di Alessandro Matticola

Chi suona la chitarra elettrica deve ammetterlo: in principio fu Orville Gibson, nel lontano 1894. Poi fu la volta di Epaminondas “Epi” Stathopoulos, meglio noto come Epiphone.

Ma questa è un’altra storia di cui parleremo un’altra volta.

In principio fu Gibson, ma la rivoluzione nella musica arrivò con un signore chiamato Clarence Leonidas – per tutti Leo – Fender.

Il 2021 è un anno ricco di anniversari e molti sono legati a colui che ha fatto la storia della musica nel vero senso della parola. Vale a dire, colui che ha dato un suo sound alla musica.

Nel 2021 infatti ricorre il 75° anniversario dalla nascita del primo nucleo della Fender, che verrà celebrato con un’edizione speciale della leggendaria Stratocaster, ma anche il 30° anniversario dalla dipartita di Leo Fender.

Facciamoci allora un tour nella memoria di quest’uomo che ha cambiato la storia delle 7 note.

Anno 1946. La musica si suona ancora nelle sale da concerto con le big band che impazziscono dietro lo swing. Nei ghetti neri invece impazzisce il blues e nelle campagne il folk ed il country a ricordare quanto è bella la natura.

Le chitarre sono affare di Gibson, il cui ideatore – della storia di Gibson ne parleremo in un’altra occasione come detto – è morto 28 anni prima. Gli strumenti che circolano sono dei chitarroni enormi che derivano direttamente dagli strumenti classici, come le mitiche L5 o le ES-150, dal suono caldo e profondo.

Leonidas Fender è un promettente studente di economia, laureatosi proprio nel 1928 – anno della morte di Gibson – al Fullerton Junior College. Inizia a lavorare come contabile allo State of California Highway Department, l’equivalente della nostra Società Autostrade per la California, ma la sua inclinazione è un’altra e così, nel 1946, fonda una società per la riparazione di radio.

Nel 1947 entra in società Clayton “Doc” Kauffman e dalle radio, si passa agli amplificatori e alla produzione delle steel guitar, che entravano in voga in quel periodo. Avete presente le melodie di Santo e Johnny, quelle da “lentaccio” da ballare stretti e avvinghiati, pronti a limonare appena si presenta l’occasione? Stiamo parlando di quel sound, è esattamente lo strumento che ascoltate in quei brani.

Ma la storia di Leo Fender è legata a ben altre chitarre che sono, a loro volta, legate alla storia del loro creatore e della sua crescita ed inizia quando al posto di Kauffman entra in squadra George Fullerton. Vediamo quindi i modelli che hanno reso grande il marchio Fender e ripercorriamone la storia.

Telecaster. Il sound degli anni ’40 era legata al jazz e al blues. La capacità di Fender fu quella, nell’idea di creare una solid body – una chitarra senza cassa di risonanza, il cui corpo è tutto d’un pezzo, non assemblato – riuscì perfettamente dando alla luce nel 1950 uno strumento dal suono tanto duro quanto dolce, adattabile ad entrambi gli ambienti. Forse tendente un po’ più al blues e al rock e meno al jazz, con i due pickup single coil. In principio il nome era Broadcaster, facile pensare che si sia ispirato alle radio. Ma la Gretsch, altra grande produttrice di strumenti musicali, rivendicò i diritti del nome e così Fender fu costretto a cambiarle nome, prima in Esquire e poi in Telecaster. È la chitarra del Boss, Bruce Springsteen, di Keith Richards dei Rolling Stones, di Joe Strummer dei Clash e di una miriade di altri chitarristi. È lo strumento che ha fatto la storia del rock tra gli anni ’50 e ’60.

