Tra i settori maggiormente penalizzati dall’emergenza sanitaria e dal lockdown c’è senza dubbio quello dell’arte e dello spettacolo. Messi in un angolo perchè considerati non di primaria necessità hanno subìto un danno non indifferente. Un danno che si potrebbe riscontrare anche nell’interessamento che il pubblico stesso ha perso.

Ma l’arte si sa si impara e si insegna. E in quest’arte generale rientra senza dubbio la musica. Quella delle emozioni, dei concerti, delle esibizioni, che però ha dietro un lungo e duro lavoro.

A raccontare a OFF cosa è cambiato nel fare musica, ma anche nell’insegnamento, durante e dopo il lockdown è il Maestro Giulio Costanzo del Conservatorio Perosi di Campobasso.

Come le attività formative, anche al Conservatorio del capoluogo quelle in presenza sono state sospese e tutte le lezioni sono state fatte online.

“Ci sono stati dei vantaggi che riguardano soprattutto le materie teoriche, ma con dei disagi notevoli per le materie pratiche, perchè ovviamente il suono degli strumenti non arriva bene attraverso la rete. Ma ci sono stati anche degli aspetti positivi. Abbiamo notato – ha spiegato il Maestro – che molti studenti, che normalmente quando facevano lezione in presenza erano meno attenti e meno costanti, nello studio con la lezione online, avendo un rapporto più preciso con gli orari e con l’impegno ed essendo anche loro forse meno impegnati da altre cose, hanno avuto dei risultati anche migliori. I ragazzi che avevano meno profitto, durante il lockdown e con la lezione a distanza, sono migliorati perchè evidentemente il loro impegno si è concentrato esclusivamente sullo studio e non erano distratti da altre cose. E questo è stato uno degli aspetti positivi”.

Le attività formative in presenza sono riprese il 4 maggio. Prima in modo parziale e poi completamente in presenza.

“E’ stato fatto un accordo molto serio e rigido a livello di istituto che ci ha permesso, anche rispetto ad altri Conservatori italiani di riprendere subito la didattica in presenza con numeri molto ridotti e applicando tutte le normative anticovid. Dopodiché – ha detto – abbiamo ripreso a ricalendarizzare i concerti e le attività di produzione che erano stati sospesi durante il lockdown”.

Sono riprese infatti anche le attività di spettacolo. Il primo appuntamento è stato con il Festival Percussioni che si è tenuto lo scorso fine settimana con due serate al Teatro Savoia di Campobasso e una a Palazzo Marchesale di Ripalimosani. Da stasera invece riprendono i Concerti Docenti che termineranno il prossimo 30 ottobre con ‘Operando in Molise’, opera e musica da camera.

E anche se si riprende con coraggio e determinazione, il settore dello spettacolo è stato sicuramente quello più penalizzato e anche il Conservatorio di Campobasso ha evidenziato una risposta molto più rallentata della fruizione sia della didattica che dello spettacolo.

Il Maestro Costanzo, però spiega che anche i dati dell’Agenzia Nazionale dello Spettacolo, rilevano che dal 15 giugno fino alla scorsa settimana su tutto il territorio nazionale nei luoghi di spettacolo l’incidenza dei contagi è uguale a uno.

“Devo dire – ha commentato – che nonostante siamo stati penalizzati perchè abbiamo avuto dei protocolli rigidissimi per quanto riguarda la musica dal vivo e anche la didattica, alla fine questi protocolli hanno funzionato. Sono zero i contagi che si sono verificati all’interno del nostro settore e l’ultimo DPCM non prevede restrizioni sul nostro settore che già era molto ristretto. Il danno maggiore che il lockdown ha procurato e che questa pandemia sta procurando è che ha innescato nei giovani, ma soprattutto nelle persone e nel pubblico normale, nelle famiglie una paura maggiore ad entrare nei luoghi, ad avere quel rapporto in presenza che è fondamentale per la nostra attività, sia per quanto riguarda l’attività didattica che formativa. Tolto il contatto umano l’arte non riesce a comunicare. Questo il danno maggiore che purtroppo ancora adesso con questa ricaduta continuerà perchè – ha spiegato – ci vorrà tempo per recuperare la fiducia delle persone, dei musicisti, ma anche il coraggio dei musicisti e del pubblico di iniziare di nuovo a frequentare tranquillamente i luoghi dello spettacolo e della didattica. La didattica che facciamo noi è diversa da quella che si fa all’università. La didattica del Conservatorio deve avere il rapporto diretto con lo studente. Insegnare uno  strumento significa farlo come fa un artigiano che insegna la propria arte ai discenti. E’ necessario quindi un rapporto diretto. La didattica a distanza funziona sicuramente però non può essere l’unico modo. Deve essere accompagnata dalla presenza e dal rapporto diretto tra docente e studente”.

Ma nonostante tutto si guarda al futuro e al prossimo anno accademico che inizierà dal 1 novembre. Il Maestro Costanzo ha spiegato che si programmando tutto “come se niente fosse”, anche l’inaugurazione del nuovo anno accademico.

E’ già pronto un protocollo che permetterà di selezionare le materie, che nel caso la pandemia dovesse diventare più acuta, possono essere erogate online, tenendo  in presenza le materie pratiche, l’insegnamento dello strumento. “Stiamo lavorando su questo e abbiamo già costituito un comitato che all’interno dell’istituzione si occuperà di fare questo lavoro di selezione e proporre un programma organico nel caso in cui ce ne fosse bisogno”.

Il Maestro ha poi ricordato che nel Conservatorio di Campobasso insegnano 100 docenti provenienti da tutta Italia e quindi l’esposizione al contagio è alta. Ma ha spiegato che si è ben protetti da un protocollo fatto dal tavolo sindacale e con l’amministrazione che fino ad ora ha assicurato delle tutele. Ad oggi, infatti, nel Conservatorio Perosi, a fronte dei tamponi processati, non sono stati riscontrati casi di positività a covid.

E la speranza è che l’arte e quindi anche la musica possano riprendere del tutto le attività e che possano continuare a trasmettere emozioni e far esibire talenti in presenza.