Secondo il presidente del consiglio Giuseppe Conte non c’è un piano per un lockdown “imminente”. Ieri, parlando con i sindacati, il premier ha smentito, definendole fake news, le voci su una stretta imminente. “Diamo il tempo alle misure restrittive appena approvate di dispiegare appieno i loro effetti”, ha detto il premier. Attendere quindi, con l’obiettivo di riportare la curva “sotto controllo” e provare a riaprire, cautamente, entro Natale. E per ironia della sorte proprio oggi si torna a parlare di un lockdown entro la data del 9 novembre. Validando in qualche modo le voci che fino a ieri si rincorrevano su un nuovo Dpcm in arrivo proprio a novembre con chiusure “soft”.

Cosa è accaduto? Il Bollettino della giornata di ieri riportava quasi 25mila nuovi casi e 205 morti, mentre gli attualmente positivi sono 276mila, un record mai raggiunto durante la prima ondata dell’epidemia.

Oggi invece, su Il Messaggero in un articolo a firma di Alberto Gentili, si legge che se la curva dei contagi non dovesse stabilizzarsi il piano per il lockdown dovrebbe scattare da lunedì 9 novembre e durare fino a metà dicembre per salvare almeno il Natale. Di più: secondo il quotidiano non è nemmeno escluso che i piani dell’esecutivo vengano anticipati in caso di peggioramento repentino della situazione e dovrebbe prevedere: aziende, fabbriche e uffici aperti; negozi chiusi tranne gli alimentari; l’uscita solo per andare al lavoro, portare i figli a scuola, fare la spesa o per ragioni mediche e lo stop ai confini comunali e regionali con lockdown territoriali nelle città più colpite. 

La soglia entro la quale il governo dovrebbe intervenire sarebbe quella dei 35-40mila contagi al giorno, in quello che viene definito “Scenario 4”: l’obiettivo sarebbe quello di ridurre al minimo i contatti tra familiari non conviventi e amici – che generano il 75% dei contagi – e fermare gli affollamenti sui trasporti pubblici.

In tutto ciò le risposte date da Conte ai sindacati hanno il sapore di una smentita preventiva di questo piano. Sarà necessario attendere i risultati delle restrizioni presenti negli ultimi Dpcm prima di decidere. È questa la strategia del governo, spiega l’agenzia di stampa Ansa: “una strategia che non esclude lockdown locali ma che potrebbe scontrarsi con la necessità di una chiusura totale. Palazzo Chigi, per ora, tiene lontana l’ipotesi. Gli effetti sulla tenuta sociale del Paese, spiega una fonte di governo, potrebbero essere imprevedibili. Si procede con passo felpato, quindi, tenendo presente che l’ordine “cronologico” della pandemia in Europa rispetto a marzo, quando l’Italia fu per così dire capofila, è ben diverso. Ma tutto dipenderà dai prossimi giorni”.