“Sei sporca o sei tutta nera?”. Questa è la frase che ha generato una nuova polemica riguardo ai libri di testo nelle scuole, dopo quella della vignetta in cui un bambino nero dice “io volere imparare italiano bene”, contenuta in un libro del gruppo editoriale Raffaello. La denuncia è arrivata su Facebook da Marwa Mahmoud, consigliera comunale di Reggio Emilia e presidente della Commissione consiliare diritti umani, pari opportunità e relazioni internazionali.

A far discutere è l’accostamento della pelle nera alla sporcizia, come sottolinea Marwa Mahmoud nel suo post definendo il testo “una narrativa inferiorizzante” e “inaccettabile”. E ancora, “è giunta l’ora di fare seriamente i conti – scrive la consigliera sul social – con il colonialismo mai rielaborato e la percezione interiorizzata che ciò che nero è inferiore e male. La scuola oggi ha un ruolo ancora più rilevante che nei decenni passati, ha il dovere di educare alle diversità e alla ricchezza che da esse ne deriva”.

Non solo – aggiungiamo, ndr – emerge la totale incapacità di chi ha il compito di raccontare la realtà e farlo dignitosamente. L’immagine del bimbo nero che non parla italiano non racconta il presente, e qualunque bambino che frequenta le elementari lo sa. Nelle classi ci sono ragazzini neri nati e cresciuti qui, con genitori che vivono qui da decenni. Che non devono ambientarsi, sono a casa loro. Il problema è che chi dovrebbe raccontare questo mondo – giornalisti inclusi – è fermo a decine di anni fa.