di Antonio Di Monaco
Capita anche ai sindaci, specialmente quelli dei piccoli Comuni, di essere sedotti e abbandonati dagli Enti gerarchicamente superiori con le loro comunità che continuano a restare nell’isolamento. È quanto accaduto dopo il mese di aprile del 2017, coinciso con l’annuncio del presidente della Provincia di Campobasso, Antonio Battista, inerente allo stanziamento di due milioni di euro per i lavori di rifacimento della Sp 163 che collega Castelmauro, Civitacampomarano e Acquaviva Collecroce per i quali sarebbero occorsi 5 mesi.
Il tema viene ripreso dai consiglieri regionali di opposizione del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo che, nel successivo mese di agosto, presentano un’interrogazione all’esecutivo presieduto da Paolo Di Laura Frattura. “I sindaci delle aree interessate – scrivono – gongolano e chiedono l’appalto dei lavori entro il 30 giugno 2016. Dopo oltre 13 mesi, però, non si sa più nulla né dei soldi né dell’appalto. I 2 milioni di euro per la Castellelce sono previsti nella relazione tecnica del II Atto integrativo all’Accordo di programma quadro ‘Viabilità’ a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2007/2013 del 16 novembre 2015, firmato a Roma dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dall’Agenzia per la Coesione territoriale e dalla Regione Molise. Per la Castellelce, in verità, sono programmati anche altri 400 mila euro per lo studio geologico del I lotto – Santa Giusta (nei comuni di Palata, Tavenna, San Felice del Molise, Acquaviva Collecroce)”.
Oltre un anno dopo, il passaggio di competenze all’Anas dal 1° ottobre 2018 conclude l’iter di rientro avviato nell’agosto 2017 con l’intesa sancita dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni per la revisione delle reti di 11 Regioni, per circa 3.500 km di strade (compresa la Sp 163), e proseguito con il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2018. Lo scopo principale è quello di garantire la continuità territoriale degli itinerari di valenza nazionale che attraversano le varie regioni, evitando la frammentazione delle competenze nella gestione delle strade e dei trasporti. Ma soprattutto la possibilità, specialmente per i territori di dimensioni più ridotte, di contare su mezzi finanziari e competenze tecniche adeguati per superare finalmente l’impasse istituzionale per il completamento di opere di vitale importanza per le comunità. (continua)