di Alessandro Matticola

No, non si tratta di musica e no, non è solo una favola Disney. E soprattutto, non esiste solo lui.

Del “Canto Di Natale” di Charles Dickens sono state tratte diverse versioni animate e numerose versioni cinematografiche. La Disney ha dimostrato di tenere particolarmente a questo racconto di Dickens, le trascrizioni per il grande schermo più famose infatti sono le loro: prima quella interpretata da Topolino, Zio Paperone, Paperina, Pippo e buona parte della banda dei personaggi Disney ne “Il Canto Di Natale Di Topolino” del 1983; poi nel 2009 la versione per il grande schermo diretta da Robert Zemeckis e interpretata tra gli altri da Jim Carey, Colin Firth, Bob Hoskins e Gary Oldman.

Ma la storia di Dickens non è una semplice storia di Natale e non l’unico scritto dell’autore anglosassone sul periodo natalizio.

Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta.

Il “Canto Di Natale” – titolo originale “A Christmas Carol, in Prose. Being a Ghost-Story of Christmas” – di Charles Dickens, viene scritto nel 1843 e fa parte di una raccolta di racconti ispirati al Natale, “The Christmas Books”, scritti tra il 1843 e il 1848.

Sono 5 racconti in totale, che vanno inseriti nella visione tipica di Dickens “Best of times/Worst of times”, come dichiarato all’inizio de “Il Racconto delle Due Città” del 1859: tutti viviamo nel migliore e nel peggior momento possibile, perché per ogni persona che sta bene ve n’è almeno un’altra che al suo opposto. E gli scritti di Dickens, tutti suoi coevi e quindi ambientati durante il regno della Regina Vittoria tra nella seconda metà dell’ottocento (il suo regno dura ben 63 anni, seconda solo all’attuale sovrana Elisabetta). Un periodo in cui le divisioni tra glia strati alti e bassi della società era molto ben marcata, aspetto che Dickens non risparmia di criticare in ogni suo scritto, su tutti – il più famoso – le vicende di Oliver Twist.

L’abbandono dei ceti poveri, le disuguaglianze, l’analfabetismo, la criminalità urbana, il lavoro minorile. La povertà in una società inglese ipocrita e con gli occhi chiusi, che abbandona i ceti bassi e vive in un agio sfrenato senza limiti.

I racconti di Natale di Dickens sono 5 appunto.  Il “Canto di Natale”, di cui parleremo dopo e gli altri 4 ambientati tutti nel periodo delle festività natalizie. “Le Campane”, la storia di Trotty, un uomo che cerca di sbarcare il lunario come può cercando un impiego ai piedi di una chiesa, che la notte del 31 dicembre nei suoi sogni rivede i progetti infranti e soprattutto il matrimonio della figlia con un uomo povero e senza futuro.

“Il Grillo Del Focolare”, dove John Peerybingles ospita in casa sua un grillo parlante – 40 anni prima di Pinocchio di Collodi – ed un uomo dalla barba bianca. E poi c’è il suo amico Caleb Plummer, con una figlia cieca, Bertha ed uno disperso, Edward. E chissà chi è questo uomo dalla barba bianca in casa di John.

“La battaglia della vita”, in cui il filosofo Jeddler considera il mondo uno scherzo, tanto da non curarsi più neanche delle sue due figlie. Fino a quando una delle due ragazze scappa di casa insieme al fidanzato.

E “Il patto col fantasma”, dove il chimico Redlaw, stringendo un accordo col suo fantasma, ottiene il potere di poter cancellare il passato e di trasmetterlo a chiunque desidera. Fino a quando non incontra Milly, immune da questo potere. E Redlaw scoprirà che non ha dimenticato solo il passato ma anche i ricordi, tutti.

Arriviamo così al più noto di tutti, il “Canto di Natale”. La trama è abbastanza famosa. Ebenezer Scrooge, avaro, egoista e apatico banchiere, si appresta a vivere il giorno di Natale come ogni altro. Così cattivo d’animo, da costringere anche il suo impiegato Bob Cratchit a fare lo stesso, obbligandolo a lavorare anche il giorno di Natale. Nella notte del 24 dicembre, mentre Scrooge dorme, gli appare in sogno il suo socio morto esattamente il 24 dicembre di 7 anni prima, che gli annuncerà la visita di 3 spiriti durante la notte. Lo spirito del Natale passato, che gli farà rivedere i giorni della sua infanzia, l’inizio promettente della sua carriera, ma anche l’avarizia nei confronti della ex compagna Bella, quando rifiutò di sposarla. Poi lo spirito del Natale presente, che lo porta in casa del suo impiegato Cratchit. Povero e con un figlio malato, nonostante i guadagni esigui fa di tutto perché alla sua famiglia non manchi nulla anche il giorno di Natale, così che tutti possano essere felici. E infine lo spirito del Natale futuro. Dapprima lo spirito lo conduce sulla tomba del povero figlio di Cratchit, morto perché non ha potuto curare la sua malattia e poi al suo capezzale, dove Scrooge vede una folla maledicente attorno al suo feretro, che si spartisce i suoi averi e che gli rinfaccia il suo comportamento avaro ed egoista. Dopo una notte insonne, Scrooge si alza dal letto il giorno di Natale completamente diverso e ravveduto del suo comportamento, cambiando completamente atteggiamento nei confronti di Cratchit e della vita.

Ci sono due elementi ricorrenti nella narrativa di Dickens. Il primo è la critica verso la società del suo tempo. Da un lato il lusso sfrenato, dall’altro la povertà più misera che possa esistere, abbandonata a sé stessa e all’indifferenza di tutti, così che malattie, malavita, ignoranza e ogni altro male possibile. E riesce incredibilmente a farci sentire questa sofferenza come se si fosse sulla scena, come se fossimo anche noi parte di quello squallore indecente, di cui nessun uomo è degno. Eppure, nonostante si tratti di testi della metà dell’ottocento, è incredibile quanto rispecchino ancora la realtà.

Il secondo aspetto, nei “Libri di Natale” ed in particolare nel “Canto di Natale”, è ancora più marcato: il lieto fine, la redenzione, il cambiamento, la positività e la speranza che vincono sempre sul male in ogni circostanza. Oliver Twist che abbiamo nominato all’inizio, riesce a riscattarsi dalla sua condizione di povertà. Allo stesso modo, tutte le storie dei libri di Natale per quanto emotivamente “pesanti” possano essere, hanno tutte un segnale di speranza alla fine, seppur raggiunto con molta sofferenza. Scrooge assume Cratchit come suo socio evitandone la morte del figlio che potrà curarsi, Redlaw rinuncia a dimenticare il passato, Jeddler cambierà atteggiamento nei confronti della vita, Perrybingles aiuterà Plummer a ritrovare il figlio disperso, Trotty non ostacolerà i desideri della figlia e si rimboccherà le maniche.

È un po’ una parafrasi del periodo che stiamo vivendo e del Natale che ci stiamo apprestando a vivere quest’anno. Non solo un periodo di pace e tranquillità, ma soprattutto un momento di positività. Dopo tanta sofferenza arriva un momento di serenità, con la speranza che questo Natale possa fare da preludio ad un periodo più sereno per tutti.