di Miriam Iacovantuono

Ci sono frasi che feriscono una donna, e non solo, più di un pugno. Ci sono frasi che lacerano il cuore più di una ferita con un coltello. Alcune frasi anche se solo lette creano sdegno e fanno accapponare la pelle. Sono le frasi con cui l’Unione degli Studenti di Campobasso, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, hanno tappezzato il centro della città. L’obiettivo spiegano “era quello di portare qualcosa per le strade della nostra città e dimostrare il nostro dissenso verso una cultura patriarcale e violenta”.

Gli studenti hanno spiegato che si tratta di frasi e disegni provocatori specificando che vanno contro la violenza di genere, una manifestazione voluta in occasione di quella che è la giornata il cui si discute, si celebra e si riflette per arginare tale fenomeno.

E se il fine è senza dubbio lodevole, i cartelli che sono ancora sulle panchine della città a primo impatto hanno creato sdegno, soprattutto perché in qualche caso la motivazione di quelle frasi e disegni non c’era. E’ da specificare che i cartelli sono stati messi il 25 novembre e gli studenti hanno assicurato che sotto ad ognuno è stato spiegato che l’obiettivo era quello di contrastare il fenomeno. Chi però si è trovato per la prima volta davanti a questi cartelli senza vedere la frase con la spiegazione (forse tolta da qualcuno) è rimasto un po’ meravigliato e “senza parole”.

Per questo più che mai è importante sottolineare che di un fenomeno come quello della violenza di genere non se ne può parlare, discutere, riflettere solo un giorno. Anche gli studenti, forse, avrebbero dovuto assicurarsi che l’obiettivo che si prefiggevano di raggiungere andasse a buon fine. Che non rimanessero dei cartelli volanti come se fossero stati messi lì a caso.