su quale mistero vorresti essere?

Il sogno di tutti i figuranti uomini è di impersonare uno dei diavoli di San Michele, così come le ragazze vorrebbero essere la Donzella. Se non mi troverai di nuovo tra i diavoli come quando avevo 10 anni, mi vedrai vestito da San Giuseppe sul Mistero del Sacro Cuore di Gesù !!”

È ora di cena quando vado via. Mi avevano invitato a restare ma devo tornare a casa a rimettere a posto le idee. Torno a casa, accendo il pc, la lampada sulla scrivania e mi stiracchio sulla sedia. E mentre riordino le idee mi torna in mente l’emozione di Antonio nel raccontarmi dei suoi voli sugli “ingegni” e di come noi dal basso li vediamo sfilare ammirati, ogni volta come se fosse la prima. Apro YouTube e metto la marcia di Rossini. Non sarà come vederli dal vivo, ma le foto che Antonio mi ha prestato mi faranno passare la nostalgia, convinto che l’anno prossimo sarò per strada a vederlo volare di nuovo.