di Dr. Shiba

Finalmente habemus papam.

Dopo mille problemi sorti il Cosib ha nominato il nuovo presidente e come ampiamente previsto – la cosa era di dominio pubblico oramai da mesi – la presidenza è stata affidata al sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo.

Insieme a lui, i consiglieri sono Costanzo Della Porta, sindaco di San Giacomo degli Schiavoni, Vincenzo Aufiero, consigliere di maggioranza di Termoli), Pierdonato Silvestri, sindaco di Campomarino e Mario Bellotti, sindaco di Guglionesi.

Ma ricapitoliamo un momento la vicenda nota alle cronache da settimane.

Gianfranco Cammilleri, ex sindaco di Campomarino, prende il posto di Angelo Sbrocca, ex sindaco di Termoli ricandidatosi alle elezioni amministrative dello scorso anno, in qualità di reggente. Da allora, complice anche l’emergenza covid, Cammilleri è rimasto al timone del consorzio fino alla giornata di ieri.

Il 22 ottobre si sarebbe dovuta tenere l’assemblea che avrebbe eletto il nuovo presidente, ancora una volta senza la presenza di un rappresentante del comparto industriale della Valle ma solo con rappresentanti politici. E qui si scopre che 5 comuni su 8 – Termoli, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Portocannone e la stessa Petacciato – erano morosi e le annualità arretrate, salvo dissesti finanziari come quelle del comune di Portocannone, erano diverse.

Era stata convocata una nuova assemblea per il 29 ottobre ma non ebbe luogo.

I consiglieri di minoranza del comune di Petacciato Giuliana Ferrara e Matteo Fallica, ben consapevoli probabilmente che il Sindaco della cittadina costiera sarebbe stato posto a capo del Consorzio, hanno chiesto già il 22 ottobre che l’assemblea si svolgesse in teleconferenza, considerata l’emergenza covid.

Ma allo stesso tempo, hanno ricordato che stano alla Legge Severino (art. 1 cc 49 e 50) e al decreto legislativo. 39/2013, è fatto divieto ad un primo cittadino di ricoprire contemporaneamente la carica di sindaco e di presidente di un ente di diritto pubblico come il Cosib, ovviamente per motivi di trasparenza e anticorruzione. E così, naturalmente, tutti gli altri esponenti della dirigenza del Consorzio che sono in aperta violazione della legge.

Fallica e Ferrara mettono però in risalto anche un altro aspetto. Premesso che i programmi in tutti questi anni sono stati quasi pari a zero tranne che in un paio di occasioni – i consiglieri ricordano l’operato di Primiani, sindaco di Ururi e Caporicci, sindaco di Portocannone – come può un comune al confine della regione conoscere le esigenze e i problemi delle zone interne della Valle?

Oltre alle giuste osservazioni dei due consiglieri, sorge spontanea un’altra domanda: che utilità puoi mai avere un consorzio volto allo sviluppo industriale di una zona se al suo interno ha solo una componente politica ma non una componente di settore?

Al di là di eventuali problemi e della reggenza in cui versava, il silenzio della Cosib sulla vicenda della mancata installazione dello stabilimento Amazon a Termoli la dice lunga sul tutto il resto: è assurdo che un consorzio dedito allo sviluppo industriale si lasci scappare 3000 posti di lavoro.