di Antonio Di Monaco

Attraversalo dovrebbe essere uno spettacolo dall’alto dei suoi 185 metri di altezza del pilone che ne fanno il ponte stradale più alto d’Italia. Il viadotto Sente è un’imponente opera ingegneristica di 1200 metri di lunghezza con campate di 200, realizzato tra il 1974 e il 1977 in acciaio e calcestruzzo e situato sull’omonimo fiume, nonché sulla linea di confine tra Abruzzo e Molise. Collega le due regioni tra il territorio di Castiglione Messer Marino, in provincia di Chieti, e Belmonte del Sannio, in provincia di Isernia sulla ex Strada Statale Istonia. Il 2 maggio 2011 è stato intitolato a Francesco Paolo Longo, operaio che perse la vita il 4 maggio 1974 durante i primi lavori di scavo del ponte. Dal 25 settembre 2018, per motivi di sicurezza, è chiuso al traffico.

Ma come si è arrivati a questa decisione così drastica che si trascina ormai da oltre due anni lasciando a rischio isolamento le zone dell’alto Molise e dell’alto vastese? Innanzitutto perché l’infrastruttura è a rischio crollo, forse ancor prima che si arrivasse alla chiusura al traffico. La certezza è arrivata dopo i controlli approfonditi disposti dalle autorità in a seguito alla tragedia del ponte Morandi a Genova e al terremoto di magnitudo 5.1 che ha colpito il Molise lo scorso 16 agosto 2018.

Un mese dopo, durante una riunione al Comune di Agnone, il presidente della Provincia di Isernia, Lorenzo Coia, è netto: “Il ponte va chiuso”. E così avviene a partire dal martedì successivo. E’ stato appurato che il pilone numero 3 del ponte risulta “ruotato” negli anni e che ora sostiene la parte superiore del viadotto con un appoggio di soli 20 cm, come spiega il consigliere provinciale di Isernia, con delega alla viabilità, Mike Matticoli: “Le ultime ispezioni (con una tecnica chiamata “by bridge”) e le successive relazioni tecniche – spiega – hanno evidenziato una serie di criticità non visibili dall’esterno ma solo scendendo sotto l’impalcato che non consentono di tenere aperto il viadotto Sente. Con il calo delle temperature – aggiunge Matticoli – l’acciaio si ritrarrà e quindi i 20 cm si ridurranno e l’appoggio residuo potrebbe non reggere”.

Intanto, la soluzione più immediata è l’attraversamento della vecchia Strada statale 86 Istonia che necessita di essere messa ugualmente in sicurezza. Tutte le ordinanze di chiusura del ponte e di ripristino della vecchia strada vengono presentate ai prefetti di Isernia e Chieti. I disagi per gli automobilisti della zona, per gli studenti pendolari e per i pazienti che dall’Abruzzo raggiungono l’ospedale di Agnone sono notevoli. Ma, messi alle strette, è sempre meglio che attraversare il ponte e affidarsi alla buona sorte. (continua)