di Antonio Di Monaco
La capacità di aspettare del lago che supera il desiderio di arrivare fino al mare, è il miglior aforisma che esprime il saper vivere l’attesa in senso assoluto. Lo specchio d’acqua di Guardialfiera che attende, appunto, la sua circumlacuale ne è l’esempio più lampante in Molise. Nel 2016 il governo Renzi, attraverso la delibera Cipe numero 26 del 10 agosto sul Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, stanzia per il Molise 378 milioni di euro, di cui 10 vanno per lo sviluppo dei laghi. Negli anni successivi, queste risorse restano “dormienti”, nonostante le dichiarazioni, rilasciate ad una testata locale, del neo eletto consigliere regionale di maggioranza, Quintino Pallante, nell’agosto del 2018: “Cominciamo dalla circumlacuale e blocchiamo la ridicola e inutile metropolitana leggera considerando che le prove di carico sui viadotti, la verifica delle gallerie e il piano straordinario delle infrastrutture sono strategici per la sicurezza e lo sviluppo del Molise”. Solo nel 2019, ad un anno dall’elezione di Donato Toma al vertice della Regione, i 10 milioni vengono assegnati al Comune di Guardialfiera (che ha ricevuto anche 500mila euro della delibera Cipe 17/03 per le aree sottoutilizzate, richiamata dall’allegato alla delibera di giunta regionale numero 404 del 30 marzo 2004 sempre per la circumlacuale).
Intanto, il livello dell’acqua del lago continua a scendere addirittura sotto i 100 milioni di metri cubi – di cui 8-9 di melma – considerando che alle origini ne contava ben 170. Se il Comune decidesse di intervenire per ripulire l’area, dovrebbe chiedere l’autorizzazione al demanio che negli anni precedenti si era “ripreso” i terreni che si affacciavano sul lago. I Comuni interessati, però, nel frattempo non restano a guardare e approvano, con un’apposita delibera di giunta, uno schema di accordo di Partenariato tra Guardialfiera (capofila), Casacalenda, Larino, Lupara e Palata per la “valorizzazione turistica del lago di Guardialfiera, ripristino funzionale della percorribilità circumlacuale e valorizzazione delle risorse naturalistiche”. Nello stesso atto si richiama la deliberazione di giunta regionale numero 221 del 20 maggio 2016 con la quale è stato approvato il Patto per il Molise con le relative linee di intervento. Inoltre, “il Comune capofila si impegna, non appena il presente schema di Accordo verrà approvato e sottoscritto dalle parti con gli opportuni atti deliberativi, a predisporre la richiesta di finanziamento e la relativa trasmissione alla Regione Molise della progettazione di fattibilità tecnico economica”.
All’inizio del 2020, la giunta Toma stanzia 6,45 milioni dalle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 “destinati al ripristino funzionale della percorribilità circumlacuale e alla valorizzazione delle risorse naturalistiche. Dal ripristino della strada ci aspettiamo – afferma soddisfatto il governatore – ricadute positive in termini di investimenti attraverso la realizzazione di percorsi, strutture ricettive e di ristorazione, impianti sportivi e quant’altro. Insomma, abbiamo gettato le basi per un rilancio turistico dell’intera area che gravita intorno al lago e per la creazione di nuove opportunità lavorative” con i Comuni interessati che si occuperanno, nel frattempo, della manutenzione ordinaria dei tratti di competenza mentre a breve – come confermato dal sindaco di Guardialfiera, Vincenzo Tozzi – ci sarà il bando per la progettazione definitiva. Ma prima che si arrivi a questo, suonano inutilmente trionfalistiche le dichiarazioni del governatore Toma in cui si tralascia (volutamente?) che il Molise nel 2016 aveva già ricevuto 318 milioni di euro dalla delibera Cipe numero 26 del 10 agosto e che sono rimasti congelati per tre anni e mezzo. Un po’ come l’entusiasmo e la pervicacia di Magellano che pretendeva di arrivare alle Indie seguendo la direzione opposta a quella già battuta, cercando una rotta alternativa a quelle già conosciute.