di Alessandro Matticola

 

Il Natale oramai è alle porte, manca meno di una settimana.

Anzi, ufficialmente le festività natalizie come da tradizione inizieranno mercoledì, 8 dicembre, festa dell’Immacolata.

Un Natale sicuramente diverso quello di quest’anno. Tanti coloro che hanno già addobbato alberi e preparato presepi. Moltissimi coloro che, a causa di quest’anno nefasto che sta volgendo al termine, preferiranno rimanere più sobri, probabilmente evitando anche di addobbare le case in segno di rispetto per chi non c’è più e per chi sta continuando a combattere in prima linea contro il covid.

Qualunque sia lo spirito con il quale si festeggerà il Natale quest’anno, non vi sono festività sotto l’albero che non siano accompagnate dalle canzoni del periodo.

Da quelle più tradizionali fino a quelle più contemporanee, le canzoni di Natale sono un must che non manca mai. Ci sono quelle più legate all’aspetto religioso e quelle più legate all’aspetto della festività, fino a quelle più sentimentali.

Partendo dall’Italia, non c’è Natale che si rispetti senza un po’ di Zucchero. Le canzoni di Adelmo Sugar Fornaciari sono oramai una tradizione delle pubblicità natalizie in tv, da “Così Celeste” alla sua versione di “Va Pensiero” e “White Christmas” su cui torneremo tra poco. Oppure la meno nota “Che Natale Sei” dell’attore Giorgio Panariello oppure “Natale” di Francesco De Gregori o ancora “Quando Verrà Natale” di Antonello Venditti. E ancora tanti altri artisti che hanno legato i sentimenti a questo periodo così importante.

Rimanendo sempre in Italia, il Natale in Molise è annunciato dagli zampognari di Scapoli e di San Polo Matese. Il suono della zampogna in casa e davanti al presepe, magari il giorno della Vigilia o di Natale, è il miglior augurio che si possa ricevere. Senza dubbio la tradizione più importante insieme a quella culinaria legata al Natale in Molise.

Facendo un salto in Germania, troviamo uno dei canti più famosi della tradizione natalizia, il celebre O Tannenbaum, dedicata all’albero di Natale. E in Austria troviamo invece Stille Nacht, meglio nota come Silent Night – altro brano di cui parleremo – e conosciuta in Italia come “Astro Del Ciel”.

E si arriva poi alle canzoni più contemporanee, su tutte “All I Want For Christmas Is You” di Mariah Carey e “Last Christmas” degli Wham.

La voce della tradizione natalizia del ventunesimo secolo è sicuramente Michael Bublè con il suo swing, ma Bublè trova origine in dei cantautori che hanno iniziato la loro vita artistica molto prima di lui ed è lì che approdiamo quest’oggi.

Approdiamo in America, a New York nel quartiere di Manhattan e nelle grandi sale da concerto della capitale americana. E da lì nelle altre metropoli degli States. Li dove il Natale è sentito in modo molto particolare e dove i grandi cantautori jazz hanno dato ai canti della tradizione natalizia il loro sound classico ed il loro feel che ancora oggi fa emozionare, eppure stiamo parlando di melodie composte e riarrangiate tra gli anni ‘30 e ’60.

I brani composti e riarrangiati sono centinaia, così come decine sono i dischi incisi in quel periodo dedicati al Natale e sceglierne solo alcuni di cui parlare non è stata una cosa semplice. Vediamoli insieme

Bing Crosby – White Christmas. È uno dei brani più famosi del Natale. Scritto nel 1942 da Irving Berlin, a quanto pensando alla neve cadere mentre era in un albergo di Hollywood, venne portato al successo da Crosby che la incise nello stesso anno. La guerra era ancora lontana dagli USA. La prima incisione rimase danneggiata, così si chiese a Crosby qualche anno dopo di reinciderla il più fedelmente possibile, fino ad arrivare ai giorni nostri nella versione che conosciamo, tradotta anche in italiano col titolo “Bianco Natale”.

