“Il giornalismo è il suo metodo”. Partendo da questo concetto basilare OFF sceglie di raccontare e condividere con i lettori una vicenda al solo scopo di far luce sui fatti, convinti della centralità dell’informazione. I cittadini hanno il diritto di conoscere tutte le sfaccettature di una storia, al fine di costruirsi una propria opinione e accrescere quello spirito critico che, possiamo affermarlo senza remore, per effetto dei social media spesso viene meno.  

Ecco perché raccontare quel che è accaduto lo scorso 19 ottobre a Matteo Fallica, consigliere di minoranza del Comune di Petacciato e consulente legale del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, è l’occasione per comprendere il processo evolutivo di una notizia e come possa assumere, per assurdo, connotazioni più interessanti del fatto stesso e, senza voler sminuire persone e sentimenti, dei protagonisti coinvolti. 

Premessa. Lo scorso 29 settembre, Andrea Greco propone durante il Consiglio regionale una interrogazione sul caso Iacp facendo luce sull’accanimento giudiziario ai danni di inquilini morosi messi sul lastrico dalle stesse procedure ingiuntive. E così – affermava il Consigliere – la Regione, invece di garantire il diritto alla casa, distrugge la vita delle persone. Sono ben 152 gli incarichi legali esterni nella provincia di Campobasso e 52 nella provincia di Isernia, dal 2016 al 2019, conferiti dagli Iacp per recuperare crediti dai morosi”.

Nel mezzo. Qualche giorno dopo l’interrogazione appare un articolo in cui si grida allo scandalo perché tra i soggetti morosi c’è anche un rappresentante della politica. Ed ecco che la vita privata, senza una motivata spiegazione né una verifica dei fatti, di Matteo Fallica è stata sbattuta e sbandierata in prima pagina come se si fosse scoperto chissà quale scandalo. Esatto: nessuno scandalo e nessuna doppia vita per il Consigliere, ma mera occasione ghiotta per innescare quei meccanismi distorti di costruzione dell’opinione pubblica attraverso una notizia come gettare fango come gli ebrei sulla prostituta.

Un po’ come è successo a Marina Abramovich quando nella sua performance a Napoli nel 1974, ha lasciato degli oggetti su un tavolo e lei come “tavola” su cui disegnare per un giorno intero, lasciando che i visitatori facessero ciò che volevano del suo corpo. Al termine della performance nessuno, in particolare chi l’aveva ferita fisicamente con spine o coltelli, ha avuto il coraggio di guardarla in faccia mentre andava via.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra allora.

Qui il servizio pubblico può fare due cose: rimanere in superficie oppure andare in profondità.

E come si fa a scendere in profondità in una questione complessa? Come disse Antonio Di Pietro in una puntata di Anno Zero su Rai Due in relazione alla vicenda di Claudio Scajola sulla casa di fronte al Colosseo: “Dico io, vuò chiamà a ‘sto tizio? Gli vuoi chiedere ‘Uè, ma come stanno le cose? Vuoi verificare un momento ‘sta cosa?”

Il racconto di Fallica.  Negli anni dell’università ho abitato a Campobasso in un appartamento gestito dall’Iacp, La Casa Dello Studente. Per quell’appartamento mio padre ha SEMPRE pagato regolarmente l’affitto. Negli ultimi due anni fu parzialmente interrotto il pagamento perché l’ente di gestione, nonostante molteplici e formali richieste da parte nostra (documentazione che lo stesso Iacp ha in archivio), si rifiutò di installare un nuovo impianto per il riscaldamento in sostituzione di quello preesistente, che non funzionava più. L’appartamento fu lasciato al freddo e senza acqua calda. Eppure veniva richiesto un affitto pieno.

Molti solleciti furono indirizzati all’allora direttore della manutenzione Pompeo Crivellone, arrestato in flagranza di reato per tangenti nel 2008. Noi sollecitavamo ma lo IACP ERA INADEMPIENTE: chiedeva il canone d’affitto per un alloggio non regolarmente abitabile!

Da qui prese avvio una complessa vicenda giudiziaria che non è ancora finita. Mio padre ha ritenuto di contestare quella parte dei canoni.

Lo Iacp, per mezzo di vari avvocati e con diverse procedure esecutive, mobiliari ed immobiliari, ha proceduto all’esecuzione.

Ad oggi c’è un provvedimento del giudice di Larino che attesta che nei miei confronti la procedura è ILLEGITTIMA”.

Non è una versione dei fatti, è LA SUA versione dei fatti. Sta poi al giornalista esperto andare a verificare – se ha qualche dubbio – se le cose stanno davvero così. E magari si potrebbe ricordare che nel 2008 il direttore dei lavori del servizio di manutenzione dello Iacp di Campobasso Pompeo Crivellone sia stato arrestato in flagranza di reato per tangenti. Erano gli anni – i campobassani lo ricorderanno – in cui alla minima goccia di pioggia che cadeva, gli edifici di Via Di Zinno e di Via Quircio si ritrovavano i fondo scala completamente allagati. E come centinaia di cittadini si ritrovano in condizioni drammatiche a causa delle diverse inadempienze dello Iacp. 

Ora, dunque, scevri da ogni aspetto gossipparo crediamo nella volontà di voler arginare l’effetto “omissione” di una vicenda a tratti surreale cercando di dare spazio alla lettura completa dei fatti ché la compiacenza non è contemplata. La verità merita rispetto e protezione. Del resto non esiste nessun “caso Fallica”.