Sono appena tre le regioni, Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo, che seguendo le indicazioni del governo, oggi riapriranno, in presenza al 50%, le scuole superiori. Per l’Italia sarà un ritorno in classe a macchia di leopardo, con gran parte dei governatori che invece hanno deciso di affidarsi ancora alla didattica a distanza per evitare la diffusione del contagio da coronavirus.

Il trend generale tra i governatori, però, resta quello di mantenere chiusi gli istituti preferendo, per il momento, continuare le lezioni a distanza. Sabato scorso anche la Basilicata, ultima in ordine di tempo, ha deciso di sospendere le lezioni in presenza almeno fino all’1 febbraio, così come precedentemente avevano fatto Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Veneto, Calabria e Sicilia. Gli studenti delle scuole superiori continueranno con la didattica a distanza fino al 18 gennaio, invece, in Lazio, Liguria, Molise, Piemonte e Puglia. Una settimana dopo, il 25 gennaio, potrebbero tornare in classe gli studenti di Campania, Emilia-Romagna, Lombardia e Umbria

Tutto, però, dipenderà dai dati epidemiologici e dai monitoraggi che seguiranno nelle prossime settimane, soprattutto dopo la ventilata nuova stretta del governo che prevederebbe zone rosse automatiche se l’incidenza settimanale dei casi fosse superiore a 250 ogni 100mila abitanti.