Critico d’arte e sociologo, il professore Maurizio Vitiello è un napoletano innamorato del Molise. Tante le sue collaborazioni con gli artisti molisani, prezioso il suo contributo nel mondo dell’arte internazionale. Qual è la relazione fra arte e sociologia? Cosa è cambiato nel mondo della cultura con il Covid-19? Cosa tiene uniti gli artisti molisani e la meravigliosa città di Napoli?

La cultura è, innegabilmente, il settore che ha più patito a causa delle restrizioni imposte dal lockdown: la penuria di matite e pennelli non ha comunque fermato gli artisti che, in qualche modo, hanno continuato a darsi da fare; molti hanno operato nonostante le difficoltà, non solo materiali, e il risultato è una produzione “dettata” dal Covid, dal suo silenzio, dal distanziamento sociale imposto. “Si tratta di una frattura sociale che abbiamo vissuto, in primis, come uomini. Tutto è andato oltre quella che è la nostra naturale condizione: l’uomo è sociale, da solo non riesce a vivere una dimensione opportuna ed utile. Gli artisti si incontrano perché è necessario fare gruppo, ciò gli dà forza e contribuisce a crescere. Nonostante tutto questo sia mancato, non è venuta meno l’idea di reagire” – ha spiegato il professore.

“Oggi abbiamo la possibilità di vedere i lavori del lockdown – ha continuato Vitiello – lavori contriti o pieni di speranza. Sono nate molte mostre virtuali e l’apporto della tecnologia è stato rilevante. Molte gallerie hanno dedicato spazio agli artisti, offrendo loro la possibilità di dialogare con il pubblico e non sono mancate nemmeno occasioni per mettere in piedi progetti di solidarietà”. Ma come ci si confronta con la fruizione virtuale, quando si sottrae ad essa la fisicità della relazione? “La normalità era apartheid – ha commentato Vitiello – siamo stati separati dalle nostre consuete abitudini. L’arte ha perso, a causa del virus, tantissimi rappresentanti, è stato un rosario di morti nel campo della cultura. Dobbiamo ricordarli, noi che siamo stati fortunati”, lasciando chiaramente intendere che, dinanzi a certi episodi, si renda indispensabile un’analisi comparativa dell’entità precipua degli avvenimenti.

Il discorso è scivolato, inevitabilmente, anche sulla relazione che, da tempo, tiene unite due realtà, quella napoletana e molisana. Un rapporto di cui il professore è fervido testimone e protagonista, alla luce delle personali conoscenze con molti esponenti dell’arte del Molise, ma anche per via del suo open space situato nel piccolo borgo di Cantalupo, dove torna frequentemente e con piacere.

 “A Roma c’è il Papa ma a Napoli c’è Dio” –  ha raccontato Vitiello, parafrasando Jean Cocteau in una sua conversazione con Picasso. Una città straordinaria, “l’unica città-mondo del pianeta Terra”, l’ha definita il professore partenopeo. Una capitale della cultura, legata a filo doppio con il piccolo Molise: alcuni fra i maggiori artisti di questa terra si sono formati nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di Napoli, distinguendosi per capacità e ingegno, segnando un solco profondo nella storia dell’arte nazionale. Dall’Ottocento al primo Novecento, l’Istituto ha ospitato tanti giovani aspiranti artisti che, di lì a poco, avrebbero reso onore alla propria terra di origine con innovazioni e ricerche di ineguagliabile pregio. Qualcuno tornò “alla base”, molti scelsero di proseguire la propria attività a Napoli.

Un viaggio secolare che non smette di affascinare, nonostante si conosca così poco a riguardo, nonostante poco (o nulla) si faccia per ricordare e preservare questa memoria storica. Maurizio Vitiello, fine studioso e profondo divulgatore delle pratiche artistiche, guarda al Molise con sincera ammirazione e prosegue, oggi come allora, un costante lavoro d’indagine e ricerca – oltre che di valorizzazione – delle più rappresentative personalità locali; il “Premio Sulmona” è, in ordine di tempo, l’ultima grande occasione offerta dal critico d’arte napoletano agli artisti molisani.

Questo e molto altro nel consueto appuntamento settimanale, a cura di Silvia Valente, dedicato alla cultura e ai suoi protagonisti. Ogni sabato, in diretta sulla pagina Facebook di “Officina dei Giornalisti”, a partire dalle 10.