di Antonio Di Monaco

“Quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari in via preferenziale a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne beneficio”. È quanto si legge nella bozza del nuovo Piano pandemico 2021-23, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute in 140 pagine, e che sarà sottoposta alle Regioni. Tra i punti principali vi è anche la capacità di produrre velocemente mascherine e dispositivi di protezione individuale a livello nazionale sia per medici e infermieri che per i cittadini, possibilità di realizzare in tempi brevi nuovi posti letto in terapia intensiva, scorte nazionali di farmaci antivirali e formazione continua degli operatori sanitari.

Inoltre, “e ciò vale anche per la preparazione nei confronti di tutti gli eventi pandemici, anche quelli dovuti a una malattia respiratoria non conosciuta che definiremo come malattia respiratoria ‘x’, occorre una formazione continua finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo, in ambito ospedaliero o comunitario, un continuo monitoraggio esplicato a livello centrale sulle attività di competenza dei servizi sanitari regionali nonché in generale un rafforzamento nel settore di prevenzione e controllo delle infezioni”. Per prepararsi ad affrontare una eventuale pandemia è necessario anche garantire forniture annuali di vaccino contro l’influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali e scorte adeguate di farmaci antivirali e puntare su una risposta rapida a livello locale attraverso piani regionali aggiornati.

Il Piano prefigura anche le possibili risposte in tempo di epidemia: ad esempio come organizzare la catena di comando, chi fa che cosa, misure di prevenzione e controllo, nonché le azioni di monitoraggio dell’attuazione del piano stesso. Il piano pandemico influenzale “esistente al momento della redazione di questo aggiornamento -si legge inoltre nella bozza – è stato redatto nel 2006 e rimasto vigente negli anni successivi. In ottemperanza al piano pandemico influenzale, le Regioni/PA hanno redatto i Piani Pandemici Regionali”. Riferendosi quindi ai Piani regionali, nella bozza si sottolinea che questi “devono essere attuati dopo 120 giorni dall’approvazione del Piano nazionale e ogni anno va redatto lo stato di attuazione”.

Attorno al tema del rinnovo del Piano si sono sviluppate numerose polemiche. Nel 2005, si rileva nella bozza del Piano, l’Oms “ha raccomandato agli Stati membri di mettere a punto e aggiornare costantemente un Piano Pandemico per i virus influenzali. Nasce così il Piano Pandemico italiano del 2006”, ed il ministero “deve farsi carico di aggiornare – con scadenze periodiche ed in relazione anche alle eventuali nuove conoscenze emergenti – un piano contro i virus influenzali a potenziale pandemico”.