di Alessandro Matticola

Ci sono eventi che sembrano accadano nel momento giusto e alla persona giusta. Come questo ad esempio.

Alcuni compleanni, quelli a cifra tonda in particolare come in questo caso, andrebbero celebrati in grande stile e se si tratta di personaggi importanti come questo, con festeggiamenti ancora più imponenti.

Eppure il covid ha fatto si che il prossimo 21 gennaio il nostro personaggio festeggi il suo compleanno proprio come il suo nome: al “placido”. Lui che purtroppo è stato colpito lo scorso marzo dal coronavirus, uscendone più forte di prima.

Placido Domingo, uno dei tenori più famosi del mondo, membro del celebre terzetto formato dal grande Josè Carreras e dal compianto Luciano Pavarotti (storico il concerto a conclusione dei Mondiali di Italia ’90 alle Terme Di Caracalla), giovedì prossimo compirà 80 anni, anche se alcune biografie dicono sia nato nel 1934. E non ha alcuna intenzione di lasciare il palcoscenico. “Arriverà il momento di ritirarsi dalle scene – ha dichiarato in una recente intervista – perché stare sul palcoscenico comporta un grande impegno fisico e mentale oltre che vocale. Pensavo che di concludere la mia carriera interpretando il ruolo baritonale di Simon Boccanegra (il protagonista dell’opera omonima di Giuseppe Verdi, ndr) nel 2009 ma invece che la fine è stato un nuovo inizio (…) Mi piacerebbe chiudere in bellezza: spero di capire quando sarà il momento di smettere”.

Ma quel momento sembra ancora molto lontano ed il covid, per fortuna, non lo ha scalfito minimamente. Lui che da sempre vive sul palcoscenico.

Quando aveva solo 8 anni si trasferisce in Messico, dove rimane fino al 1960, quando inizia la sua carriera. Lì studia e fin dall’infanzia è appunto sulle scene. I genitori – padre violinista e madre soprano – hanno una compagnia di zarzuela, un genere lirico-drammatico tipico spagnolo e con loro si esibisce fin da bambino, imparando a suonare il pianoforte e la chitarra ma anche la fisarmonica.

Poi riesce ad entrare al Conservatorio di Città del Messico, dove studierà canto, pianoforte e direzione d’orchestra. In realtà all’inizio Domingo è un baritono e canta da baritono appunto. E all’inizio i ruoli da tenore, nonostante la voce ci sia tutta, non vengono accolti bene. Si dice che faccia fatica, che il volume della voce è basso, con poca dinamica. In altre parole, lo accusano di non essere all’altezza, di non essere capace. Gli viene detto che la strada del canto non è per lui.

Peccato però che ad oggi Placido Domingo, partendo da Città del Messico, approdando a New York fino ad arrivare in Italia dove ha conquistato l’apice del suo successo, ha interpretato in pratica quasi tutti i protagonisti delle opere più famose, superando il suo connazionale Carreras che resta uno dei più grandi interpreti delle opere di Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi e con molta probabilità anche il suo compianto amico Luciano Pavarotti.

Anche se, con molta probabilità, l’interpretazione più bella di Mario Cavaradossi della Tosca di Puccini resta la sua. Quella della storia registrazione dell’opera della Rai del 1992 prodotta da Andrea Andermann e diretta da Giuseppe Patroni Griffi, con l’orchestra diretta da Zubin Metha e ripresa a Roma (spettacolare il terzo atto ripreso all’alba sul tetto di Castel Sant’Angelo, con il Vaticano e la città eterna sullo sfondo).

Ma Placido Domingo non si è dedicato solo alla musica lirica. Anche quando è già diventato un tenore affermato, continua ad onorare le sue radici interpretando zarzuele, ma come compositore si rivela anche un bravo arrangiatore per gli artisti messicani di musica leggera, tanto che entrerà a far parte anche del gruppo rock di Cesar Costa “Los Black Jeans”.

Restano celebri anche le tante incisioni di brani famosi come “Autumn Leaves” o “Besame Mucho” oppure le interpretazioni di alcuni brani composti da Andrew Lloyd Weber. C’è una raccolta pubblicata nel 1983 che racchiude una parte di queste interpretazioni, intitolata “My Life For A Song”, titolo di uno dei brani inediti contenuti nel disco dove compare anche “I Don’T Talk To Strangers” scritta proprio da Lloyd Weber e Tim Rice, autore tra gli altri del musical “Jesus Christ Superstar”. Un piccolo gioiellino. Quasi sconosciuto, come il disco del 2008 nel quale ha musicato le poesie di Papa Giovanni Paolo II.

I tre ragazzi de “Il Volo” hanno avuto la fortuna di “regalarsi” un concerto con lui 5 anni fa in Piazza della Signoria a Firenze, ma ci sono almeno un paio di duetti che sono rimasti nel dimenticatoio, come sono rimaste nel dimenticatoio alcune sue interpretazioni di Pirandello, Garcia Lorca e Cechov.

Andando in ordine cronologico, il primo è “Pheraps Love” col grande cantautore country John Denver, scomparso tragicamente in un incidente aereo nel 1997. Il brano è stato inciso nel 1981 e la potenza della voce di Placido Domingo si alterna alla dolcezza del testo e della voce di Denver. L’altro risale al 2002. Carlos Santana dopo il successo di “Supernatural” nel 1999, incide “Shaman”, un gioiello dove trovano posto musicisti straordinari, da Michelle Branch a Seal e Chad Kroeger dei Nickelback. E a chiusura del disco, troviamo “Novus” cantata proprio da Domingo con Santana che si lancia in una performance dalle sonorità tipiche del flamenco.

Nel 2019, quando scoppia lo scandalo Weinstein per le molestie sessuali del produttore americano, l’eco arriva fino in New Jersey dove vive Domingo insieme alla famiglia e colpisce anche lui. Circa una decina tra ballerine e cantanti hanno affermato di essere state molestate dal tenore tra gli anni ‘80 e 2000, ma le indagini non hanno portato a nulla, compresa un’indagine interna della Los Angeles Opera, di cui è stato direttore dal 2017 al 2019, quando si dimise in seguito alle accuse che gli vennero mosse. Riguardo questi episodi, Domingo ha affermato: “Non ho abusato di nessuno e le indagini interne (quelle della Los Angeles Opera, ndr) lo hanno confermato. I risultati sono a disposizione di tutti. Se il mio comportamento ha offeso qualcuno ho chiesto scusa sin dal primo giorno, ma la mia coscienza è serena”.

Diradata ogni nebbia anche su questo episodio, Domingo ha dichiarato che non ha intenzione di scendere dal palcoscenico per ora. E nessuno vuole che scenda se non per abbracciarlo, appena il covid sarà andato via.