di Antonio Di Monaco

La Regione che sta per costruire la metropolitana leggera non ha un servizio ferroviario decente. Per arrivare a Roma servono, quando va bene, due ore e quaranta minuti. Ma il treno ogni volta è capace di sorprendere il viaggiatore con ritardi biblici che superano spesso i 60 minuti. E se viaggiare sulle rotaie è difficile, sulle strade è ugualmente insidioso. Non c’è arteria che non sia intaccata dalle frane, occupata dai cantieri fermi e deviata dagli eterni smottamenti. Questo è il quadro dentro al quale la metropolitana leggera Matrice-Bojano “par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare”, chiedendo conforto al Sommo Poeta.

Si arriva così al 10 maggio 2010, giorno in cui la giunta regionale presieduta da Michele Iorio, approva (con la delibera numero 365) la progettazione relativa al sistema di metropolitana leggera Matrice-Campobasso-Bojano, redatta dall’Associazione temporanea di imprese Proger spa, Architecna Engineering srl, Architecna associazione professionale, dopo che nel 2007 era partita la Conferenza dei Servizi per la revisione del progetto culminata con il raggiungimento dell’Accordo di Programma in cui si determina la variazione degli strumenti urbanistici e si dichiara la pubblica utilità dell’opera. Un progetto costato ai molisani, fino ad allora, 875mila euro.

Nel luglio del 2013, ovvero nei primi mesi di governo della nuova giunta regionale presieduta da Paolo di Laura Frattura, Rfi approva una variante tecnica proposta dalla Regione Molise che permetterà il passaggio della metropolitana ogni mezz’ora. Nel complesso, per il progetto si prevede un investimento di 23,5 milioni di euro per il I lotto Matrice-Bojano, derivanti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2007-2013 attraverso un Accordo di Programma sottoscritto da Regione Molise e Rete ferroviaria Italiana con l’inizio dei lavori fissato al 3 novembre 2016 e la fine prevista il 30 giugno 2020 affidando ad Rfi l’incarico di Soggetto Attuatore.

I lavori sono affidati in appalto in relazione ai differenti settori specialistici interessati dall’intervento (Armamento, Opere Civili, Impianti di Segnalamento e Telecomunicazioni) che porterà alla velocizzazione della tratta Matrice – Campobasso – Bojano mediante un nuovo assetto plano-altimetrico dei binari di cinque stazioni (Matrice, Guardiaregia, Vinchiaturo, Baranello, Bojano) e alla costruzione di tre nuove fermate (S. Michele, S. Polo e Via Duca D’Aosta) per l’adeguamento dell’infrastruttura ferroviaria alle esigenze del nuovo servizio di tipo metropolitano su un percorso di 42 chilometri con 12 fermate complessive con la realizzazione di parcheggi e piazzole di sosta per autobus. Le attività procedono senza sosta con il completamento degli interventi previsti per la stazione di Bojano dove viene realizzato il nuovissimo sovrappasso in acciaio dotato di ascensori per il superamento delle barriere architettoniche, la messa in servizio delle tre stazioni (Guardiaregia, Matrice e, appunto, Bojano) e delle altrettante fermate (San Polo Matese, Via Duca D’Aosta e San Michele) prevista entro il 2019.

Intanto, nel rapporto “Pendolaria 2018” pubblicato da Legambiente, si evidenzia che la domanda di mobilità dai paesi dell’hinterland verso il capoluogo è stimabile in circa 9mila potenziali utenti, ma contemporaneamente emerge una costante diminuzione del numero dei viaggiatori giornalieri (-11,1% dal 2011 al 2018) che scelgono di utilizzare il trasporto ferroviario locale e regionale per i propri spostamenti a causa di una rete infrastrutturale e di un parco rotabile obsoleti, nonché dei progressivi aumenti tariffari. I dati di Legambiente collocano, quindi, la regione Molise come fanalino di coda per quanto riguarda la spesa per investimenti in servizi ferroviari e per il materiale rotabile, con appena 1,89 euro investiti per ogni abitante in un anno. Sull’onda di questi dati davvero poco incoraggianti, nel corso del 2020 i lavori del I lotto Matrice-Bojano sono tecnicamente completati. Ad oggi, non si ha ancora notizia di nessun treno che abbia mai coperto il percorso, tranne forse il treno fantasma avvistato negli Stati Uniti in occasione del funerale del presidente Abraham Lincoln nel 1865 che si sarebbe fermato per otto minuti ad ogni stazione in segno di omaggio al defunto statista, di cui avrebbe portato via lo spirito. Ma qui, serviranno ben più di otto minuti per capire come mai i nostri treni viaggino ancora a braccetto con lui. (continua)