Fondo per la non autosufficienza e Consulta per le politiche sociali: due argomenti sensibili, rimasti chiusi nel cassetto delle buone intenzioni e sui quali l’esecutivo Toma è in netto e colpevole ritardo, nonostante essi rappresentino il fulcro di ogni azione di welfare.
Con due distinti ordini del giorno presentati in Consiglio regionale, i Consiglieri pentastellati hanno chiesto l’impegno serio e concreto del presidente della Regione Molise per colmare la voragine che si è aperta nel welfare, con effetti drammatici sul quotidiano di centinaia di persone e famiglie fragili alle quali si dovrebbero risposte immediate.

In relazione al Fondo per la non autosufficienza,  si registrano gli ormai soliti e inaccettabili ritardi. Da quello nazionale arriva quel sostegno che consente alle persone con gravissima disabilità e agli anziani non autosufficienti di affrontare con minore preoccupazione, almeno dal punto meramente economico, le difficoltà quotidiane nel contesto familiare ma le risorse regionali sono esigue, nonostante l’aumento dei trasferimenti statali, e quindi non consentono di soddisfare tutte le richieste. Senza dimenticare i tempi di definizione delle procedure, eccessivamente lunghi e non compatibili con le necessità delle persone e le molteplici urgenze di chi richiede il sostegno.

Per il triennio 2019-2021, alla Regione Molise sono state assegnate risorse importanti (3.783.120 euro nel 2019, 3.768.000 per il 2020, 3.754.740 per il 2021) ma, ad oggi, le politiche di welfare possono contare solo sui trasferimenti statali, visto che non c’è traccia del cofinanziamento regionale di 400.000 euro, inizialmente previsto. Somme che quindi consentono di soddisfare meno della metà delle istanze prodotte dai cittadini disabili, motivo per il quale la Giunta ha ritenuto di dover riservare l’accesso ai benefici ai soli disabili gravissimi, con la evidente e grave lesione dei diritti di tutti gli altri potenziali beneficiari del Fondo.

A distanza di due anni dall’insediamento del Consiglio regionale e della Giunta regionale, nonostante l’avvicendarsi di due assessori alla guida delle Politiche sociali, anche la Consulta per le Politiche sociali non risulta ancora istituita né insediata malgrado la sua determinante funzione, soprattutto nel nostro contesto, quale organo di raccordo tra la Regione e l’insieme delle professionalità che operano in ambito socio assistenziale. La Consulta elabora le proposte e le iniziative per favorire l’interesse, la ricerca, il confronto sui programmi di intervento anche per quanto attiene l’integrazione socio sanitaria, settore quest’ultimo che, da qualche giorno, può contare anche sull’apporto di due consiglieri delegati.

In questi 25 mesi non è stato compiuto alcun passo in avanti, non curanti delle ripetute le sollecitazioni delle tante associazioni che hanno portato il tema, complesso e delicato, all’attenzione dell’esecutivo regionale. Pertanto, ai sensi della normativa attualmente in vigore, cioè la legge regionale sul riordino del sistema regionale integrato degli interventi e servizi sociali, abbiamo chiesto che venisse immediatamente attivata la Consulta al fine di scongiurare ulteriori ritardi che comporterebbero maggiori disfunzioni in un ambito che, al contrario, necessita di attenzione, disponibilità, concretezza e azioni mirate.