Viaggiare significa scoprire luoghi. Immergersi in essi. Vivere quei posti facendo un’esperienza sensoriale. Attivare tutti i sensi. Guardare le bellezze. Ascoltare i suoni, le voci, i racconti della gente. Sentire il profumo della natura, delle strade e delle strutture del luogo. Gustare il cibo tipico di quel posto, assaporarlo lentamente per conservarne il sapore nel tempo. E poi toccare, sfiorare edifici, stringere mani.

E in Molise tutto questo è possibile. È il posto ideale da visitare e dove i cinque sensi si attivano all’unisono.

A inserire il Molise tra i luoghi top da visitare nel 2020 è il New York Times che invita i turisti a esplorare il territorio di questa regione.

Un territorio semplice ma ricco. Incantevole. Fatto di boschi e biodiversità. Di borghi arrampicati sulle rocce, ma anche di storia e archeologia. Di tradizioni, quelle autentiche.

Tra i luoghi suggeriti e che vale la pena visitare c’è l’alto Molise. Un angolo della nostra regione famoso per i paesini ricchi di storia, monumenti, palazzi, chiese, centri storici incantevoli. Ma anche posti dove natura, cultura, tradizioni ed enogastronomia si fondono.

Facendo un tour immaginario, così come suggerito dal New York Times, visitare l’alto Molise permette di conoscere la storia e la cultura, gustare i sapori tipici del luogo e allo stesso tempo immergersi in un posto incontaminato dove l’aria pura e il profumo della natura danno una sensazione che è difficile descrivere a parole.

Maria responsabile del Parco Abete Bianco di Pescopennataro lo scorso 6 giugno ha ripreso l’attività turistica. Un turismo all’aperto a contatto con la natura, in un’area priva di qualsiasi tipo di inquinamento. Una vacanza dunque tipica di questo periodo post pandemico.

“Un turismo che abbiamo sempre portato avanti e che oggi all’indomani della pandemia torna e che potrebbe essere fruttuoso in termini di utenti.

I vantaggi di questo tipo di turismo e del nostro turismo sono l’area pulita e lo stare a contatto con la natura, fare infinite passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo, qui il distanziamento è naturale. Ma anche sport praticabili all’area aperta come l’arrampicata”.

Ma ci sono poi da considerate anche dei punti di debolezza e ancora una volta il Molise pecca a causa dei trasporti e della viabilità.

“Quando i clienti ci contattato la difficoltà che hanno è nel muoversi. Un problema sia per chi si sposta con i mezzi pubblici – non ci sono i collegamenti – ma anche per chi arriva in macchina – ci sono delle voragini immense sulle strade”.

Un altro difetto riguarda poi la comunicazione.

“Non ci sono punti informativi. La rete la creiamo noi. Manca un portale turistico che metta in rete tutte le informazioni turistiche della regione”.

Continuando poi si arriva ad Agnone, famoso in tutto il mondo per le campane e per la tradizionale ‘Ndocciata. C’è chi, come Claudio, del Museo del Rame evidenzia che la mancanza di servizi può essere uno svantaggio per i turisti che potrebbero essere scoraggiati dal tornare.

E per immergersi ancora nella natura ed entraci a stretto contatto il luogo da scegliere è Capracotta. Da Prato Gentile al Giardino della Flora Appenninica, il turista si troverà a vivere un’esperienza sensoriale ed esperienziale.

Carmen, curatore del Giardino della Flora Appenninica, racconta di essere entusiasta di quando i turisti che arrivano e che lei accompagna all’interno del giardino, esprimono soddisfazione per le bellezze del Molise, per il paesaggio, per i centri storici e di quanto questa regione sia calorosa e accogliente.

“In questo periodo i turisti arrivano anche per curiosità. C’è chi arriva con una meta ben precisa e chi anche solo di passaggio decide di visitare questa regione. Non possiamo correre il rischio di scoraggiarli e non possiamo adagiarci sugli allori pensando di avere un bel territorio. Se questo è l’anno in cui molti verranno a conoscerci, questo è l’anno in cui dobbiamo cominciare a lavorare sul serio. Ci vuole una programmazione e una progettualità a lungo termine. E in questo la Regione, le istituzioni in generale, devono essere un po’ più attente. Dobbiamo metterci a sistema. Serve per esempio un portale per il turismo regionale che è facile costruirlo, ma è  importante tenerlo aggiornato in tempo reale”.

Ma oltre a queste esperienze, ce ne sono tante altre, ognuna delle quali lascia delle forti sensazioni.

In Molise si può assistere a eventi che vale la pena vivere almeno una volta nella vita. Quelli che lasciano delle emozioni che è difficile raccontare. Come quelle che si provano assistendo alla sfilata dei Misteri di Campobasso o alla ‘Ndocciata di Agnone. O i brividi che si sentono lungo la schiena attraversando il Ponte tibetano di Roccamandolfi o viaggiando sulla Transiberiana d’Italia che da Sulmona conduce a Carpinone.