Ella Fitzgerald – Silent Night. È una delle versioni più belle mai incise di questo brano che, come abbiamo visto, è di origine austriaca, scritta agli inizi del 1800. La Fitzgerald la incide nel 1967. La dolcezza della voce scioglie il cuore. È un caldo abbraccio che celebra la nascita di Gesù bambino con tutta la tenerezza di questo mondo.

Nat King Cole – Adeste Fideles (Oh Come All Ye Faithfull). Se la Fitzgerald era da far sciogliere il cuore, l’interpretazione del gentiluomo del jazz registrata nel 1960 è da commuovere fino alle lacrime. Versione che qualche anno fa venne utilizzata anche dalla Ferrero per la pubblicità di Natale della Nutella. Il brano inizia con il testo in inglese, intitolato “Oh Come All Ye Faithfull”. La voce trionfante e allo stesso tempo pacata di Cole è un invito alla preghiera sulla mangiatoia dove è adagiato il bambinello. Sembra quasi che, nonostante il tono caldo e squillante della voce, volesse cantare sottovoce. La prima strofa lascia il posto ad un coro che intona il testo originale in latino. E poi, sul finale, Nat King Cole conclude il brano cantando anche lui in latino, con quell’accento “inglesizzato” che fa molto american style. Unico.

Peggy Lee – Jingle Bells (I Like A Sleighride). C’è chi ama la tradizione e chi, come la sensuale Peggy Lee, si diverte a remixare – per usare un termine moderno – un classico del Natale come Jingle Bell, inserendo un “I like a sleighride” tra le strofe. Incisa nel 1960 con un feel swing, la voce della Lee fa gola ai maschietti più volubili che ascoltandola vorrebbero essere insieme a lei sulla slitta di cui canta nel brano.

Dean Martin – Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!. White Christmas è il brano contemporaneo più famoso in assoluto della tradizione natalizia. Ma questo brano, scritto nel 1945 da Sammy Cahn e Jule Styne, venne portato al successo da Martin nel 1960 tanto da far dimenticare la versione originale incisa dal trombettista Vaughn Monroe. Brano anche questo molto usato nelle pubblicità natalizie, tutto dedicato ai bambini che giocano nella neve e che chiedono che nevichi ancora di più, così che Babbo Natale possa arrivare con le sue renne a portare i doni richiesti, così eccitati da non riuscire neanche a dormire.

Frank Sinatra – Have A Holly Jolly Christmas. Come dimenticarsi del re italo-americano del jazz, con questo brano tutto dedicato al Natale all’american way: dimentichiamoci dei problemi, è un periodo di gioia e di festa e va vissuto come tale. Di certo non il Natale che si vivrà quest’anno, ma prendiamone comunque lo spirito positivo perché l’anno che verrà possa essere migliore di questo che sta finendo.

Jackie Gleason – Have Yourself A Merry Little Christmas. Altro brano che fa leva sui valori autentici del Natale, sul bisogno di serenità e di positività che porta questa festa. Jackie Gleason è un genio dimenticato della cultura americana. Attore e conduttore di successo del Jackie Gleason Show negli anni ’50 e ’60, interprete tra gli altri de “Lo Spaccone” – è lui il giocatore di biliardo del film – si vede anche un suo cammeo nella serie Happy Days e nella prima parte di Ritorno Al Futuro. Ma Gleason è stato anche un eccellente compositore ed arrangiatore, tanto che la copertina del suo album “Lonesome Echo” del 1955 venne disegnata da Salvador Dalì.

Con questa versione strumentale e commovente del 1956 di un altro brano famosissimo della tradizione natalizia, ci salutiamo. È bellissimo immaginare sulle note di Gleason le case addobbate per le feste, le famiglie riunite, i bambini felici, le strade illuminate. O più semplicemente, come augura la canzone, che possa essere un momento di serenità e di speranza in questo anno così funesto e particolare, affinché il 2021 sia un anno tranquillo.