Il capo della tv di Stato con la scusa dell’emergenza Covid, davanti a una platea di dirigenti Rai convocati per l’occorrenza, annuncia tagli del 15-20 per cento ai compensi di conduttori e collaboratori esterni, ridimensionamento di agenti e procuratori delle società di produzione esterna, l’accorciamento delle prime serate a beneficio delle seconde, valorizzazione delle risorse interne. Così riporta il quotidiano Dagospia. 

Sulla questione che da anni par essere parte integrante del “sistema Rai” è intervenuto l’avvocato molisano Vincenzo Iacovino.

“Un’Italia in piena recessione come può sopportare tutto questo con i soldi pubblici? Chi sottoscrive i contratti? Chi decide il compenso? Chi decide di far fare la produzione del programma a società esterne partecipate dai conduttori del programma? Chi fa tutto questo è ben individuabile è opera indisturbato! Perché la RAI non interviene? Perché la RAI non esercita il suo potere contrattuale rispetto a questi signori che ogni volta che si allontanano dalla tv di stato spariscono? La commissione di vigilanza perché non interviene ? Il Collegio sindacale perché non interviene? Intervenga il consigliere eletto dai dipendenti. La storiella della concorrenza non regge. Grazie a questo escamotage si giustificano costi irragionevoli e ingannevoli non più tollerabili

La RAI, mai come ora, ha l’obbligo di calmierare i costi attraverso il sistema dell’accreditamento e la convenzione con gli artisti che confluiscono in un elenco a prezzi con un tetto. Come avviene per esempio nella sanità. Sono certo che tanti artisti risponderebbero e darebbero la loro disponibilità aderendo alle condizioni dettate dalla RAI. Si creerebbe addirittura una sana concorrenza, si eliminerebbero le trattative con i procuratori e potremmo vedere finalmente veri e autentici talenti in TV.  Non più le solite facce immotivatamente e ingiustificatamente strapagate

Fuori dalla RAI la politica e il conflitto di interessi”. Sarà possibile?