di Antonio Di Monaco

Mentre a Termoli, pochi chilometri più avanti, inizia a prendere forma l’ospedale da campo nelle vicinanze del San Timoteo, a Larino il Centro Unico di Prenotazione del Vietri è chiuso. Lo ha comunicato l’amministrazione comunale del centro frentano. “Non è possibile, in piena pandemia – si legge in una nota – lasciare i servizi essenziali scoperti solo perché l’unico dipendente ha comunicato di essere in malattia. Ieri mattina il C.U.P. del Vietri, nonostante la presenza di oltre 30 persone in attesa di prenotare visite ed esami, era chiuso. Ma è mai possibile che non esista un sostituto? È mai possibile che tra i tanti amministrativi presenti non è stato possibile aprire il centro prenotazioni del Vietri?”.

Il sindaco, Pino Puchetti, “in qualità di autorità sanitaria locale, chiedo al general manager Florenzano ed al direttore del distretto, dottor Giorgetta, di verificare immediatamente i carichi di lavoro di questi dipendenti e di organizzare al meglio il servizio. Non è tollerabile una tale superficialità sui servizi sanitari di base in piena pandemia”.

Ma non è tutto. Dopo la fine settimana appena trascorsa in cui si sono eseguite le vaccinazioni sugli over 80, da ieri mattina è di nuovo tutto fermo. Secondo quanto si è appreso, all’ospedale Cardarelli di Campobasso, sembrerebbe che l’Asrem non abbia comunicato gli elenchi dei nuovi aventi diritto al siero anti Covid-19. Ci sarebbero anche dubbi anche sulle cifre delle persone realmente avviate all’immunizzazione. Con la conseguenza che, tra ritardi e incertezze, a pagare un prezzo alto saranno anche i soggetti fragili, la cui vaccinazione partirà in una fase successiva agli ultra 80enni.

Intanto, vanno avanti le indagini della Procura della Repubblica di Campobasso sui presunti ritardi nel ricorso alla terapia rianimatoria di pazienti con gravi polmoniti da Covid successivamente deceduti nell’ambito del fascicolo aperto a metà dicembre dall’esposto del Comitato “Verità e dignità per le vittime del Covid-19”. I magistrati avrebbero acquisito tutta la documentazione relativa al Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza, a cominciare dal decreto legge numero 34 (19 maggio 2020) e dal decreto con relazione del generale Giustini del 14 luglio, nel quale si mette nero su bianco l’impegno assunto da Regione e Asrem circa la dotazione di posti letto. Sono “14 le postazioni di Rianimazione previste (9 al Cardarelli, 2 al Veneziale e 3 al San Timoteo) in aggiunta – come si legge nel documento – ai 30 posti di terapia intensiva pre-emergenza, per un totale di 44 posti letto tra pubblico e privato” su cui si basa il calcolo del ministero per stabilire la soglia critica del 30% di occupazione. I dubbi dei magistrati sarebbero inerenti al fatto che questo dato sia rimasto solo sulla carta e non abbia riscontro nella realtà. Tanto più che, al momento, la Rianimazione Covid in Molise è satura perfino oltre le soglia del 100% con i pazienti trasferiti fuori regione.