“Scalare non serve a conquistare le montagne; le montagne restano immobili, siamo noi che dopo un’avventura non siamo più gli stessi”.

Così scriveva l’arrampicatore statunitense Royal Robbins, che fu uno dei pionieri dell’arrampicata americana.

Una frase che racchiude tutto ciò che uno sport come l’arrampicata o il contatto indissolubile con la montagna possa dare. La montagna per tanti che la vivono per passione e per lavoro diventa poi parte integrante della propria vita e a raccontarlo è Riccardo Quaranta, guida alpina e istruttore di arrampicata.

“La montagna rappresenta gran parte della mia vita, come gli alberi ed i boschi lo sono per un boscaiolo. Un ambiente duro, spesso selvaggio in cui ci si sente piccoli e spesso soli. Per starci bene bisogna, per indole naturale, essere persone predisposte a vivere bene questi che per altri possono risultare solo lati negativi di un ambiente. Il tutto lo si affronta solo con grande passione. La passione è il motore di tutto”.

Professioni che lui svolge in Molise, dove però praticarle è difficile. E quindi per dare il meglio in questo ci vuole un carattere forte, caparbietà e determinazione.

“Per indole caratteriale ho sempre avuto una testa dura. Pertanto, ciò che è mediamente difficile mi attrae enormemente ed è per questo che non sento più di tanto la difficoltà di svolgere il mio lavoro in Molise”.

Il Molise, negli anni, è diventato luogo di arrampicata. All’inizio degli anni ’80 molti sono stati attratti dalla bellezza e dall’imponenza dei blocchi calcarei della falesia di Morgia Quadra a Frosolone, che resta la falesia più conosciuta, rinomata e apprezzata della regione e del centro sud. Accanto a questo punto di riferimento sono nati, negli anni, tanti altri siti di scalata un po’ in tutta la regione. A selezionarli e recensirli nella guida ‘Molise Rock Da Frosolone alla Rocca di Oratino ​Vie sportive, trad e multipitch’ è proprio Riccardo Quaranta che insieme a Pietro Radassao ha raccontato la bellezza dei siti, il loro valore storico, ambientale e il legame con il territorio circostante, la loro accessibilità, nonché la volontà dei chiodatori di rendere pubblico il proprio lavoro.

Uno sport che potrebbe essere un volano per questa regione. Un trampolino di lancio per un turismo diverso, a contatto con la natura, ma anche un turismo sportivo. Sono tanti gli appassionati di arrampicata e il Molise potrebbe essere una regione ideale per praticarla. Ma anche in questo caso, e dobbiamo aggiungere purtroppo, manca qualcosa.

“Pochissimi sono gli enti locali che hanno aiutato e supportato l’arrampicata in Molise. La carenza di supporto per il comparto turismo, di cui l’arrampicata e l’alpinismo fanno parte, sono delle carenze croniche ormai nella nostra regione, direi dalla sua costituzione. Eppure, sono attività che muovono tante persone e soldi. Ma questo non sembra interessare nessuno. Inoltre, se pensiamo alla rete di strade e ferrovie di questa regione è facile concludere che mancano le basi per il turismo”.

In queste settimane, con l’inizio della stagione estiva, e forse anche prima, i piccoli borghi, anche in Molise, sono diventati morbidi cuscini dove adagiarsi, ma allo stesso tempo però c’è un turismo troppo fai da te.

“È ancora infinitamente debole la mentalità della libera professione e dell’impresa privata nel settore del turismo: nessuno (o quasi) in un momento simile, investe per ricevere ed attrarre turisti, quando invece la domanda di attività “open air” è schizzata. Il popolo degli arrampicatori è abbastanza sveglio e, nonostante la cronica assenza di servizi, sta prediligendo anche le nostre falesie per praticare questa attività”.

Una mentalità imprenditoriale dunque che secondo Riccardo manca, così come manca una voglia di rimboccarsi le maniche e impegnarsi seriamente, senza clientelismi ed aiuti pubblici.

“La chiave è tutta qui. Le opportunità ci sono ed anche ghiotte, ma nessuno ha voglia di lavorare”.

Riccardo Quaranta, oltre ad essere l’unica guida alpina in Molise è anche uno di quelli che in questa regione ci è rimasto con la voglia di fare.

“Sono rimasto e combatto ogni giorno con la fierezza del sangue sannita nelle vene”.

E a chi è rimasto come lui va la sua massima stima.

“È con loro che ho sempre interesse e voglia di mettere a disposizione la mia professione ed esperienza”.

Raggiungere la vetta dunque è arrivare a un obiettivo ben preciso. Significa arrivare fino alla cima di un percorso che si è pensato di intraprendere. Lo è per chi arrampica e lo è anche per chi decide di fare in una regione dove troppo spesso gli ostacoli non mancano e potrebbero scoraggiare a vivere in un territorio troppo poco valorizzato. Ma i molisani, si sa, sono determinati e la vetta per arrivare al riscatto riusciranno a raggiungerla.

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