di Antonio Di Monaco

Dopo i bandi di concorso con annesse figuracce anche internazionali, si susseguono – per dirla in musica con un celebre brano di Mina – “parole, parole, parole…” sulla destinazione dell’ex hotel Roxy di Campobasso. L’unico punto su cui convergono le istruzioni interessate, ossia Regione Molise (proprietaria) e Comune di Campobasso, è che l’area in questione mette a rischio l’igiene e la salute pubblica. A nulla sono valse le sollecitazioni ufficiali da parte di Palazzo San Giorgio all’Ente proprietario per un intervento di bonifica e sanificazione dei luoghi.

Il 25 febbraio 2019, il presidente della Regione, Donato Toma, annuncia che “l’ex hotel Roxy sarà abbattuto. Abbiamo i soldi per farlo” proprio in concomitanza con la conferenza stampa indetta a Palazzo San Giorgio dal sindaco, Antonio Battista per importanti novità sulle opere pubbliche. “Per l’abbattimento dell’ex Roxy e l’adeguamento della zona circostante abbiamo 2 milioni 250mila euro in bilancio”, spiega il governatore. Salvo poi correggere subito il tiro: “Stiamo ancora aspettando prima di procedere all’abbattimento perché non abbiamo i soldi per la ricostruzione. Stiamo valutando l’idea di un progetto di finanza. Probabilmente utilizzeremo quello presentato da Guglielmi anni fa, che è validissimo. Attualmente i tecnici sono al lavoro. Dobbiamo capire se riusciremmo a sostenere il progetto di finanza per la realizzazione della nuova sede del Consiglio regionale, con i risparmi derivanti dagli affitti”.

Intanto, al Comune di Campobasso si insedia la nuova amministrazione targata M5S guidata dal sindaco, Roberto Gravina. Il primo cittadino non perde tempo e il 25 luglio 2019 da Palazzo San Giorgio fa partire una nuova diffida alla Regione Molise con la quale si chiede “di effettuare un intervento di bonifica dei luoghi interessati, nonché a provvedere alla chiusura dei varchi e a predisporre la sistemazione della recinzione in essere sull’area identificata. In mancanza di riscontro si adotterà apposita ordinanza”. Ma ancora una volta la sollecitazione cade nel vuoto e il 18 novembre, il sindaco Gravina dopo numerose segnalazioni ricevute, il 18 novembre 2019 annuncia che sarà chiesto alla Regione Molise “di effettuare dei lavori di chiusura di una serie di varchi che abbiamo individuato nelle zone a piano terra, varchi che andrebbero murati per bloccare definitivamente gli accessi, in attesa che la Regione prenda una decisione definitiva sull’abbattimento di questo immobile. Come Amministrazione comunale, oltre a continuare a stimolare la Regione per un intervento definitivo e risolutivo sulla questione, continueremo a vigilare, insieme alle forze dell’ordine, perché la struttura non diventi ancor più un luogo frequentato abusivamente”.

A quasi un anno di distanza, nell’ottobre 2020, la Regione Molise, dà il via ai lavori per rendere ulteriormente inaccessibile l’edificio, chiudendo definitivamente, con delle inferriate e dei lucchetti cementati, tutte le porte e le finestre, dopo un opportuno sopralluogo effettuato insieme ai Vigili del Fuoco, alla Polizia di Stato e alla Polizia Municipale. Ed oggi, a poco più di un anno e mezzo dall’insediamento dell’amministrazione Gravina a Palazzo San Giorgio, la quale nelle linee di mandato, riguardo all’ex hotel Roxy, scrive testualmente: “Demolizione degli immobili esistenti e accordo con la Regione per consentire la realizzazione della sede dell’amministrazione regionale che coniughi le esigenze logistico-funzionali della stessa con la sostenibilità ambientale e urbanistica della città, favorendo la realizzazione di un parcheggio intermodale interrato a disposizione della cittadinanza”. La quale è ancora in trepidante attesa.