di Antonio Di Monaco

In Molise, l’intervento della Cassa per il Mezzogiorno nel settore idrico è stato risolutivo per recuperare risorse idriche in precedenza non utilizzate finanziando opere di bonifica imponenti come la creazione di invasi artificiali, tra cui la diga di Arcichiaro in territorio di Guardiaregia, con oltre 70 miliardi di vecchie lire. Ma c’è solo un neo e non di poco conto: l’opera, completata nel 2002, non è mai entrata in funzione.

La situazione dell’invaso viene riportata anche nel dossier di Legambiente sui laghi del Matese del 1° agosto 2019. “La diga di Arcichiaro ha vissuto una storia molto travagliata – si legge nel documento – essendo iniziata negli anni ’80 del secolo scorso, con difficoltà tecniche dovute alla conformazione del territorio, problemi con le ditte esecutrici, riserve, rescissione del contratto con la prima ditta aggiudicataria (Costanzo) e ultimazione con la Astaldi. Pur essendo sostanzialmente finita, per quanto riguarda la struttura, non è mai entrata in funzione, e si è registrato un balletto nelle operazioni di riempimento/svuotamento, senza motivazioni plausibili”. Il sindaco di Guardiaregia, Fabio Iuliano, rincara la dose: “Uno scempio per la cui realizzazione venne distrutto il paesaggio”.

Tuttavia, una proposta di utilizzo, come si legge anche nel dossier dell’associazione ambientalista, è arrivata dalla stessa amministrazione comunale di Guardialfiera: “Nella relazione di inizio mandato 2016/2021 si auspica un utilizzo della diga per scopi idroelettrici. È una richiesta legittima e condivisibile, che andrebbe a nostro avviso supportata da tutte le forze politiche e sociali, e dalle associazioni ambientaliste”. Ma, nonostante le buone intenzioni, tutto è rimasto sulla carta come spesso accade quando la politica non si traduce in fatti concreti lasciando nel limbo la collettività. (continua)