È la diatriba che tiene banco in questi giorni: le scuole hanno contribuito all’aumento dei contagi da covid? Una risposta precisa però non è possibile darla perché mancano stime precise e inoltre sono diversi gli aspetti da prendere in considerazione come, tra tutti, i trasporti.

I dati riportati dal ministro Lucia Azzolina e ripresi dalla stampa indicano che, no al 10 ottobre, risultavano contagiati 5.793 studenti, ossia lo 0,08 per cento del totale, mentre tra il personale docente e non docente si registravano, rispettivamente, 1020 e 283 casi (0,13 e 0,14 per cento del totale). Questi dati sono stati presentati come una rassicurazione sul fatto che le scuole non siano veicolo di contagio. Pur non essendo la scuola in sé fon- te di focolai quel che ruota intorno, purtroppo, lo è.

In ogni caso, se pur a livello nazionale i dati sembrerebbero rientrare in un’ottica di tranquillità, i governi locali – così come quelli nazionali – dovrebbero monitorare la situazione e comprendere tutti gli effetti. Naturalmente non è semplice, ma se le scuole contribuiscono al contagio soprattutto poi in ambito familiare è necessario intervenire. È chiaro che la soluzione più rapida sarebbe quella di chiudere tutto. Però, prima di giungere alla misura estrema, ovvero un nuovo lockdown come paventato ieri dalla stampa per il prossimo 9 novembre, perché non rafforzare l’organizzazione scolastica e soprattutto il trasporto pubblico?

Come sostenuto da alcuni esperti di settore, se pur la chiusura delle scuole, sebbene possa portare dei bene ci sulla salute pubblica nell’immediato, ha costi altissimi nel breve e nel lungo periodo. Nel breve periodo potrebbe generare l’ennesima disparità tra uomo e donna che, spesso, è quest’ultima che si trova ancora in condizioni socio-economiche di svantaggio e quindi costretta alla cura e a lasciare il lavoro. Nel lungo periodo invece possono generare quello che al Sud e il Molise non ne è esente della dispersione scolastica e quindi generazioni lasciate allo sbando.

Una situazione che non si presenta semplice, ma che ha visto un’intera estate per essere programmata e attuata al meglio.