L’Oms nei giorni scorsi ha parlato di un’unica grande ondata di coronavirus che non si è mai esaurita. Non esisterebbe quindi una prima ondata oramai quasi del tutto estinta ed il timore di una seconda prossima ad arrivare.

Non è dello stesso avviso il continente europeo. Anzi, l’idea dell’arrivo di una seconda ondata sta prendendo sempre più forma e sostanza.

Il primo allarme arriva dalla Germania, dove nel mese di luglio i contagi sono tornati a salire vertiginosamente, arrivando a toccare quasi quota 700 nella giornata di ieri. Colpa della negligenza dei tedeschi – chi lo avrebbe mai detto – secondo il Koch Institut. Le misure di sicurezza sembra non vengano rispettate ed anche le mascherine oramai stanno diventando un optional ovunque.  La concentrazione più lata in Baviera, tra le aziende agricole.

La Germania, tra i paesi più rapidi nella risposta al coronavirus, sembra stia iniziando a pagare il prezzo per aver abbassato la guardia, ma a preoccupare è anche la Spagna. Più di 900 casi nelle ultime 24 ore, diventando quindi la principale sorvegliata in Europa. Obbligo di mascherina anche all’aperto e multa fino 15 mila euro per i trasgressori.

La risposta degli altri paesi dell’eurozona non si è fatta attendere. Berlino ha richiesto ai tedeschi di non recarsi in Spagna e allo stesso tempo, sono iniziati i controlli agli arrivi dalle zone a rischio. Stessa decisione presa anche da Regno Unito, Belgio, Norvegia e Olanda, che pongono in quarantena chi proviene da queste zone.

Non va meglio in Belgio, con un nuovo grande focolaio ad Anversa ed il coprifuoco la sera dalle 23:30 alle 6:00 del mattino.

A livello diplomatico la situazione inizia a sfuggire di mano. La paura gioca un ruolo chiave, ma il pericolo è dietro l’angolo, non possiamo nasconderlo. Naturalmente la Spagna, nella persona del Primo Ministro Pedro Sanchez, che definisce “ingiuste” le scelte degli altri paesi europei.

Encomi per l’Italia da parte del quotidiano inglese The Guardian, che loda le misure di sicurezza messe in atto ed il loro rispetto. Ben venga dunque la proroga dello stato di emergenza. È chiaro che il coronavirus non è ancora sotto controllo, serve una risposta pronta nel caso in cui – si spera non ce ne sia bisogno – la situazione peggiorasse di nuovo.