di Antonio Di Monaco

“Approvato nel Milleproroghe il rinvio di due anni dei tagli all’editoria, giusto il tempo di far finire la legislatura. I tagli che avevamo previsto nel Conte I, dunque, non sono mai andati in vigore e mai ci andranno. Inoltre, sempre nel Milleproroghe, stanziati 2 milioni di euro per il 2021 per Radio Radicale”. Lo ha affermato la deputata molisana, ormai ex Movimento Cinque Stelle, Rosalba Testamento che ha aggiunto, non senza una punta di sarcasmo: “Tutti buoni motivi per lodare a reti unificate questo governo Draghi”.

Le commissioni Affari costituzionali e bilancio della Camera, dunque, hanno sciolto i principali nodi sulle modifiche al decreto Milleproroghe, prima prova parlamentare per la nuova maggioranza. Sulla moratoria sulle trivelle si è trovato un compromesso, mentre sono state rimandate le decisioni sui punti divisivi, come le eventuali modifiche alla proroga di sei mesi del blocco degli sfratti che divideva nettamente i partiti ora sostenitori del governo Draghi (il centrodestra puntava ad eliminarla). Così sabato sera è stato votato il mandato ai relatori Giuseppe Brescia e Fabio Melilli. Il testo è atteso in Aula lunedì per l’ok in prima lettura, poi dovrà passare al Senato. I tempi sono strettissimi: il provvedimento, che contiene anche la ratifica della decisione sulle “risorse proprie dell’Ue” indispensabile per il Recovery plan, scade il primo marzo e deve essere votato anche al Senato.

L’ultimo scoglio, il blocco delle nuove concessioni per le trivelle, è stato superato con il via libera a un emendamento a firma Muroni (LeU), riformulato, che sposta al 30 settembre il termine per l’approvazione del nuovo Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee cui si lega la sospensione dei procedimenti autorizzativi. L’intesa, ha sottolineato la forzista Stefania Prestigiacomo, è stata trovata grazie “al confronto con tutti i gruppi del ministro Cingolani. Auspico che questa sia la modalità per il futuro per dirimere i contrasti”.

Per rimediare al problema delle tante domande decadute, infine, ci sarà tempo fino a fine marzo per fare richiesta per la Cig Covid: un emendamento sposta al 31 marzo “i termini di decadenza per l’invio delle domande di integrazione salariale collegati all’emergenza Covid e i termini per la trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo degli stessi comunque scaduti entro il 31 dicembre 2020″.