Mentre rimbalzano voci su un possibile coprifuoco che deve introdotto nelle prossime ore, tiene ancora banco il dpcm emanato nella giornata di mercoledì scorso, 13 ottobre.

E c’è chi, nel passaggio in cui viene richiesto di chiudere i locali entro la mezzanotte, ha trovato una “falla nel sistema” e naturalmente si è approfittato della situazione.

Nel decreto infatti viene sì indicato che i locali devono chiudere entro la mezzanotte, ma non è stabilito un orario di riapertura, come ad esempio è stato deciso in Francia dove il coprifuoco è dalle 21 alle 6 del mattino.

E così in diverse città italiane, sono spuntati i “furbetti della mezzanotte” che chiudono i locali al nascere del nuovo giorno per riaprili 15 minuti o un’ora più tardi.

I casi più eclatanti sono stati a Catanzaro Lido e alla stazione di Bologna. A Catanzaro un locale ha riaperto alla mezzanotte e un quarto, mentre a Bologna alla stazione alcuni servizi di ristorazione avevano riaperto già all’una.

La giustificazione – tutto sommato giusta ma non dal punto di vista logico – è che non è indicato un orario minimo di riapertura, per tanto nulla vieta di riaprire ad esempio alla mezzanotte e qualche minuto stando al decreto.

È ovvio che qui dovrebbe sorgere un po’ di buonsenso nel capire che nel chiudere alla mezzanotte ci perdono tutti e che non è una decisione presa per fare danno, ma per contenere i contagi.

Ma si era già capito dalla fine della prima fase: pecunia non olet.