Visitare i diversi musei che ci sono in regione. Da quello Sannitico di Campobasso al Paleolitico di Isernia. Fino alle aree archeologiche, come quella di Pietrabbondante o quella di Altilia-Saepinum. Uniche nel loro genere.

Ma anche addentrarsi in quei laboratori che si aprono in alcuni periodi dell’anno per preparare i carri di Jelsi o del carnevale di Larino. Oppure quelli dell’uva di Riccia, dove materiali naturali e artificiali si fondono fino a creare delle vere e proprie opere d’arte. Questi per citarne alcuni.

Senza poi dimenticare tutti i borghi che già di per sé sono un’attrattiva con i loro centri storici, le loro case particolari e arroccate sulle rocce, i vicoli caratterizzati molto spesso dai profumi tipici del luogo. E poi chiese, castelli, ruderi che rendono unico quel determinato paese.

Un’esperienza in Molise vale la pena farla. In qualsiasi periodo dell’anno c’è qualcosa da vedere o da sperimentare.

Silvia, archeologa e guida turistica, ha spiegato che nell’ultimo decennio in Molise si è pensato anche alla tipologia di vacanza culturale. Quella di scoperta di città, borghi, aree archeologiche, paesaggi inconsueti, tradizioni e buon cibo. Una vacanza che ha come punto di forza il ricco e variegato patrimonio materiale locale che diventa unico e identitario poiché connesso ai patrimoni immateriali e alle esperienze che i luoghi e le comunità offrono. Dunque si è attuato un processo grazie a una serie di elementi.

“Tuttavia molta strada c’è ancora da fare affinché il turismo diventi programmazione economica duratura, sostenibile e coordinata. Il turismo deve portare nuove economie ai territori, quelle di viaggiatori che scelgono di investire un proprio budget nel viaggio verso una meta diversa dalla propria residenza abituale. I territori, e quindi il Molise, devono investire verso l’esterno per farsi conoscere e per creare la motivazione del viaggio, ma anche verso l’interno affinché siano sempre più coordinate le diverse azioni attuate da enti o privati; ci sia un monitoraggio in grado di capire chi, quando, dove, perché e come il turista è stato in Molise (o magari è tornato); ci sia la verifica di standard di qualità dei diversi professionisti e imprenditori che operano a contatto con i viaggiatori; che siano rispettate le normative e tutelati i territori, i lavoratori e i beni ecc”.

E poi è importante programmare e progettare.

“I progetti di valorizzazione e promozione sono numerosi e coinvolgono diversi enti, serve una maggiore continuità nel sostenere gli obiettivi raggiunti cercando di coordinare le azioni attuate e le finalità raggiunte, promuovendone i risultati con le comunità e poi con i turisti anche dopo la conclusione degli stessi progetti”.

Oltre poi a creare una buona rete di comunicazione.

“Serve una coordinata comunicazione web capace di indicare cosa vedere ma soprattutto come (quindi necessariamente sempre aggiornata). Maggiore formazione degli operatori turistici per una migliore qualità e professionalità (troppo spesso ci si improvvisa). Aumentare il dialogo con le comunità che ancora non hanno maturato una visione turistica.

Il turismo necessita di programmazione e un monitoraggio costante perché è azione economica, che porta nuove risorse ai territori, che non deve diventare fattore di rischio, ma che diversamente deve essere produttività, ovvero lavoro. Non possiamo più permetterci di improvvisare!”

Dunque è importante una buona sinergia e progetti a lungo termine, affinchè il Molise diventi – o continui a essere – una regione a vocazione turistica, così come le istituzioni in primis dicono da tempo.

In particolare i piccoli paesi, che soprattutto nel periodo post pandemico si stanno riscoprendo, sono diventati attrattiva per i visitatori, ma questo non significa certo che non ci debba abitare nessuno e per questo si dovrebbe ragionare su politiche di sostegno ai giovani, alle famiglie, ma anche alle imprese o alle cooperative. Che poi è tutto circolare.

Il turismo esperienziale, di cui tanto si parla, è fatto di contatto diretto con la gente del posto, con le attività commerciali, con le associazioni locali. E allora potrebbe essere una strategia efficace creare una connessione emotiva tra gli abitanti di una destinazione e i loro ospiti. Una strategia che poi non sarebbe difficile da applicare se si pensa al Molise come terra accogliente e ospitale. E se questo può avvenire in modo quasi naturale diventa più difficile la connessione tra le diverse realtà nel momento in cui manca una rete tra gli operatori, le strutture ricettive e gli stessi luoghi della cultura, che come sottolineato da più parti, serve per fare turismo.

Se tutto non viene incoraggiato, è difficile che nei prossimi anni continui a essere di moda questo tipo di turismo, o perlomeno in Molise. Allora anche questa volta è facile affermare che il turismo delle emozioni, che è semplice fare nella nostra regione perché viene quasi in modo naturale, deve partire da quello che c’è che però allo stesso tempo deve essere affinato e perfezionato.