È tanta la stanchezza accumulata in questi giorni. Il tempo però stringe e bisogna trovare una rapida soluzione. Dieci i giorni a disposizione per ricomporre quella che è, ormai, una fragile maggioranza giallorossa. Conte ha incassato 156 voti, ma per la maggioranza assoluta ne servono 161 e nemmeno bastano, perché Franceschini ha fissato a 170 la vetta per la stabilità.

E i dubbi sono molti, inevitabile.

Tanti e diversi i problemi da fronteggiare con immediatezza: dalla consegna del Recovery all’Europa, al covid e il problema vaccini, ristori e una alleanza politica degna di esser definita tale per proseguire spediti nella (ri)costruzione dell’Italia. Per rispondere alle aspettative del Quirinale, così come riporta il Corriere, Conte deve riuscire a creare a Palazzo Madama un gruppo analogo a quello che sta mettendo su a Montecitorio Bruno Tabacci, che è per Conte un solido punto di riferimento nel mondo ex Dc. Ma per ora l’appello europeista e anti-sovranista ai popolari, ai liberali, ai socialisti e ai renziani pentiti ha fatto assai meno proseliti di quelli che l’avvocato si aspettava. Il bersaglio grosso è Forza Italia, che il premier proverà ancora a sedurre con la promessa del proporzionale.