di Lucrezia Cicchese

Non nascondiamoci: ci sono eventi che segnano intere generazioni. Per chi scrive, senza alcun dubbio, l’evento che ha cambiato la propria generazione, quella dei Millennials, è stato l’11 settembre con il crollo delle Torri Gemelle. E da quell’evento la progressiva perdita di certezze su cui poggiavano sogni e speranze. E poi, per tornare ai tempi nostri, c’è il Covid-19, con la Generazione Z, la più colpita e trasformata dagli effetti dell’emergenza.

Mi chiedo: come è destinata a cambiare la percezione del mondo per i ragazzi? Rispondere a questi interrogativi non è semplice. Soprattutto richiede tempo, analisi e attenzione.

Sarà la variabile tempo a determinare se la pandemia riuscirà a segnare un’intera generazione. Come è prevedibile, gli effetti potrebbero essere diversi se i tempi per un ritorno alla “normalità” si dovessero ancora prolungare. E così chi fa informazione oggi, più che mai, ha un compito fondamentale: andare oltre.

Detto in questi termini può sembrar tutto e niente. E pure il dovere di chi comunica è quello di garantire uno spazio di riflessione e bellezza. Parole così abusate ma poco attuate. È necessario riportare fatti e parole all’immaginabile. Questo 2021 deve diventare un momento di ribellione e fuga per continuare così a nutrirci di sapere, relazioni e sogni: di speranza.

E se, da una parte, il covid ha acuito fenomeni di “ritiro” dall’altra ci apre a nuovi scenari che qui, su Officina dei Giornalisti, intendiamo sviscerare. Per il 2021 noi cogliamo questa sfida: una nuova visione dell’informazione.