Quando si varca l’ingresso di un paese delle aree interne del Molise solitamente ci si trova di fronte a nuove costruzioni. Case di residenti, ma soprattutto di chi ha deciso di costruire la sua seconda casa in quel posto. Il paese dunque, rispetto a quello che chi lo ha vissuto anni prima ricorda, cambia aspetto. Si espande verso l’esterno.

Nel cuore del borgo, nel cosiddetto centro storico, il silenzio la fa da padrone e intorno ad antiche costruzioni riecheggia l’abbandono e la solitudine.

I centri storci, della maggior parte dei piccoli paesi, anche del Molise, sono vuoti e vittime di una dimenticanza anche da parte di chi dovrebbe prendersene cura. E poco hanno per attirare chi in quell’angolo del paese potrebbe pensare di stabilire la propria residenza.

Strutture però che in alcuni paesi d’Italia sono diventati un punto di forza.

Case che sono state vendute al prezzo simbolico di un euro.

Così come è successo a Gangi in Sicilia oppure a Bormida in Liguria. Ma anche a Carrega Ligure in Piemonte, a Ollolai in Sardegna, a Fabbriche di Vergemoli in Toscana. Solo per citare qualche esempio.

L’obiettivo è quello di recuperare alcune abitazioni all’interno dei centri storici. Ridare così valore e dignità a quella parte del borgo sempre più spesso abbandonata e isolata.

Un suggerimento che Gianluigi Ciamarra, Presidente di Italia Nostra Campobasso, ha voluto dare ai sindaci dei comuni molisani per avviare anche in Molise una esperienza già fatta da numerosi piccoli comuni italiani, da Sud a Nord.

“L’iniziativa ha ottenuto un duplice ordine di benefici: segnali di ripopolamento, più o meno evidenti, in paesi oramai abbandonati e forse destinati a scomparire; riqualificazione dei loro centri storici che conservano preziose testimonianze di storia e di arte, immersi in contesti paesaggistici di notevole rilievo. Altro aspetto positivo del progetto è indubbiamente quello di una riduzione del consumo del suolo, fenomeno sempre più accentuato ai giorni d’oggi e preoccupante per i problemi legati all’ambiente”.

Così, come ha analizzato il Presidente di Italia Nostra Campobasso, il centro antico dei borghi, senza escludere quelli molisani, hanno molto spesso un patrimonio che rischia di rimanere abbandonato nell’inerzia dei proprietari e dei comuni, che, per ragioni economiche, si trovano a essere impossibilitati a progettare un suo recupero.

Una chiave di volta per il recupero di tale patrimonio potrebbe essere, quindi, la cessione delle case al prezzo simbolico di 1 euro, che allo stesso tempo potrebbe allontanare il pericolo di vedere paesi fantasma ridotti all’osso quanto a numero di abitanti e di frequentatori.

Un progetto, dunque, che riguarda abitazioni molto vecchie, fatiscenti, abbandonate. Immobili che si trovano in uno stato di degrado strutturale, statico e igienico sanitario i cui proprietari, che hanno comunque l’obbligo di versare tasse e tributi, potrebbero essere disponibili a disfarsene perché impossibilitati a ristrutturarle, a metterle in sicurezza o semplicemente perché vivono altrove.

Nel momento in cui il proprietario dà il consenso alla cessione della struttura, il comune – che ha un regolamento ad hoc – assume un ruolo di garante, mettendo a disposizione il proprio ufficio tecnico.  A questo punto, l’acquirente si impegna a ristrutturare l’immobile entro il termine stabilito dal comune – di solito entro tre anni – e a versare una fideiussione a garanzia del completamento dei lavori.

Potrebbero esserci però delle difficoltà nel momento in cui la struttura ha più proprietari non tutti facilmente rintracciabili, per cui non è possibile ottenere la disponibilità alla cessione e il comune, invece, volesse o dovesse, per necessità (per esempio per lo stato di pericolo), acquisirlo al proprio patrimonio.

“Purtroppo, in tal caso, anche se il comune dovesse intervenire per motivi di sicurezza, la vigente procedura sarebbe lunga e non semplice. Sarebbe auspicabile che a tal proposito intervenga una leggina che semplifichi le norme permettendo, nell’incuria del proprietario, un celere atto appropriativo da parte dell’ente comunale”.

