Lo si era avvertito durante il lockdown e la situazione non par essere migliorata. La salute mentale infatti sta pagando un prezzo altissimo alla pandemia. I sintomi depressivi nella popolazione sono quintuplicati, quelli gravi sono aumentati addirittura più di sette volte in pochi mesi: a dimostrarlo sono i più recenti studi scientifici i quali sanciscono un incremento dei disturbi sia nelle persone già affette da una malattia mentale, sia in chi è stato contagiato dal coronavirus, sia nella popolazione generale.

Si stima, inoltre, che la psicosi potrebbe colpire fino al 4% sia delle persone con disturbi mentali che di coloro che sono venuti in contatto con il virus. Emerge infine che il COVID-19 possa provocare conseguenze neuropsichiatriche nel lungo termine individuate ad oggi in un caso su tre e causate dallo stato iper-infiammatorio indotto dal virus.

Anche i primi dati sulla popolazione generale sono molto significativi: il 32% manifesta infatti sintomi depressivi, e in Italia si stimano nei prossimi mesi fino a 150.000 casi di depressione maggiore in più. Cresce perciò la pressione sui centri di salute mentale, con l’Italia tuttora fanalino di coda in Europa per le risorse a loro destinate e strutture territoriali non adatti alla cura delle persone.