di Antonio Di Monaco

L’imperatore romano Augusto, secondo lo storico Svetonio, quando voleva fare riferimento ad un pagamento che non sarebbe mai stato fatto, lo rimandava alle calende greche che nel calendario greco non esistevano, ma in quello romano erano i primi giorni del mese in cui, normalmente, si onoravano i debiti e i prestiti. Lo stesso si può dire della messa in sicurezza e della conseguente riapertura del viadotto Sente alla fine del 2018 nonostante lo stanziamento, da parte del governo nazionale, di due milioni mediante il decreto Genova che la Provincia di Isernia dovrà utilizzare per la progettazione e i lavori, ma per la cui esecuzione si stima un tempo di due anni. Tutto questo, mentre duemila persone restano tagliate fuori dal collegamento veloce con l’ospedale e le scuole di Agnone.

Per cercare di sbloccare la situazione, si forma un comitato civico per la riapertura che raccoglie 638 firme la petizione e commissiona una controperizia. Intanto, nel maggio del 2019 il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Napoli notifica alla Provincia di Isernia che se le opere di riparazione non partono, la colpa non è del Provveditorato. A fine giugno, il capogruppo del M5S in Regione, Andrea Greco e il consigliere provinciale di Isernia, Alfredo Ricci, si recano al Provveditorato che dà l’ok ai lavori sulla terza pila in cemento, ma per la riapertura serve prima un’approfondita analisi geologica e la richiesta di una convenzione all’Anas per la revisione generale e le nuove opere. Nelle settimane successive, il presidente reggente della Provincia di Isernia, Roberto Di Pasquale, conferma che i lavori di recupero strutturale potranno iniziare subito utilizzando i due milioni del decreto Genova e con il Provveditorato alle Opere Pubbliche gestirà l’appalto e si continuerà a lavorare per trasferire all’Anas la competenza per cui anche lo stesso Greco e l’onorevole Carmela Grippa sollecitano la Prefettura di Isernia.

Sul tema si fa sentire anche la federazione provinciale del Pd di Isernia che ricorda come “abbiamo seguito costantemente tutto l’iter sia a Roma che in Molise, accelerando questo percorso e lavorando come Partito Democratico a tutti i livelli territoriali – nazionale, regionale e provinciale – unitamente all’amministrazione comunale di Agnone, e alle altre forze di governo, per arrivare a una risoluzione efficace e definitiva del problema. Nello stesso incontro del 31 luglio il Sottosegretario del MIT, il Senatore Margiotta del Pd, aveva preso e ribadito l’impegno, sia a Isernia che ad Agnone, di portare a termine il percorso intrapreso. In particolare, abbiamo recentemente chiesto e ottenuto una interlocuzione specifica sul punto, in una riunione tecnica tenutasi al Ministero lo scorso 13 ottobre che ha riportato un esito positivo. Ora l’ultimo passaggio alla Provincia di Isernia che deve soltanto ‘validare’ la Convenzione, firmare e procedere, speriamo in tempi rapidissimi”.

Ed è proprio “dell’ultima ora la notizia che la Provincia di Isernia ha finalmente firmato la convenzione con Anas che assicurerà i nuovi interventi – annuncia il capogruppo del M5S, Greco -. Un provvedimento ‘benedetto’ anche dal Mit che nel frattempo aveva chiesto alcune modifiche all’intesa tra Provincia e Anas. Da parte nostra continueremo a monitorare che tutto proceda per il verso giusto e in maniera spedita perché – puntualizza Greco – ulteriori ritardi o negligenze da parte delle istituzioni significherebbero infierire un colpo mortale ad un’area già pesantemente vessata con tagli ai servizi e cronica mancanza di lavoro”. Del resto, “fin dalla chiusura del viadotto il nostro impegno per il reperimento dei fondi, affinché l’importante arteria che collega il Molise con l’Abruzzo riaprisse al traffico, non è venuto mai meno. In particolare mi piace ricordare come a distanza di soli dieci giorni dalla chiusura siamo riusciti a reperire 2 milioni di euro stanziati nel Decreto Genova grazie ad un’azione congiunta presso i ministeri di consiglieri di Molise e Abruzzo e un conseguente emendamento dei nostri parlamentari Carmela Grippa e Antonio Federico. Soldi, questi, che a detta dei tecnici della Provincia, sarebbero ampiamente bastati per la messa in sicurezza della terza pila (in direzione Abruzzo) traslata e per cui si è deciso di chiudere l’infrastruttura. Al tempo stesso – spiega ancora Greco – sono stati innumerevoli gli incontri che abbiamo promosso e avuto presso il Mit con i funzionari dell’allora ministro Danilo Toninelli. Inoltre con tavoli istituzionali e incontri pubblici, abbiamo cercato soluzioni rapide per far partire le nuove opere coinvolgendo i prefetti di Isernia e Chieti oltre ai sindaci e le popolazioni dei territori di Alto Molise e Vastese che maggiormente soffrono del diritto alla mobilità venuto meno con lo sbarramento del viadotto, uno dei più alti d’Europa”.

Per questa ragione, “condividendo appieno le difficoltà di studenti, malati, lavoratori, commercianti, costretti a viaggiare su una strada alternativa a dir poco disastrosa, ho minacciato di volermi incatenare sul ponte nel momento in cui la ‘vertenza Sente’ non fosse stata risolta. Al tempo stesso, non mi vergogno di dire che questa chiusura continua a togliermi il sonno. Parallelamente alla volontà di avviare i lavori necessari alla riapertura, la nostra azione ci ha visto interlocutori con Anas al fine di ottenere la statalizzazione dell’arteria. Ci siamo trovati a gestire l’assurda situazione – sottolinea Greco – per la quale la Provincia di Isernia, allora presieduta da Lorenzo Coia, ha detto che servivano 1,7 milioni per riaprire il viadotto, poi, quando gli abbiamo messo a disposizione i fondi richiesti hanno lasciato intendere a chiare lettere che ‘non avevano la capacità tecnica per un appalto da due milioni'”.
In tal senso, “dopo aver recepito le paventate difficoltà della Provincia ad avviare le opere, nonché a gestire  successivamente il viadotto, abbiamo chiesto ad Anas di prendere in carico la situazione. Restiamo dell’idea che la riapertura del viadotto dipenda molto dall’entrata in gioco di Anas, che nel corso degli anni, ha dimostrato di avere competenze professionali e risorse economiche per poter intervenire su problematiche viarie come quella vissuta al confine tra Molise e Abruzzo. Negli ultimi mesi – conclude il capogruppo M5S – abbiamo messo più volte al tavolo, la Provincia, Anas e il ministero, grazie al prezioso aiuto del vice ministro Giancarlo Cancelleri, per accelerare il più possibile una convenzione che rappresenta il vero punto di inizio per risollevare le sorti di un territorio a cavallo tra due regioni”.