Il rumore dei fuselli in sottofondo è una piacevole melodia che negli anni ha accompagnato le ricamatrici nell’arte del tombolo. È quest’arte, che si pratica ancora oggi ad Isernia, che riporta a una tradizione che risale ai primi del ‘400. La storia racconta che siano state le suore spagnole del convento benedettino di Santa Maria delle Monache di Isernia a diffondere tra le loro educande questa arte.

Oggi a conservarne la memoria e la pratica è l’Associazione Tombolo di Isernia. La presidente Lidia Tedeschi ha spiegato che quest’antica arte, che veniva esercitata dalle donne di Isernia già dal 1500, ha rappresentato per secoli una microeconomia per le famiglie.

“L’associazione ATI – Associazione Tombolo Isernia, onlus, che opera già da un decennio, si occupa della riscoperta, la tutela, la valorizzazione e la diffusione del patrimonio culturale, demo-etno-antropologico e artigianale molisano ed italiano, con particolare riferimento all’arte del Merletto a Tombolo di Isernia, nelle sue varie espressioni storiche, tecniche e artistiche, con l’intento di recuperare e salvaguardare la memoria di tale patrimonio e di conferirgli continuità. Essa si propone, inoltre, di perseguire finalità di solidarietà sociale e di arrecare benefici a persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche e familiari”.

Da qui, dunque, l’arte e la tradizione si fondono anche con la solidarietà. L’Associazione infatti è stata coinvolta in un progetto fuori dai confini regionali. In particolare, si tratta del progetto ‘Sartoria Sotto Sopra’ della Cooperativa Sociale ‘Spazio Incontro Onlus’ finanziato dalla Chiesa Valdese e realizzato a Selvacava frazione di Ausonia in provincia di Frosinone. In questo angolo del Lazio si è pensato di realizzare modelli di borse riutilizzando tessuti di vele del kitesurf. Oltre alle borse saranno prodotti anche altri articoli per la vendita sempre riutilizzando vecchi tessuti.

Il progetto nasce in un bene confiscato, con l’obiettivo di creare un luogo di aggregazione che porti alla autoimprenditorialità.

Si tratta di un percorso formativo e imprenditoriale che nasce grazie all’operosità della cooperativa sociale ‘Spazio Incontro Onlus’ presieduta da Angela Di Russo che, con il suo gruppo di lavoro, ha dato vita a questa esperienza di riuso e recupero soprattutto di luoghi che sarebbero rimasti abbandonati. Ma dietro a tutto questo c’è un fine sociale e di solidarietà. Infatti, come ha spiegato Angela Di Russo l’obiettivo è quello di dare risposte e speranza a quelle persone che vivono ai margini o si trovano in un contesto di disagio.

 “La prima fase sarà quella della formazione, alla quale seguirà quella della produzione, e il terzo ed ultimo step vorrà essere la concreta prospettiva di dare vita ad una impresa sociale che porterà alla stabilizzazione di quelle persone che avranno scelto e creduto, ed investito in termini di volontà e apprendimento, in questa bella avventura”.

Una sartoria che è nata un po’ per gioco con l’obiettivo di dare così una seconda chance alle cose, ma anche alle persone e ai luoghi e quindi anche alla tradizione.

E in questa bella avventura si inserisce anche il Molise. I prodotti che verranno realizzati prenderanno vita anche da scarti di produzione dell’azienda ModaImpresa di Miranda. Scarti che contribuiranno a realizzare tanti altri prodotti nella sartoria sociale, ma anche perseguendo la prospettiva di economia circolare utile a portare avanti pratiche sostenibili sotto gli aspetti ambientali e culturali.

“Vogliamo creare oggetti belli e con stile. Circondarsi di bellezza, infatti fa capire che tutto ha valore”.

 E poi oltre al riciclo, al tocco di stile, si unisce la tradizione che è quella dei merletti a tombolo.

Lidia Tedeschi ha spiegato che con questo progetto, che segue un lodevole scopo, si ha la possibilità di diffondere un’antica arte.

“Abbiamo la possibilità di far conoscere quest’antica arte che veniva esercitata, dalle donne di Isernia già dal 1500 e che ha rappresentato per secoli una microeconomia per le famiglie”.

Un’arte che seppur antica vede avvicinarsi e affascinare anche persone più giovani. Una tradizione che potrebbe essere per il Molise un punto di partenza per avviare un indotto turistico, ma anche economico, che possa ‘girare’ intorno a qualcosa che negli anni ha dato lustro al territorio e che oggi, se non viene tramandato e studiato, potrebbe andare perso. Un concetto condiviso dall’Associazione Tombolo di Isernia.

“Il riconoscimento della valenza artistica e artigianale di tale arte può contribuire a sviluppare turismo ed economia intorno ad esso. L’Associazione ha firmato, insieme a sindaci, amministratori e comunità di tutta l’Italia, il protocollo d’intesa per la formalizzazione della candidatura del merletto italiano a patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO”.

La città di Isernia infatti, insieme ad altri comuni italiani ha sottoscritto il protocollo d’intesa per sostenere il progetto di candidatura del ‘Saper fare l’Arte del Merletto Italiano’ a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. Un passo importante che può portare al riconoscimento internazionale di un patrimonio tipicamente isernino e che potrebbe creare una rete tra diverse realtà accomunate da quest’antica arte.

Ma allo stesso tempo i merletti a tombolo potrebbero impreziosire dei progetti solidali e non che potrebbero ricondurre al territorio molisano che vanta rarità ed elementi preziosi che caratterizzano il territorio e raramente si trovano altrove.

Il progetto portato avanti dalla Cooperativa Sociale ‘Spazio Incontro Onlus’ può essere uno stimolo anche per tante realtà molisane dove vecchi mestieri possono essere tramandati anche in chiave innovativa.

Un esempio per chi nelle diverse realtà anche marginali del territorio può diventare imprenditore di sé stesso sfruttando anche possibilità di usufruire di locali dismessi e abbandonati dove fare impresa e riattivare un circolo economico e sociale e portare gente e lavoro in quei posti che si stanno spopolando.

Partendo da qui, dunque, l’arte del tombolo potrebbe essere un punto di aggancio e si potrebbe creare quindi un circolo, un percorso turistico, un trampolino di lancio per riscoprire antiche arti e tradizioni, di cui il Molise è ricca. Ma allo stesso tempo potrebbe essere la chiave per riaprire laboratori di sartoria dove si andrebbero a realizzare prodotti decorati e caratterizzati da questi merletti preziosi. Ed è così che questa idea potrebbe essere un punto di partenza per l’economia del territorio che va a braccetto con la rinascita del territorio e in controtendenza con il fenomeno dello spopolamento.