Tendere una mano e aiutare chi più ha necessità. Lo sanno fare bene i molisani e lo hanno dimostrato anche in un momento difficile come quello dell’emergenza sanitaria.

Associazioni, imprenditori, singoli cittadini, ma anche Sindaci di alcuni paesi non sono stati a guardare e ognuno ha promosso delle iniziative per raccogliere fondi e aiutare chi più ne avesse bisogno. Ma anche per acquistare ciò che in questo periodo è diventato di primaria importanza: i dispositivi di protezione. Oltre all’ASReM diversi si sono attivati sulla piattaforma digitale GoFoundMe.

Tra questi, per esempio c’è #MiPrendoCuraDell’Arem che ha raccolto contribuiti per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per personale medico e paramedico e materiale di consumo in laboratorio per effettuare test tampone. A usufruire di GoFoundMe anche un gruppo di giovani di Isernia che ha voluto essere di supporto agli operatori sanitari acquistando per loro, con i soldi raccolti, del materiale sanitario.

La campagna Aiutiamo il Molise a combattere il Coronavirus è servita per un contributo concreto dal basso alla sanità molisana in questa situazione di emergenza, in particolare al San Timoteo di Termoli. La somma raccolta è stata destinata per il rafforzamento delle postazioni di terapia intensiva.

C’è poi chi, come la Caritas, ha allargato ancora di più le sue braccia e oltre ad aiutare le famiglie povere di cui si prende cura ha accolto e ha teso la mano ai nuovi poveri, in particolare a chi con l’emergenza ha perso il lavoro e fa fatica a mettere un piatto in tavola.

E sulla stessa lunghezza d’onda nei mesi di lockdown hanno agito anche molti sindaci molisani. In tanti hanno aperto dei conti corrente per raccogliere soldi con cui comprare beni di prima necessità alle famiglie più bisognose dei loro comuni.

Abbiamo imparato a conoscere la generosità delle persone anche attraverso gesti come quelli legati alla spesa solidale. Lo slogan ‘Chi può metta, chi non può prenda’, che invitava a lasciare a chi poteva e a prendere a chi ne avesse bisogno, ha visto riempire molti carrelli della spesa e molti cesti che i gestori dei negozi hanno messo per raccogliere cibo e non solo a cui potevano poi attingere i più bisognosi.

Alla solidarietà si lega indissolubilmente anche l’arte e il Molise non è stato da meno. Il progetto ‘Una canzone per noi’, ha unito 18 cantanti e musicisti locali – ‘Collettivo musicale-Rock It 19’ – che hanno dato vita ad un’esibizione mostrata poi in un video. L’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Campobasso, ha aderito alla ‘Raccolta fondi per l’emergenza Covid19’ del Comune di Campobasso, destinata al sostegno al reddito di persone, operatori economici e partite iva residenti nel territorio cittadino e che versano in particolare difficoltà economica.

C’è poi chi ha agito per essere di sostegno agli operatori e alle strutture sanitarie. Non dimentichiamo infatti quelli che – soprattutto imprenditori – si sono messi in moto per donare delle apparecchiature fondamentali in questa emergenza sanitaria, i ventilatori polmonari. Macchinari in grado dunque di salvare la vita.

Oltre a questo, poi le tante mascherine, oltre ad altri dispositivi di protezione, che sono state ideate, create, cucite e donate.

Nei momenti di bisogno il Molise c’è e lo ha dimostrato. I molisani hanno dimostrato di saper tendere la mano, di corre in aiuto lì dove c’è bisogno di sostegno.

Gesti spontanei e concreti che però dovrebbero essere un po’ più aperti. Molto spesso ad aver bisogno di aiuto non è solo il nostro vicino di casa, ma anche chi non conosciamo, chi non parla la nostra lingua o il nostro “dialetto” e allo stesso modo tende la sua mano per essere aiutato.