di Antonio Di Monaco

Aspettando Godot o, meglio, il centro Covid in Molise di cui si parla da tempo, ma che rischia seriamente di essere come quello del celeberrimo personaggio dell’opera di Samuel Beckett, il cui arrivo è sempre rimandato al giorno dopo ma che alla fine non ci sarà mai. È questa la sensazione palpabile dopo l’ultimo tavolo Covid, suffragata dalle dichiarazioni del capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Andrea Greco: “Ho detto ancora una volta al presidente Toma e al direttore generale dell’Asrem, Florenzano, che quando avranno finito i lavori di adeguamento nei locali dell’ex hospice al Cardarelli di Campobasso per ospitare il centro Covid, la pandemia non esisterà più. Oltre ad essere un augurio è un’amara constatazione: per me non è un rischio ma una possibilità concreta se consideriamo il tempo necessario per dotare una struttura, in parte grezza, di tutti gli impianti, servizi e dotazioni a norma. Poi bisogna considerare il tempo necessario ad installare le apparecchiature per l’ossigeno e quello per le certificazioni di ogni dispositivo salvavita”.

Per Greco, come si usa spesso nel linguaggio dialettale, “faremo la classica ‘corsa dell’asino’: rischiamo letteralmente di bruciare milioni di euro per costruire un centro di assistenza ai malati Covid che sarà ultimato quando la pandemia sarà un ricordo o quasi. Questa è la follia di questa regione. Fin dalle primissime battute di questa emergenza, che tra poco compie un anno, bisognava perorare ad ogni costo la scelta di un centro dedicato al Vietri che per lo meno aveva i locali completi di finiture. E bisognava ammettere davanti al Governo e all’Istituto Superiore di Sanità che il Molise ha un solo Dea di primo livello, il Cardarelli, e che quindi era impossibile farne un centro Covid rischiando di compromettere ogni tipo di attività ordinaria”.

Per cui, si arriverà presto (e ancora) ad “una nuova contrapposizione tra commissario e presidente di Regione mentre secondo l’Asrem e lo stesso Toma entro marzo, una struttura che in parte è ancora grezza e in cemento armato, può diventare un centro all’avanguardia per curare i pazienti Covid. Non riesco a trovare alcun tipo di logica in tutto questo. Quando grazie al vaccino la pandemia sarà terminata, solo allora avremo il centro Covid al Cardarelli. E purtroppo – conclude Greco – dovremo ancora dire: avevamo ragione”. E, purtroppo, potrebbero non essere i soli.