Il suggerimento proposto da Italia Nostra Campobasso ha avuto un riscontro. L’associazione infatti è stata contattata da alcuni sindaci interessati all’iniziativa, ma anche da ipotetici acquirenti, persone che hanno chiesto a quale comune rivolgersi per un eventuale acquisto.

“Dopo aver assunto più particolareggiate informazioni dagli uffici tecnici di alcuni comuni che hanno già attuato il progetto della ‘Casa a 1 euro’, abbiamo inviato a tutti i 136 sindaci della regione la documentazione di riferimento e i fac- simile delle delibere adottate. Sono sicuro che più di qualche amministrazione farà sua questa proposta”.

Un’iniziativa, dunque che potrebbe andare di pari passo con altri progetti che hanno lo scopo di arginare il fenomeno dello spopolamento, ma anche la rinascita dei centri storici dei borghi delle aree interne.

Lo spiega bene Gianluigi Ciamarra quando evidenzia che la crisi post coronavirus, che minaccia di mettere in ginocchio per i prossimi anni la nostra già traballante economia, esige scelte coraggiose e concrete che però, potrebbero risultare vincenti per una regione che è in grado di essere autosufficiente in diversi settori della produzione.

“Le moderne tecnologie possono oggi convertire passate esperienze lavorative in opportunità di lavoro al passo con i tempi. Penso, naturalmente, ad una rivisitazione dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’allevamento e delle coltivazioni, della lavorazione della lana, del ferro, ecc; di antichi mestieri visti in chiave moderna, insomma. Opportunamente riconsiderati e sostenuti da seri corsi formativi, essi assicurerebbero un valido apporto ad un progetto turistico, di un turismo culturale e alternativo a quello di massa, che rappresenterebbe l’autentico volano per la nostra regione, ma lento a decollare per svariate ragioni. Naturalmente la mancanza dei più elementari servizi in gran parte del nostro territorio interno è da ostacolo a qualsiasi progetto innovativo ed è anche su questo punto che l’attenzione di chi ci governa ed amministra deve necessariamente concentrarsi. Senza stravolgimenti, difendendo l’ambiente, il nostro meraviglioso paesaggio ed il nostro piccolo-grande patrimonio storico e culturale, potremmo porci come regione capofila di una ripartenza che veda riconciliarsi l’uomo con la bellezza e con la natura”.

L’iniziativa della vendita delle case ad un euro aspira, senza ombra di dubbio, a ripopolare un territorio e in particolare quello delle aree interne, vittima del fenomeno migratorio e quindi dello spopolamento. In queste settimane ci si è ingegnati per attirare sempre più persone in Molise e le iniziative di San Giovanni in Galdo e Filignano, che hanno pensato di offrire degli alloggi gratuiti ai turisti, ne sono un esempio.

Idee che il Presidente di Italia Nostra Campobasso valuta ottime e sicuramente originali, che potrebbero contribuire a far uscire fuori dall’isolamento molti comuni.

“Dopo questa prima esperienza, l’idea potrebbe essere arricchita con altre iniziative per una maggiore conoscenza del territorio, non solo di quello ospitante, tramite organizzazione di eventi culturali, escursioni, visite guidate, ecc. Ma a tal proposito dovrebbe auspicarsi una fattiva collaborazione, una sinergia tra più comuni aggregati ed uniti nella comune finalità di una più ampia conoscenza e frequentazione della Regione, attraverso un percorso che metta in evidenza le peculiarità di ciascun paese. Indubbiamente l’invogliare, l’incentivare un soggiorno in Molise con il recondito intento di ripopolare stabilmente i paesi dell’entroterra è un progetto difficile, ma non arduo ad attuarsi”.

E chissà, da qui a qualche anno, sarà facile trovarsi di fronte ad un fenomeno – quello dello spopolamento – in controtendenza. E a progettare un futuro proprio nel cuore delle aree interne, proprio nel cuore dei borghi, quello dove il tempo sembra essersi fermato, ma che ha un battito sempre vivo e che nonostante tutto continua a pulsare.