Precision Bass. La storia di Fender passa anche per i bassi elettrici ed il Precision Bass fu il secondo strumento dopo la Telecaster, laddove la Gibson non era ancora arrivata. Fender si rivolge anche ai contrabbassisti che in quel periodo suonavano ancora con i loro grandi ed ingombranti strumenti ad arco. Il primo basso creato nel 1951, nasceva proprio dallo studio del contrabbasso e venne chiamato Precision proprio perché dava, grazie alla presenza dei tasti sul manico, la possibilità di avere una nota ben definita senza dover impazzire sulla tastiera del contrabbasso. E’ lo strumento di Sting dei Police.

Stratocaster. Jimi Hendrix, Eric Clapton, Mark Knopfler, John Frusciante e chi più ne ha più ne metto. La Stratocaster è la Fender, la chitarra per antonomasia, il rock nella sua versione materiale, tangibile, tattile e non solo uditiva. Nata nel 1954, ancora oggi è lo strumento elettrico probabilmente più suonato ed imitato del mondo, ma l’originale resta solo una, nelle sue versioni più disparate. L’idea era quella di creare uno strumento nuovo, mai visto, più ergonomico e soprattutto moderno. Tre pickup single coil e l’introduzione della famosa leva del tremolo al ponte sulla cassa. Uno strumento unico, ancora oggi.

Jazzmaster. Negli anni ’50 – ’60 a farla da padrone era ancora la musica jazz. Se il Precision Bass poteva essere uno strumento usato su più fronti, la musica in voga in quel periodo cercava ben altro sound. Uno strumento tanto ricercato quanto costoso, con due pickup P90 e naturalmente la leva del tremolo. Ed infatti, sebbene come suggerisce anche il nome si trattasse di una chitarra pensata principalmente per il jazz, agli inizi non ebbe il successo sperato – i jazzisti la trovavano troppo dura come suono – e ancora una volta, nonostante il prezzo molto elevato, finì tra le mani dei rockettari, in particolare sulla costa californiana tra le tavole da surf. Ad oggi, la Jazzmaster resta una chitarra di lusso, che si è spostata nel rock più ricercato ed è suonata da grandissimi musicisti come ad esempio Thurstone Moore (che da poco ha rispolverato le sue origini molisane tra l’altro), Tom Yorke dei Radiohead o J Mascis dei Dinosaur Jr

Jaguar. La Jaguar – non si tratta di un’autovettura ovviamente – creata nel 1962, fu l’evoluzione della Jazzmaster. Da una chitarra pensata per il jazz si passò ad uno strumento basato sulla falsa riga della precedente, ma più aggressiva ed orientata al rock. La creazione di Fender fu semplicemente incredibile. Ideare una chitarra con due pickup single coil escludibili tra loro era una cosa impensabile fino ad allora. Oltre allo switch per selezionare i due pickup, venne inserito un secondo switch con potenziometri annessi per escludere uno dei due ed un altro per la parte ritmica, insieme alla leva del tremolo sul ponte alla cassa, creando così uno strumento capace di avere migliaia di timbri diversi. Anche in questo caso, il prezzo fu la nota dolente ed era plausibile per un tale concentrato di tecnologia. Ma dopo un declino iniziale, la Jaguar venne accolta nel mondo del rock diventando anche qui uno strumento di alto borgo, impegnativo ed importante sotto ogni aspetto, spesso preferito alla Jazzmaster per la sua malleabilità. Dai Beach Boys e dagli esponenti del surf rock fino all’indie degli anni 90: la Jaguar era la chitarra suonata da Kurt Cobain dei Nirvana che ne ideò anche una signtaure model, facendola diventare lo strumento che diede il sound al grunge.

Jazz Bass. Leo Fender ha sempre cercato di dare “un colpo al cerchio ed uno alla botte”, non lasciano mai nessuno scontento. E ancora una volta rivolse uno sguardo al mondo del jazz con uno strumento che aveva ben poco a che vedere col quella musica. Dopo il Precision Bass, sulla falsa riga della Jazzmaster, venne creato nel 1959 il Jazz Bass. Due pickup invece di uno del Precision e la possibilità di avere un’estensione timbrica più elevata. Il Jazz Bass divenne così il basso elettrico più usato nella storia della musica, forse molto più nel rock rispetto al jazz. E’ il basso suonato da Flea dei Red Hot Chili Peppers e dal leggendario Jaco Pastorius dei Weather Report, considerato uno dei più grandi bassisti della storia della musica.

