L’allarme per la diffusione delle varianti del coronavirus dilaga anche nelle scuole italiane. E le Regioni chiedono una classificazione di rischio per le attività scolastiche e universitarie, come già avviene in altri settori. Nella lettera dei governatori all’esecutivo si rivendica anche la necessità di maggiori forme di congedo parentale e più risorse a sostegno dei genitori in caso di chiusura degli istituti per questioni legate al contagio.

Non solo: è necessario, rimarcano le Regioni nella piattaforma consegnata al ministro Gelmini per sottoporla al governo, che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio.

Inoltre sale la preoccupazione dei contagi da variante inglese all’interno delle scuole. Secondo i dati forniti dal dipartimento Salute della Puglia (regione in cui gli studenti seguiranno le lezioni in Dad per 14 giorni) nell’ultimo monitoraggio settimanale ha riscontrato “tra bambini e adolescenti un maggior tasso di diffusione del coronavirus che, associato alla cosiddetta “variante inglese” contraddistinta da maggiore trasmissibilità, induce a ritenere che si sia notevolmente aggravato il rischio di trasferimento in ambito familiare”. Quindi possibile elevata circolazione virale in tutta la popolazione e in particolare in quella scolastica.