di Antonio Di Monaco

Piemonte, Lombardia e Calabria diventano zone arancioni, Liguria e Sicilia gialle. La conferma arriva della Cabina di regia dopo l’analisi della settimana tra il 16 e il 22 novembre scorso. In 13 si trovano infatti nello scenario 1 e le altre 8 sono in scenario 2. Ciò vuol dire che l’Rt è abbastanza basso per non richiedere il posizionamento in una zona arancione, che scatta quando quel dato è tra 1,25 e 1,5 o, in una rossa, con Rt sopra 1,5. L’Rt nazionale settimanale è 1,03, vale 1,08 quello calcolato su due settimane. Si tratta praticamente del punto di picco. Ecco quelli locali: Abruzzo 1,06, Basilicata 1,21, Calabria 0,92, Campania 1, Emilia-Romagna 1,07, Friuli 1,09, Lazio 0,88, Liguria 0,76, Lombardia 1,17, Marche 0,93, Molise 1,17, Piemonte 0,89, Provincia di Bolzano 1, Provincia Trento 0,81, Puglia 0,99, Sardegna 0,71, Sicilia 1,04, Toscana 1,2, Umbria 0,74, Val d’Aosta 0,99. L’altro fattore che si osserva è il rischio, frutto della sintesi dei 21 indicatori. In dieci Regioni è ancora alto, nelle altre è moderato (anche se talvolta in rischio di peggioramento). Quindi, tutte le regioni e le province italiane possono diventare potenzialmente in fascia gialla.

“La velocità di trasmissione dell’epidemia in Italia sta rallentando”, dicono gli esperti della Cabina di regia. Allo stesso tempo fanno anche un invito a non abbassare la guardia: “Questo andamento non deve portare ad un rilassamento prematuro delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti. E’ necessario mantenere e/o rafforzare le misure di mitigazione in base al livello di rischio identificato”. Anche per questo la Cabina di regia conferma che è necessario “mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Rimane essenziale evitare gli eventi aggregativi che, se effettuati, porteranno ad un rapido nuovo aumento nel numero di nuovi casi”. Come dire, si vede un miglioramento dei dati ma non deve esserci un rilassamento dei cittadini, così come delle istituzioni. Infine, i tecnici hanno osservato per la prima volta da molte settimana una diminuzione nell’incidenza a livello nazionale. Tra il 9 e il 22 novembre i casi per 100mila abitanti sono stati 706,27 contro i 732,6 registrati tra il 9 e il 22 novembre.