di Antonio Di Monaco

“Come puoi pensare di racchiudere il mare, che è così grande, in una buca che è così piccola?”, chiedeva Sant’Agostino ad un bambino sulla spiaggia. È la stessa domanda – riferendosi però al fiume Volturno – che continuano a porsi i tanti cittadini che vivono in quell’area dopo oltre un decennio di attesa per il completamento dei lavori di completamento della vasca di espansione, in località Fossatella a Macchia d’Isernia, per controllare le piene del corso d’acqua. Il 31 ottobre 2015 l’ente appaltante, ossia il Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, dichiara di aver già speso per l’opera oltre 20 milioni di euro con il Sistema Informativo Monitoraggio Opere Incompiute (Simoi) che quantifica in 47.520.280,14 euro più altri 8 milioni e 559mila l’importo necessario per il completamento delle opere (realizzate al 39,69%).

Si arriva così al novembre 2018 quando la Conferenza Unificata Stato Regioni, nell’ambito del Piano Straordinario per le dighe, stanzia 30 milioni di euro per l’ampliamento e il completamento dell’invaso Fossatella garantendo anche l’irrigazione della zona di Venafro. Il finanziamento viene formalizzato con il decreto interministeriale numero 526 del 6 dicembre 2018 destinato alla Regione Molise. Il 10 aprile 2020 viene corrisposto il primo acconto da 12 milioni, pari al 40% della somma prevista dalla convenzione numero 32 del 14 maggio 2019-Piano invasi. Passano quindi i governi, ma l’opera rimane comunque di interesse nazionale ma, purtroppo, non regionale. La piena del 2015 del fiume Volturno, che confluì nel Calore contribuendo ad ingrossarlo e provocando danni nel beneventano, evidentemente, non ha insegnato nulla.