di Alessandro Matticola

Di sicuro è stato un confronto più civile e più carico di contenuti rispetto a quello tra Biden e Trump, ma comunque un confronto al veleno – non troppo tossico – quello andato in onda a Salt Lake City.

90 minuti dove, seppur con non poche frecciatine, i due vice designati dai candidati presidente, Kamala Harris – eventuale prima donna e prima afro americana a ricoprire questo ruolo – per Joe Biden e Mike Pence per Donald Trump, hanno cercato di affrontare dietro cortine di plexiglass i temi che non sono stati affrontati la scorsa settimana da parte dei due sfidanti, vuoi per l’insolenza di Trump, vuoi per il pacifismo di Biden.

Tutto più o meno tranquillo, un confronto tra due visioni opposte. Almeno fino all’argomento X: il coronavirus. Kamala Harris attacca Pence di aver sottovalutato fin dall’inizio la pericolosità del virus e Pence cerca di parlarle sopra, al che la candidata vice presidente gli chiede di essere più rispettoso, cosa che tra i due continuerà per tutta la serata con dei continui “Adesso tocca a me”, “Ora parlo io” e così via.

Poi i vaccini, l’ambiente e inevitabilmente, tra mille punture di spillo, si arriva al tema caldo delle tasse dove sia arriva puntuali alle mancate dichiarazioni dei redditi da parte di Trump e poi alla guerra commerciale con la Cina, dove Biden viene accusato da Pence di essere la Cheerleader di Pechino.

Vaghi entrambi sul tema dell’aborto, Pence prova poi una carta jolly. Ad assistere al confronto ci sono i genitori di Kayla Mueller, attivista cristiana rapita dall’Isis e rimasta uccisa in un bombardamento. Pence punta il dito contro l’ex presidente Obama, accusandolo di non aver combattuto il terrorismo islamico e anche qui la Harris se la gioca, ricordando quando Trump ha dato dei perdenti ai caduti durante la prima guerra mondiale.

Ultima spilla da parte di Pence, che accusa la Harris di aver perseguitato i neri molto più dei bianchi durante il suo mandato come Procuratrice, al che la Harris scivola di lato dicendo di non prendere lezioni su come attuare la legge.

Arriviamo ai sondaggi post confronto. La CNN afferma che il dibattito sia stato vinto dalla Harris col 59% delle preferenze, Pence arriva al 38%. Fox News invece, usando un altro metodo, afferma che tra gli spettatori del confronto, Kamala Harris ha realizzato il 53% dei pareri favorevoli, Pence il 47%. Mentre sui pareri contrari, la Harris totalizza il 40%, Pence il 48%.

Alla fine del dibattito, questa volta un dibattito vero, i Democratici ne escono ancora vincitori con Biden ancora avanti su Donald Trump.

Di solito, il confronto tra i due candidati vice presidente non è mai stato di grande interesse. Si trattava fondamentalmente di un ricalco in sordina del confronto tra i due leader dei partiti, sfidanti alle elezioni. Il confronto di quest’anno ha ricalcato in parte le aspettative. I temi sono stati affrontati in maniera abbastanza larga senza mai andare nello specifico, cosa che tocca ai due candidati sfidanti. L’idea di “punzecchiarsi” continuamente sarà stata una continuazione del leitmotiv tra Trump e Biden? Forse si, fatto sta che si è dovuto aspettare il dibattito dei vice per saperne qualcosa di più – e neanche più di tanto, perché le posizioni dei due schieramenti sulle tematiche discusse sono arci-note e i toni sono stati abbastanza accesi – su come si intende affrontare la presidenza dei prossimi 4 anni. E non era mai accaduto che un confronto tra i vice fosse così importante.

Un’ultima osservazione di spirito. I social sono invasi di fotografie che ritraggono Pence disturbato da una mosca durante tutto il dibattito, con battute di ogni tipo.

Trump al momento ha una mosca ben più grande di quella di Pence con cui combattere e al momento, dal punto di vista elettorale, il suo vice non è riuscito a risollevare le sorti del confronto della settimana scorsa.