di Silvia Valente

E’ stato un privilegio poter incontrare Franco Baranello e farlo in quella che, per oltre vent’anni, è stata la sua “casa creativa” ha contribuito a rendere questa esperienza ancor più significativa.

L’atmosfera che si respira nello “Scarabattolo” ha qualcosa di surreale, ed è con sincera e autentica deferenza che siamo entrati in uno dei luoghi più suggestivi del centro storico campobassano. Dietro le piccole porte del borgo si aprono scenari inaspettati e la bottega del Maestro Baranello è indiscutibilmente uno di questi; il peso della storia si avverte fin dal primo istante, il carico di forze aumenta ad ogni passo e comprime, per la sua immane portata. Secoli, vite e respiri, aneddoti e verità si fondono in un incantevole zibaldone: ci sono occhi che guardano, pietre “parlanti”, polvere e fatica, amore e appartenenza. Tutto è al suo posto, la cura dei dettagli si legge nella disposizione degli oggetti e degli arredi, niente è lasciato al caso perché quando si ha a che fare con la storia, è indispensabile essere precisi. Franco Baranello è così, e il suo laboratorio rispecchia appieno il suo modo di intendere la vita.

Il rispetto per ciò che siamo e, soprattutto, per ciò che ci ha permesso di essere, oggi, le persone che siamo, è quanto di più importante e necessario da preservare; Franco Baranello ne è profondamente convinto e il suo impegno artistico volge in questa direzione, da anni, senza essersi mai scostato d’un centimetro. E’ quanto di più naturale possa immaginare, definirlo un custode di memorie: le sue creazioni, perfette e accurate, sprigionano totale ammirazione e profonda dedizione ad una causa che, in nessuna circostanza, il Maestro ha fatto propria in via esclusiva. Il valore della condivisione è il messaggio più importante che apprendiamo nel contemplare le meraviglie custodite allo Scarabattolo: le riproduzioni dei Misteri del Di Zinno, la processione del Venerdì Santo, la discesa della Madonna dai suoi Monti con il seguito di fedeli, le straordinarie scenografie dei presepi, Santi e donne in costume tradizionale sono la sintesi di un racconto che muove lungo le direttrici della spiritualità e della tradizione popolare.

Donna Peppa, la titolare della Casa di Tolleranza, stringe ancora tra le mani le banconote e ci guarda, con i suoi occhi malandrini e ammonitori, accomodata su una seggiola con postura austera; il Cristo morto campeggia in vetrina con la Madre Addolorata e la stuoia di accompagnatori del Venerdì Santo, una delle scene più rappresentative della fede campobassana, che per lungo tempo ha fatto bella mostra di sé dietro i vetri dello “Scarabattolo”. E poi i Misteri, quelli che sfilano ancora oggi per le strade cittadine, ma anche quelli perduti, che Franco Baranello ha ricostruito fedelmente riconsegnando, ancora una volta, ai suoi concittadini un pezzo di storia viva e ancora ardente.

Franco Baranello ha spalancato le porte della sua bottega, ci ha rivelato le passioni e le emozioni che lo hanno guidato in questi lunghi anni di intensa attività artistica; cosa c’è dietro le sue sculture, la fatica del lavoro e il suo irrinunciabile piacere, il valore della lentezza e dell’ascolto, l’importanza di non dimenticare. Nulla, finanche i particolari perché di questo siamo fatti: pochi, unici e irripetibili “ingredienti”.

Ringraziamo di cuore il Maestro campobassano per aver deciso di condividere il suo incredibile bagaglio di esperienze e ad OFF Franco Baranello ha fatto una promessa: lo “Scarabattolo” tornerà, nelle sue rinnovate vesti, scegliendo ancora una volta di esserci; via Marconi a Campobasso tornerà ad essere il luogo di scambio di una delle merci più preziose. Il nostro passato.