di Miriam Iacovantuono

Nel tempo e soprattutto negli ultimi mesi abbiamo imparato un altro Molise. Quello di chi ha visto questa terra con altri occhi. Una regione che racconta la sua identità attraverso i luoghi e le gente. Abbiamo imparato che la lentezza, l’aspetto naturale di questo territorio, la cordialità dei suoi abitanti, i vecchi mestieri e le antiche tradizioni non sono elementi da conservare in un vecchio baule, ma sono delle risorse. Sono risorse da cui partire per costruire “qualcosa di buono” e produttivo, ma anche innovativo.

E c’è chi crede in tutto questo e ha deciso di ideare un progetto da sviluppare in Molise con l’obiettivo di far conoscere in maniera intima e profonda questa terra.

Alessandra Capocefalo, lavora nel mondo della progettazione culturale e aziendale e grazie a ReStartApp, un progetto dedicato alla promozione dei giovani imprenditori dell’area appenninica, ha deciso di lanciare la sua idea di osteria itinerante.

“L’idea è nata dalla consapevolezza che osterie e ristoranti di qualità sono sempre di più punti di attrazione anche in zone marginali e, normalmente, non molto frequentate da turisti. Tuttavia, lo  spopolamento dei nostri borghi rende sempre più difficile la nascita di nuove attività ristorative. Per ovviare a questa problematica è nato Sessantapassi, un foodtruck itinerante, organizzato come una cucina da osteria, attraverso il quale sarà possibile creare esperienze eogastronomiche di alta qualità legate al territorio e alle comunità molisani. Cene, pranzi, aperitivi, preparati con prodotti tipici e ricette tradizionali realizzate in collaborazione con le persone del posto, animeranno diversi luoghi del Molise e saranno abbinati a percorsi di esplorazione della cultura locale (luoghi, tradizioni, cibi)”.

E il nome Sessantapassi, riprende quei sessanta passi napoletani con cui si misurano in ampiezza i tratturi magni che hanno accompagnato uomini e animali nel lungo viaggio della transumanza.

“Conosciamo tutti l’importanza che questo sistema economico ha avuto per il nostro territorio e il viaggio dell’osteria è in qualche modo transumante, ha uno scopo pratico, un inizio e una fine, ma porta con sé valori culturali e relazionali preziosi e necessari per lo sviluppo del territorio”. 

Lo scopo dell’osteria, dunque, è quello di favorire il viaggio, l’esplorazione e la conoscenza profonda e intima del Molise, delle persone che ancora lo abitano. E l’esperienza enogastronomica è solo lo strumento.

Il progetto quindi unisce la cucina al territorio, ma l’idea di Alessandra è molto più ampia.

“L’idea di partire dal cibo nasce dalla consapevolezza che esso è cultura e comunità, territorio e devozione, piacere spirituale e sensoriale. Ha in sé ogni elemento possibile per favorire uno sviluppo veloce, sereno e integrato di un turismo fatto di relazioni, di esperienze e di ricordi. Tuttavia, il cibo da solo non basta. E’ necessario riconoscergli quel valore di interprete di una cultura e di una comunità che, oggi, presi dall’overfoodism contemporaneo, tendiamo a non considerare. Il gusto di un piatto, di un cibo, è apprezzabile ovunque, ma il suo vero valore è comprensibile e valutabile solo nel suo contesto territoriale”.

Un’idea che vuole nascere e vuole essere promossa in Molise dove la sua ruralità non è più un valore da troppo tempo.

“Per fortuna, la situazione legata al Covid che stiamo vivendo negli ultimi mesi, sta cambiando la prospettiva e sta restituendo valore a quei contesti che, come il Molise, sono vicini a uno stile di vita “naturale”, non lento, come molti amano definirlo, ma al giusto passo, quello umano. Uno stile di vita adatto allo sviluppo armonico della persona e delle sue molteplici espressioni fisiche artistiche, emozionali. Non sono i luoghi a dover essere scoperti, ma il valore di noi stessi e della nostra cultura millenaria legato indissolubilmente al territorio in cui abitiamo”.

E se le idee ci sono, la voglia di fare e di investire in Molise è tanta, manca ancora qualcosa affinché il percorso di chi vuole fare impresa o avviare un start up sia semplice e lineare.

“Indubbiamente, favorire l’accesso al credito è un elemento importante per aiutare la nascita di nuove imprese ma, soprattutto penso che un percorso di accompagnamento al processo di creazione d’impresa, di qualità come quello che sto seguendo a ReStartApp sia, oggi, fondamentale. Le dinamiche che regolano il successo di una nuova attività, in aree spopolate e marginali, sono molto diverse rispetto a quelle zone urbanizzate dove la densità della popolazione favorisce lo sviluppo aziendale in tempi relativamente recenti. Inoltre, soprattutto nel caso di start up che, per definizione, sono molto innovative, si rende necessario valutare con consapevolezza il processo di creazione e sviluppo aziendale per minimizzare eventuali errori di valutazione che potrebbero comprometterne il successo”.

Un’idea, quella di Alessandra che vuole portare il Molise a essere visto con uno sguardo diverso. Che arrivi fino alle viscere e che non sia solo superficiale.

“Mi piacerebbe che, finalmente, questo nuovo interesse per il Molise ispirasse una consapevolezza collettiva – aziende, istituzioni, enti territoriali, cittadini – sul valore culturale e territoriale della nostra regione. Penso che non sia più necessaria, oggi, la promozione tout court del Molise, ma sia indispensabile la capacità comune di interpretare gli elementi identitari attuali della nostra comunità come dei valori. Valori tangibili, contemporanei, esistenti e non retaggi di un passato glorioso non più replicabile. Il futuro è tutto da costruire, non arrendiamoci! Il cambiamento è difficile ma, oggi, finalmente possibile”.

Ed è possibile iniziare proprio da idee belle e concrete che ridiano vigore ed energia al territorio. E’ possibile partire dalla determinazione e dalla testardaggine di una generazione, i millennials, che nonostante tutto possono davvero costruire il futuro di cui questo territorio ha bisogno.