Mustang. Oltre al mondo dei professionisti, Leo Fender pensò anche ai chitarristi in erba con due chitarre pensate per i principianti. Da un lato la Duo Sonic, dall’altro la Musicmaster, chitarra che oggi non viene più prodotta. Si trattava di strumenti molto basici, ma che comunque avevano il loro feel. E così, partendo dalla Duo Sonic, chitarra che ancora oggi viene prodotta insieme alla Player Lead che di fatto ha preso il posto della Musicmaster, Leo Fender ideò la Mustang nel 1964. Anche qui non si tratta di un’automobile. Nonostante ci si trovi di fronte ad uno strumento meno ricercato rispetto ai precedenti, la Mustang resta una chitarra molto particolare e con un sound unico. Anche qui due single coil e la classica leva del tremolo per non farci mancare nulla, molto più economica delle precedenti, anzi, la più economica di tutte, tanto da diventare la prima Fender di tanti artisti. Abbiamo citato Kurt Cobain: i primi album dei Nirvana hanno il sound della Mustang, che fu la prima chitarra del musicista di Seattle. I primi modelli avevano anche uno switch simile a quello della Jaguar, per escludere uno dei pickup.

Nel 1965, Leo Fender vende la Fender Music Corporation alla CBS: i problemi di salute iniziavano a manifestarsi e l’azienda aveva bisogno di crescere, anche se le reazioni all’inizio non furono molto positive. La CBS era accusata di rivolgere più attenzione all0immagine che alla qualità degli strumenti. Questo fino al 1985, quando venne venduta ai suoi dipendenti.

Leo Fender esce di scena dalla vita della creatura che lui stesso ha messo al mondo nel 1970. Fonda prima la Music Man, altra premiata ditta di chitarre elettriche (nota anche per essere la chitarra suonata da Steve Lukather dei Toto), poi la G&L insieme al socio di sempre George Fullerton. Mentre la Fender nel corso degli anni acquisirà anche altre liuterie come la Guild, importantissima azienda produttrice di chitarre acustiche e la Jackson, altra nota azienda di chitarre elettriche. E si riprende anche la rivincita sulla Gretsch, quella della Broadcaster, nata nel 1883 e anch’essa acquisita dalla Fender.

Leonidas Fender lavorerà fino al giorno della sua morte, a causa del Parkinson, il 21 marzo del 1991. Da allora, il suo ufficio è rimasto intatto: vi entra solo una persona per pulire ogni mese ed altri pochi individui fidati, come se fosse un mausoleo inviolabile.

Attualmente, la Fender conta centri di produzione in Arizona, a Scottsdale dov’è la sede principale, ma anche in California, Messico, Giappone, Cina e Corea. Insieme alla Squier, la sottomarca che produce gli strumenti di prima fascia, attualmente la Fender conta 7 modelli di chitarra elettrica, 4 modelli di bassi, 11 modelli di chitarre acustiche e 3 serie di ukulele, il tutto diviso in un totale di 11 serie differenti per modello, oltre agli amplificatori e ai pedali.

Ci sarebbe da annoverare anche la produzione del piano Rhodes, che la Fender acquisì nel 1960. Si tratta di un particolare tipo di pianoforte elettrico, ideato da Harold Rhodes, dove non vi sono corde ma cilindri a produrre il suono e la cui produzione è cessata nel 2007.

Leo Fender è scomparso 30 anni fa, ma la Fender ed il suo nome, se ancora non fosse chiaro, sono destinati all’immortalità.